Non c'è pace per le strade trasformate in tanti cantieri

Non c'è pace per le strade trasformate in tanti cantieri Si comincia col Ponte Vittorio che resterà chiuso quattro mesi Non c'è pace per le strade trasformate in tanti cantieri I lavori del sottosuolo e della pavimentazione sono indispensabili: ma non è possibile trovare qualche accorgimento per procedere in fretta? I responsabili: «No. Ci vuole pazienza» * E" proprio vero che chiudono il ponte di piazza Vittorio?' si sono domandati decine di cittadini che, dopo averi letto la notizia sui giornali, hanno cercato conferma telefonando al Comune, ai vigili urbani e a «La Stampa.. Tutti negativi i commenti: .Ma sono davvero necessari quattro mesi?-. 'Non si poteva lavorare d'estate, durante le ferie?». « Perché non si cerca di ridurre i tempi continuando a scavare anche di notte con le fotoelettriche?^, .Non era possibile istituire almeno un senso unico?». L'ingegner Franco Pennella, della ripartizione suolo pubblico, allarga le braccia sconsolato: .Sapevamo già in partenza che la chiusura del ponte sarebbe stata una decisione impopolare, ma purtroppo è assolutamente inevitabile.. Alla base del provvedimento c'è la necessità di ampliare il diametro di una serie di condotte: «La popolatone collinare è enormemente aumentata in questi ultimi decenni e sul ponte si è cercato di far passare la maggior quantità possibile di acqua potabile, metano, cavi telefonici e fili elettrici utilizzando la vecchia struttura; a questo punto, però, i tubi e le condotte sono sature. Bisogna sostituirle per adeguarle alle richieste degli utenti.. Di lavorare di notte non si parla: .Per istituire i turni sema riflessi negativi sull'occupazione, occorreva garantire commesse per almeno tre anni alla stessa impresa. E' impossibile». In compenso qualcuno lavorerà di domenica: •Ancìie se non sarà facile reperire un congruo numero di operai disposti a fare gli straordinari». Impossibile ritardare le opere sino all'estate: .A luglio e agosto anche i muratori vanno in vacanza: le imprese non possono assicurare un sufficiente numero di presenze». Anche l'istituzione di un senso unico pare pressoché .irrealizzabile: .Gran parte delle tubazioni corre proprio al centro del ponte, inoltre bisognerà sostituire i binari del tram impiegando macchine ingombranti: la carreggiata in quel tratto è larga solo sei metri, troppo pochi». Non ci sarà alcun problema per i pedoni: «/ marciapiedi resteranno sgombri, cosi da smaltire un flusso pedonale prevedibilmen te più in tenso». Grosse grane sono invece da mettersi in preventivo per gli automobilisti: i vigili urbani consigliano di utilizzare il ponte Regina Margherita piuttosto che quello di corso Vittorio, già In tempi normali alquanto intasato e di carreggiata più stretta. Ma, considerata anche la scorsa capacità di arterie come via Napione o via Vanchiglia, c'è da prevedere che questo consiglio non verrà ascoltato e che il ponte Umberto I finirà col sopportare una mole di traffico doppia di quella consueta. Code ed intasamenti non saranno però esclusiva prerogativa del ponti: li troveremo anche in via Nizza (dove si lavora già), via Valperga Caluso, via Rossini e via Madama Cristina. La «Trasporti Torinesi, effettuerà infatti la sostituzione dei binari del tram che vanno adeguati alle dimensioni dei «jumbo» della metropolitana leggera che, altrimenti, non potrebbero fare le curve e finirebbero con lo scontrarsi frontalmente. Un'altra sgradita novità attende i commercianti del mercato ortofrutticolo di Porta Palazzo: per 11 rifacimento del fondo, che ha ceduto in più punti per l'abitudine di far salire sul «battuto» anche i Tir carichi di merce, verranno sloggiati dalla zona abituale all'inizio di maggio e trasferiti nell'area di fronte alla caserma del Vigili del fuoco, attualmente adibita a parcheggio. Le opere di riassetto, del selciato dureranno cinque mesi. In sintesi fra condotte, tubi, binari e masselli da cambiare la città vivrà sei mesi di sconvolgimenti e di caos. Solo ad ottobre, se tutto andrà bene, potremo tornare ai consueti percorsi ed alle vecchie abitudini. Speriamo almeno che ci sia restituita una Torino più bella.

Persone citate: Franco Pennella, Ponte Vittorio, Umberto I