Giannini: per fare carriera mi iscrissi alla massoneria di Ruggero Conteduca
Giannini: per fare carriera mi iscrissi alla massoneria Così ha detto l'ex comandante della Guardia di Finanza alla Commissione P2 Il generale Picchiotti, ex vicecomandante dei carabinieri, afferma che il suo ingresso in casa Gelli fu conseguenza dell'acquisto di un abito - Fu il capogruppo dei militari nella loggia ROMA — C'è chi, come l'ex vice comandante dell'Arma' dei carabinieri, generale Picchiotti, sostiene di aver preso parte nel '74 ad una riunione in casa Gelli solo perché era andato ad Arezzo per comprare un abito alla Lebole, e c'è chi, come l'ex comandante generale della Guardia di Finanza, generale Giannini, sostiene di essere stato preavvertito della perquisizione a «villa Wanda» (dove, tra i tanti nomi della P2, c'era anche il suo) solo da una telefonata anonima. L'unica ricevuta nei quindici mesi del suo comando. Gli interrogatori di ieri hanno messo ancora una volta la commissione P2 di fronte a dichiarazioni disarmanti, sia pure (come nel caso del generale Picchiotti) inserite in un quadro di sostanziale ammissione. Picchiotti, infatti, non ha avuto esitazione nel confermare che. alla P2, aveva aderito. Anzi, ha aggiunto, fino a raggiungere posizioni di rilievo (era capogruppo del militari iscritti alla loggia). Fu lui a facilitare l'ingresso nella P2 al generale Romolo Dalla Chiesa. Sulla Usta lasciata da Gelli. Picchiotti ha detto di essere abbastanza sicuro che della P2 faceva parte il generale Giudice, ex comandante ge- aerale della Finanza arrestato per lo scandalo del petroli, ma ha escluso che vi potesse appartenerne il generale Giannini. In mattinata, proprio attraverso la deposizione del generale Giannini, era stato possibile ricostruire la storia della famosa telefonata. All'alba del 17 marzo, da Milano, parte una «Alfetta» delle fiamme gialle: a bordo oltre ad alcuni agenti c'è il colonnello Bianchi. Nella tasca dell'impermeabile ha una busta che l'ufficiale apre durante il tragitto: sul foglio, che reca l'intestazione della procura della Repubblica di Milano, c'è l'ordine di perquisire un'abitazione, la villa «Wanda» di Arezzo intestata al signor Lido Gelli. L'indicazione, al giudici che indagavano sul caso Slndona, è venuta inaspettatamente da Miceli Crimi, il medico siciliano che alutò 11 finanziere di Patti a mettere in atto 11 tentativo di sequestro e il suo ferimento. Il colonnèllo Bianchi giunge ad Arezzo di buon'ora . Verso le 10,30 telefono a Roma al comando. Il generale Giannini non c'è e parla con 11 Capo di Stato Maggiore Farne. Poi compie la sua missione. E, dopo avere perquisito villa Wanda va a rovistare, forte sempre dello stesso mandato, anche gli uffici della Gioele, un'azienda di confezioni intestata a Licio Gelli. Riesce a sequestrare due vallee piene zeppe di documenti: vi sono elenchi di aderenti alla P2, fotocopie di assegni, un registro con le quote versate dai «soci», altre carte da cui si deduce che ingenti somme sono state versate a uomini politici in seguito a operazioni di forniture internazionali di petrolio ad enti di Stato. Fra i nomi del sospetti plduistl, ac canto a quelli di ministri, de putati. senatori, ci sono quelli dei massimi vertici militari, compreso quello del comandante genere le Giannini. A Roma, Intanto, fra le 12,30 e le 12,45. Giannini convoca Farne e chiede: «Cos'è questa storia di Arezzo?». «Ero proprio qui per spiegarglielo» risponde l'ufficiale. «Dica a Bianchi di chiamarmi» taglia corto Golannlnl. Nel pomeriggio, verso le 17. Bianchi telefona a Roma. «Ho saputo — esordisce Giannini —che lei sta mettendo le mani su alcuni documenti. Mi hanno detto che c'è anche il mio Giannini: per fare carriera mi iscrissi alla massoneria nome, ma non mi importa. Piuttosto — aggiunge con voce paternalistica — vorrei raccomandarle di procedere con discrezione. Per il buon nome del Corpo». Ma come ha fatto Giannini a sapere? «Ho ricevuto — dice al commissari ripetendo alla lettera quanto aveva già dichiarato ai giudici milanesi — una telefonata anonima». Quante telefonate anonime ha ricevuto nei quindici mesi in cui è stato al vertice della Finanza? «Solo quella». Ma ohi c'era con lei quel giorno? «Il capitano Caprini, che mi ha passato la chiamata e il capitano Farne die fungeva da mio aiutante. Caprini era nuovo, era stato trasferito da appena 24 ore». A Palazzo San Macuto vengono Immediatamente convocati 1 tre ufficiali. Bianchi e Farne confermano. Caprini, forse il teste più importante, non si presenta. Affrontando poi il capitolo della sua Iscrizione alla massoneria, Giannini ha detto che egli era iscritto ad una loggia torinese e, considerato 11 suo grado si trattava di una loggia coperta, ma non era certo la P2. Ha detto anche di non aver mai conosciuto Gelli, tuttavia non ha escluso che potrebbe averlo incontrato una volta a qualche party. Sul motivi che Io spinsero ad entrare nella massoneria, l'ex comandante della Guardia di Finanza ha spiegato che si .decise a fare questo passo allorché si verificò «un blocco» della sua carriera. Come mai — gli ha chiesto ad un certo punto un commis sarlo — Gelli, mostrando la sua foto ad un dirigente della Banca Nazionale del Lavoro di Torino, il dottor Diana, gli disse che l'uomo del ritratto sarebbe diventato di 11 ad un mese comandante della Guardia di Finanza?. «Non so darle una spiegazione». Ruggero Conteduca
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