Quasi pronta la nuova legge sul teatro 80 miliardi l'anno, ma meglio distribuiti

Quasi pronta la nuova legge sul teatro 80 miliardi l'anno, ma meglio distribuiti Si discute in commissione: saranno evitati i casi «Pinocchio-Bene»? Quasi pronta la nuova legge sul teatro 80 miliardi l'anno, ma meglio distribuiti ROMA — La Commissione Pubblica Istruzione del Senato si appresta ad esaminare, in seduta plenaria, il disegno di legge per il teatro di prosa che un comitato ristretto, presieduto dal senatore Carlo Boggio, ha terminato di eiaborBxe Nei dibattiti in aula questa ilegge organica» dovrebbe «passare, con i voti favorevoli dei partiti della maggioranza e l'astensione dei comunisti, per cui potrebbe diventare operante entro la fine dell'anno. La legge consentirà al teatro di prosa di adeguare le sue strutture alla realta culturale italiana. Una realtà la cui espansione nel settore dello spettacolo ha risentito negli ultimi tempi dell'impossibilità di coordinare gli stanziamenti finanziàri pubblici e di attuare una politica a lunga scadenza. «La possibilità di' conoscere ad ogni inizio dì stagione la consistema dei contributi — sottolinea il dottor Aldo Giorgio del settore, teatro del ministero dello' Spettacolo — è uno degli obbiettivi della legge. Inoltre è previsto un raccordo organico tra gli enti pubblici periferici e il ministero per quanto riguarda la programmazione e la regolamentazione degli incentivi finanziari». Nella sua articolazione il provvedimento legislativo dovrebbe garantire alla prosa un «sostegno» che si aggira attorno agli 80 miliardi, stan- zlamento che comprende anche la quota amministrata direttamente dalle Regioni. Finora il teatro italiano è andato avanti con i contributi governativi (per la corrente stagione ammontano a 36 miliardi) che il ministero dello Spettacolo amministra tuttora avendo come modello un *regio decreto» del 1935; e con le sovvenzioni elargite, autonomamente, dalle amministrazioni regionali, provinciali e comunali. L'attuale meccanismo, per i margini che concede agli enti locali, determina inevitabili privilegi che, una volta smascherati, provocano sconcertanti polemiche. L'esempio recente rimane quello delJ'oimpresarlo» Carmelo Bene a cui è stata richiesta una più completa ed attuale documentazione al fine di ottenere 11 contributo forfettario (50 milioni) che il ministero eroga alle compagnie primarie all'inizio di ogni stap.lone. i Nella contestata documentazione della «Carmelo Bene Srl», del dicembre scorso, risultava che l'allestimento del Pinocchio avrebbe comportato per l'impresario un passivo netto di un miliardo e 88 mi¬ lioni poiché gli incassi preventivati non andavano oltre 1 160 milioni! Il bilancio ignorava, però, che la stessa produzione con lo stesso spettacolo aveva «strappato» ad amministrazioni pubbliche toscane compensi fissi, a recita, superiori a quelli corrisposti a qualsiasi altra compagnia di pari prestigio: 756 milioni per 56 rappresentazioni ài Pinocchio. Adesso al ministero dello Spettacolo è pervenuta la nuova documentazione della «Carmelo Bene Srl» dalla quale si deduce che la messa In scena del Pinocchio è costata due miliardi e che le entrate ammonterebbero ad un miliardo e 140 milioni Una girandola di cifre che dimostra la necessità del coordinamento legislativo delle fonti d'intervento onde evitare che si sperperi denaro pubblico. Tra qualche settimana il «coso Pinocchio-Bene» tornerà, comunque, all'esame delie due commissioni preposte alla spartizione dei 36 miliardi che per la corrente stagione sono stati stanziati dallo Stato a favore del teatro. Da decenni per sostenere l'attività della prosa il governo ricorro a provvedimenti straordinari: l'ultimo (approvato dal Parlamento un mese fa e finalizzato per lé necessità dell'attuale stagione) è di 23 miliardi e 200 milioni. A questa cifra si devono aggiungere 1 tredici miliardi del fondo ordinario (alimentato con proventi erariali e della Rai) In dotazione al ministero dello Spettacolo. L'annuale suddivisione di questi miliardi è affidata' a due commissioni (composte da funzionari dello Stato e da rappresentanti del mondo dello spettacolo), le quali nell'assegnare i contributi valu¬ tano l'impegno artistico, il tipo di produzione, il numero degli scritturati, se l'impresa dispone di una sala propria e l'area territoriale in cui agisce prevalentemente. I criteri d'intervento dello Stato sono sostanzialmente due: ^contributo forfettario» iniziale, concesso sul previsto programma d'attività, e ^contributo integrativo» di fine stagione subordinato al risultati ottenuti. Per usufruire dei «premi» ministeriali occorre un minimo di 60 recite per le formazioni minori, sei mesi di attività per le cooperative e 150 recite per le compagnie primarie. Le critiche all'attuale gestione delle sovvenzioni governative sono giustificate dai funzionari del ministero con l'impossibilità di effettuare, per mancanza di personale, controlli approfonditi Se per le grandi compagnie occorrerebbe verificare più attentamente i bilanci, per 1 complessi minori sarebbe necessario controllare come vengono rispettate le finalità artistiche e.produttive per le quali sono accordati i contributi. Non sempre i "borderò», ossia i libri contabili delle recite e dei biglietti venduti, sono veritieri. Ernesto Baldo Cosi si prevede verranno ripartiti I contributi governativi per la stagione teatrale 1981-82: Teatri Stabili 8 miliardi 543 milioni. Cooperative 6 miliardi 45 milioni. Teatro privato 6 miliardi S16 milioni Teatro sperimentale 2 miliardi 534 milioni. Teatro ragazzi 2 miliardi 27 milioni. Enti teatrali (Eti, Istituto dramma antico, Accademia arte drammatica, e Istituto Drammatico Italiano) 3 miliardi 149 milioni. Circuiti teatrali 724 milioni. Manifestazioni straordinarie e tournées all'estero (Festival Spoleto, Rassegne estive, ecc.) 3 miliardi, 692 milioni. Esercizio teatrale 1 miliardo 49 milioni. Cabaret 108 milioni.' Attività minori 1 miliardo 158 milioni. Con l'ultima legge-ponte approvata dal Parlamento è stata riconosciuta all'Ente Teatrale Italiano una sovvenzione di 6 mi-: liardl e 300 milioni (5 miliardi fondo ordinario non cumulablle con I precedenti fondi, e un miliardo e 300 milioni per il riplano deldecifit).

Persone citate: Aldo Giorgio, Carlo Boggio, Carmelo Bene, Ernesto Baldo Cosi

Luoghi citati: Roma, Spoleto