Gelli convocò un generale e gli offrì il comando dell'Arma dei carabinieri

Gelli convocò un generale e gli offrì il comando dell'Arma dei carabinieri Altri due alti ufficiali, Giannini e Picchiotti, oggi alla Commissione P2 Gelli convocò un generale e gli offrì il comando dell'Arma dei carabinieri Il racconto di Floriani, che successivamente comandò la Guardia di Finanza, al giudice torinese Vaudano ROMA — Continua dinanzi alla commissione P2 la sfilata dei generali: dopo l'audizione di Santovitó, già responsàbile dei servizi segreti militari, e di Musumeci. suo principale collaboratore, tocca oggi al generale Orazio Giannini, ex comandante della Guardia di Finanza, e al generale Picchiotti, vlcecomandante dell'Arma dei carabinieri a riposo. Le loro deposizioni sono state sollecitate per chiarire, da un lato, alcuni episodi clamorosi rimasti ancora inspiegati e. dall'altro, per approfondire l'indagine sulle origini . e, le attività della loggia massonica organizzata da LictóGellt. . Giannini, in particolare, dovrà fornire chiarimenti su una testimonianza resa dal colonnello delle Fiamme Gialle. Elvezio Bianchi, ai giudici di Milano che ordinarono la perquisizione nella villa di Golii. Racconta Bianchi: «Zi 17 marzo 1981 ricevetti un órdine scritto da parte dei giudici milanesi per una perquisizione nei pressi di Arezzo Durante il tragitto, secondo gli accordi, aprii la busta che conteneva le disposizioni. Dovevo perquisire l'abitazione di Lido Gelli, villa Wanda, e gli uffici della sua azienda, la Gioele di Arezzo. Prima di giungere a destinazione, però, ricevetti sul radiotelefono installato sull'auto unachiamata del comandante generale. Mi chiedeva di richiamarlo sul'suo diretto da un telefono pubblico. Eseguii l'ordine e Giannini mi anticipò alcune cose: che, cioè, avrei trovato a villa Wanda un elenco di presunti appartenenti alla P2 nel quale era compreso anche il suo nome. Subito dopo mi fece alcune raccomandazioni sostenendo che la pubblicizzazione di tale notizia avrebbe potuto, tn un certo senso, compromettere il buon nome del Corpo». Il colonnello Bianchi, però, fece il suo dovere sino in fondo e consegnò elenco e documenti di Gelli al magistrati facendo mettere tra l'altro a verbale anche il racconto di tale episodio. Chi avverti, allora, Giannini? Interrogato dagli stessi giudici pare che il generale abbia risposto che ad informarlo fu una persona anonima per telefono. Là giustificazione venne considerata «debole» anche perché, si disse, chi è colui che, senza nessuna qualificazione, può accedere, sebbene per telefono, ai comandante della Guardia di Finanza? Questo, dunque, è 11 principale chiarimento che la commissione presieduta da Tina Anselmi si attende, oggi, dal generale sospetto piduista, costretto, nel maggio dello scorso anno, a lasciare 11 suo incarico ad un anno e mezzo dalla sua nomina. Un altro genere di risposte i commissari si attendono. Invece, dal generale Picchiotti. L'ex alto ufficiale dei carabinieri viene Indicato come uno fra 1 più importanti e antichi collaboratori di Gelli. Ha anche ricoperto l'Incarico di «primo sorvegliante» della loggia massonica segreta. Picchiotti, in sostanza, è la persona più giusta, secondo molti commissari, per ricostruire attraverso la sua testimonianza 1 primi momenti, e forse 1 più fondamentali, della loggia di Gelli, 11 quale, per altro, mostrò sempre un Interesse particolare per gli esponenti delle Forze armate. Spesso, anzi, attraverso le sue «amicizie», cercò addirittura di influenzare le scelte del politici in occasione di nomine. Significativa, a questo proposito, rimane la deposizione del generale Floriani, giunto al comando della Guardia di Finanza dopo Giudice (rimasto coinvolto hello scandalo dei petroli) e prima di Giannini, che ha dovuto lasciare l'incarico anzitempo per sospetto «pidulsmo». Interrogato nei primi mesi dell'Bl dal giudice Vaudano di Torino. 11 generale Floriani ha raccontato di essere stato Invitato qualche anno prima (nel '78) In uno studio di via Condotti. Vi incontrò Lido Gelli e un cittadino americano a nome Roberto Memmo (costruttore e finanziere internazionale, pesantemente compromesso nell'Inchiesta Sindona). Non si sa bene per conto di chi. fatto sta che 1 due gli fecero un lungo discorso al termine del quale gli offrirono la possibilità di diventare comandante dell'Arma dei Carabinieri. Floriani rifiutò sdegnato, anche perché, disse al magistrato, non capiva a che titolo e per conto di chi i due,, gli offrissero tale incarico. Al suo posto venne nominato successivamente il generale Cappuzzo e Floriani, contemporaneamente, andò ad occupare il posto di Giudice. Con lui, anzi, cominciò, al vertice delia Guardia di Finanza, quella operazione di pulizia che la gestione Oiudlce-Lo Prete aveva abbondantemente inquinato rimanendo coinvolta, proprio nel livelli, più alti, nello .scandalo dei petroli. r. con.

Luoghi citati: Arezzo, Milano, Roma, Torino