Era nel carcere di Rebibbia lo schedario dei brigatisti

Era nel carcere di Rebibbia lo schedario dei brigatisti Volevano sequestrare Merloni e uccidere un ufficiale Era nel carcere di Rebibbia lo schedario dei brigatisti DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Divisi fra questura e carcere di Rebibbia, 1 magistrati impegnati nelle inchieste sul terrorismo rosso seguono un fitto calendario di Interrogatori e confronti. -Per ora non possiamo dire niente. Emergono elementi sparsi. Non abbiamo ancora un quadro complessivo», si limitano a dire, invitando alla prudenza nel tirare giudizi e indiscrezioni. Pesa sul loro lavoro la vicenda dei quattro sindacalisti del ministero dei Trasporti ingiustamente accusati da un imputato, e scarcerati dopo una netta mobilitazione della base sindacale e di partito Sulle iniziative della magi stratura .si addensano per¬ plessità e sollecitazioni. Un gruppo di «amici e colleghi» di Rosario Rizzuti, operaio telefonico in servizio presso la Rai-tv, arrestato come presunta «talpa», ha rivolto al presidente Pertlni un appello perché «te posizione di Rosario sia al più presto chiarita». Il Rizzuti, nella lettera aperta, viene presentato come persona -che non corrisponde in nulla per quanto ci concerne alla descrizione della "talpa" fatta da Rai-tv e giornali: tutte le cose che sono state scritte e dette in questi giorni ci sembrano illazioni infamanti e menzogne». Gli amici di Rizzuti segnalano ancora che dal giorno dell'arresto, il 2 marzo, -né al suo avvocato né ai suoi fami- gliari è stato possibile vederlo né sapere dove si trova». I colleglli della Rai proseguono: Lo Stato democratico, se vuole essere giusto, deve rispettare le leggi e i diritti dei cittadini: solo così nel rispetto delle procedure si può arrivare alla verità». I difensori di molte delle persone arrestate nei giorni scorsi continuano a protestare, sostenendo di non aver potuto avere alcun contatto con 1 propri assistiti. L'avv. Eduardo Di Giovanni, legale di Gabriella Santori, Stefano Santini. Anna Rita Marmo, Giuseppe Santori, Simonetta D'Ottavi, Maria Montesi, afferma che solo quest'ultima è stata interrogata dai magistrati, mentre degli altri imputati non ha avuto fino ad oggi alcuna notizia ed ignora persino in quale luogo vengano trattenuti in stato di arre'sto, non risultando presenti in carcere. Dal principio dell'anno ad oggi sono circa cento le persone arrestate a Roma, e accusate di implicazioni con il partito armato: fra queste, almeno settanta sono pentite e parlano. Il lavoro di discernere fra delazioni e accuse documentate è diventato intenso. Dà anche notevoli frutti. La colonna bierre della capitale è praticamente smontata. Ci sono testimonianze di arrestati che hanno mandato all'aria offensive di morte'messe a punto con cura. Un operaio arrestato nel giorni scorsi sta parlando con dovizia di particolari, permettendo a polizia e carabinieri di conoscere e sventare i più recenti piani della colonna romana •28 marzo» capeggiata da Remo Pancelli e Luigi Novelli. E' un operaio che ha effettuato non molto tempo fa lavori di restauro nel reparto di massima sicurezza del carcere di Rebibbia. Ha permesso di trovare, proprio all'interno del carcere, schedari minuziosi,. biografie, rapporti, topografie di alloggi dei personaggi nel mirino. Sono decine di «istruttorie», preparazione di altrettanti agguati. Le bierre avevano in mente, cosi risulta dal materiale rinvenuto, di sequestrare Vittorio Merloni, presidente della Confindustria, di assassinare un maggiore del carabinieri da tempo minacciato dai terroristi, di scatenare una massiccia offensiva contro 11 carcere di Rebibbia. Tutto un capitolo a sé è questo piano, cui avrebbe dato un grosso contributo — notizie frutto di pedinamenti, schedature, orari interni, spostamenti di personale e di detenuti, mappe — l'agente ausiliario di custodia Giancarlo Starila, 22 anni, latitante, dileguatosi una decina di giorni fa.

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