«Stare in casa è privilegio» di Marina Cassi

«Stare in casa è privilegio» Apriamo un dibattito tra le donne che si dedicano alla famiglia «Stare in casa è privilegio» l (§ . . _/< r-rtii ,v* 8 f...rfvft, v il primo ritratto di casalinga suscita stupore: Barbara, 34 anni, due figli, è entusiasta e superorganizzata - Pulizie a suon di musica, teatro la sera, l'hobby dell'orto - Si ritiene «libera professionista»: «Oggi voglio leggere? Non lavo i vetri» - Che ne pensano le altre? 'Forse dire "casalinga è bello" è eccessivo, ma certamente "casalinga non è male"». Incredibile: la donna che fa questa affermazione, con un gran sorriso, è giovane, 34 anni, è colta, bella, elegante. Si chiama Barbara, una gran massa di capelli biondi, jeans rubino e camicetta di seta. La sua casa di via C. Colombo è tutta toni sfumati di turchese; ci sono piante rigogliose in ogni angolo, fiori gialli a macchia disposti con cura sui davanzali. •Mi rendo conto di essere un po' strana — spiega—e spesso mi vergogno anche un po'. Tutte le donne che conosco lavorano, fanno cose importanti. Ma io, qui, nella mia casa con i miei figli, ci sto proprio bene». Veloce, arriva con le tazzine del caffè sul vassoio, gira 11 disco che diffonde nel salone le note della «Caduta di Varsavia» (.Non sto mai senza musica che è la mia vera passione») e prosegue: «Pur avendo fatto l'università (in realtà, la laurea non l'ho presa, perché mi sono sposata e a raffica sono arrivati i due bambini) sono sempre,stata in casa. Lavorare fuori? Mi è passato per la mente, ma al massimo ho fatto cosette part-time in studi di architetti, tutti lavoretti subalterni, poco creativi. E allora devo dire che stare in casa è meglio». Sorride, con una punta di perfezionismo sposta il fascio di quotidiani: .L'ordine non deve essere una mania, ma un po' non guasta. La mia giornata è pesante, ma non ossessiva: sveglia alle sette, colazione dèi figli, corsa in macchina per portarli a scuola, uno in un posto e l'altra in un altro. Poi, via veloce al mercato dove mi trasformo in facchino con intere cassette di frutta e verdura. Di corsa a casa per la pulizia, che faccio tutta da sola. Finalmente alle dieci posso dedicarmi a me Stessa: leggo libri e giornali, disegno, sempre con la mia amata musica in sottofondo. Due ore tranquille proprio co¬ me le voglio io. A mezzogiorno in cucina per essere pronta verso l"una quando arrivano i figli affamati». Tanta sicurezza e organizzazione fanno quasi rabbia; ti vien voglia di dire: «No, non è vero, non è possibile, non può farcela in così poco tempo». Ma lei, assicura: .E' proprio così, invece». E prosegue il racconto di una sua giornata. .Al pomeriggio viene il bello. Nelle prime ore divento taxista e porto i bambini a nuoto, a scherma, a lezione di lingue. Poi si torna a casa e dt- | vento insegnante: facciamo H compiti insieme, rispolvero le cose imparate a scuola, mi tengo in allenamento con il tedesco che altrimenti avrei già dimenticato. E finalmente siamo alla cena; io non sono mai stata la mamma-amica, me la mamma-mamma e cosi i ragazzi hanno capito bene che anch'io ho i miei diritti fe alle 20,30, senza che lo debba neppure più dire, se ne vanno a letto». Piena di entusiasmo Barbara aggiunge: «La serata è di nuovo mia: cinema, concerti, teatro, visite agli amici, vado anche a ballare. Certo spesso accade che, tornata a mezzanotte da teatro, mi metta a stirare la tuta da ginnastica di mio figlio. Come se non bastasse Barbara trova tempo anche per quel fazzolettino di terra che c'è dietro la casa». Dice: .Coltivo un po' d'orto, mi crescono bene le fragole. No, non sono eccezionalmente organizzata per riuscire a fare tutto. Il lavorò domestico è come quello del libero professionista: oggi voglio leggere? Bene, non lavo i vetri. Domani non leggo e faccio i lavori arretrati. E' questa possibilità di regolare i tempi a rendere bello il mio lavoro. E poi è bello avere la casa a posto, cucinare, curare i fiori, non è neppure un lavoro: rende piacevole la vita». A questo punto ci si sente un po' turbati e un po' invidiosi: possibile che non ci sia proprio nulla di negativo nella condizione di questa casalinga? .L'isolamento, perché la società è diventata una seriedi microcosmi; se le donne socializzassero, sarebbe semplice accudire ai figli tutte insieme, scambiarsi favori. Ma questo è un sogno. Molte dicono che stare in casa ti tiene fuori dal mondo vero, quello della produzione, del lavoro, della competizione. Può essere véro». Ci pensa su un momento e prosegue: .Io, per esempio, sono contenta di avere la possibilità di conservare una capacità di critica autonoma; lo so che mi manca il confronto con altra gente su proble/ni specifici, che se ho un'idea sbagliata non la correggo perché non ne discuto, ma io posso formarmi opinioni senza essere influenzata. Nella mia vita prevale il privato sul pubblico; può essere un limite, ma non lo avverto come tale. Credo che sia soprattutto II fatto di avere figli a rendere bella la mia esperienza. Quante altre donne possono dire di non aver mal parcheggiato i bambini dalla nonna o a scuola, ma di averlt veramente cresciuti da sole, trasmettendo loro Idee, valori, cultura?». ' Barbara si interrompe, poi con rimmancabile sorriso confessa: .So di attirarmi molte ire, ma credo proprio che la casalinga sia una privi¬ legiata» Marina Cassi

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