Barbablù nei viali della città di Guido Ceronetti

Barbablù nei viali della città Barbablù nei viali della città Sulle potature, sempre più scioltamente assassine, di alberi di alto e medio fusto, intraprese in quest'epoca nelle città e lungo le strade italiane du comuni, regioni, assessorati, servizi pii di Manutenzione Giardini e affidate a squadre di manigoldi della sega meccanica che ti trasformano ogni albero in un Gelboc dantesco «che poi non senti pioggia né rugiada», ho ricevuto parecchie lettere da varie parti d'Italia, tutte di consenso, dopo il mio articolo del 23 febbraio scorso. Parecchie, ma vorrei fossero state valanga... Invito chi ti sensibile a non limitarsi ad approvarmi. Trasformatevi in tafani, spedite telegrammi ai responsabili dello scempio, mandate i vostri bambini a formare gentili catene di protezione intorno agli alberi minacciati dalle squadre della morte, per ripetere «non passerete», ('gli alberi li potiamo noi, con forbicine». Sarà molto meglio che mandarli a scuola quel giorno, dove imparerebbero che «la potatura annuale è necessaria» e che «i tecnici sanno» e che «la scienza ha deciso che va bene cosi». Ci sono viali splendidi, ormai trasformati in esibizioni di orridi manichini. Sarebbe una potatura questa? Se un albero canceroso deve subire quello che in chirurgia si chiama un intervento demolitivo per tentarne la salvezza in extremis, con possibilità di rifioritura, venga pure, dopo opportuni esami, il chirurgo, o meglio l'esecutore (come lo sente l'albero, che soffre ma non distìngue): ma perché infliggere lo stesso trattamento agli alberi sani? Ne ho visti, anzi li ho a pochi passi da casa mia, che dopo la vergognosa potatura dell'anno passato stavano appena appena ributtando rametti... Rametti di un tenero da agnellino, da cappuccetto rosso, da feto di sette mesi, rametti di un verde pallido commovente, piccolo miracolo della vita profonda che rinasce anche dalle ceneri di un bombardamento atomico, rametti-angeli, rametti-agnellini che William Blake avrebbe cosi apostrofato, nel suo ritmo innocente: Little Lamb, who mode thee?, rametti non più lunghi di un metro e mezzo, felici di essere stati chiamati a ricoprire la nudità triste di quel povero tronco... Pensavo: questi li risparmieranno. Questi non oseranno toccarli. Come se i Barbablù comunali conoscessero la moderazione... Un mattino, la squadra arriva, sperimenta gli strumenti sul collo di alcuni passanti, e poi giù addosso ai ramettini appena nati... neppure uno per sbaglio, ne hanno lasciato... Ora passo per una strada senza vita. Una lettrice siciliana mi scrive di aver visto potare, a Na- Guido Ceronetti (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Persone citate: Little Lamb, William Blake

Luoghi citati: Italia