Antonioni e i cinesi hanno firmato la pace

Antonioni e i cinesi hanno firmato la pace Dopo tante polemiche, incontro a Torino Antonioni e i cinesi hanno firmato la pace ROMA — 'Accolgo Hnvito: sarò a Torino lunedì, parteciperò alla serata die conclude "Ombre elettriche", la grande rassegna del cinema cinese», Informa Michelangelo Antonioni. Finalmente: dopo otto anni di separazione e, da principio, di aspro conflitto, si realizza cosi a Torino il nuovo incontro tra la Cina ufficiale e il regista italiano che fra 1 primi esplorò con la macchina da presa l'universo cinese, nel suo filmdocumentarlo Chung Kuo Cina. Si concludono positivamente giorni di tensione, mosse diplomatiche, dichiarazioni d'amicizia, richieste di inviti ufficiali, comunicati cordiali del vicemlnlstro che guida la delegazione cinese partecipante a Ombre elettriche, telefonate intercontinentali Torino-Pechino, inviti della Regione Piemonte che ha organizzato la manifestazione: e persino di interessamento del nostro ministero degli Esteri, giacché anche il sottosegretario agli Esteri, il deputato liberale Costa, ha desiderato favorire la piena ripresa dei rapporti Cina-Antonioni. «Più che una discussione, io mi auguro che l'incontro torinese sia per ciascuno, ma soprattutto per la gente die vi parteciperà, l'occasione di chiarire con amicizia e serenità i propri punti di vista, le rispettive ragioni», dice il regista. Le polemiche furibonde, le colpevollzzazionl, la condanna alla gogna dell'autóre Italiano appartengono ormai a un passato remoto, allo stile infiammato e intollerante della Rivoluzione culturale,, al tempo della «Banda del quattro» considerata dalle autorità politiche cinesi contemporanea come la simbolica fonte di ogni ma-, le del Paese. Ma questo non significa che le idee dei dirigenti comunisti cinesi e del regista italiano, su Chung Kuo Cina come sul cinema In generale, coincidano. Il viceministro cinese, ad esemplo, ha detto ieri a «La Stampa» che Antonioni mostrò nel suo film di prediligere gli aspetti arretrati della Cina, di preferire l'antico splendore e folclore di Shanghai alle nuove strutture Industriali della citta, di amare 11 vecchio più del nuovo: ha osservato che la rapidità con cui 11 regista venne costretto allora a lavorare si vede, ed è divenuta per qualche aspetto superficialità. 'Può essere vero, ma io ne ho poca colpa», replica An¬ tonioni. 'Ho girato quanto mi hanno lasciato girare: che ne sapevo io di quello che c'era in Cina? Ho visto ciò che mi hanno permesso di vedere: e gli aspetti più moderni del Paese non me li hanno mostrati. Avevo chiesto di filmare le carceri, i manicomi, quei luoghi nei quali l'organiszazione di una società nuova poteva risultare più evidente, immediata. Non mi è stato concesso». La divergenza è probabilmente più profonda. Per la cultura cinese contemporanea, 11 cinema è soprattutto uno strumento pedagogico e ideologico, un mezzo didattico al servizio delle masse e della Cina comunista: «li mio punte di vista invece è diverso: neppure obiettivo ma individuale, quella visione personale delle cose di cui l'artista rivendica la libertà e il diritto», dice Antognonl. Allora un contrasto tra due culture non conciliabili? mll viceministro cinese ha fatto delle osservazioni, io cercherò di rispondergli. Spero che, condotto in spirito di amicizia e di reciproco rispetto, il confronto di opinioni possa risultare non soltanto culturalmente utile, ma anche abbastanza appassionante». i, t, I

Persone citate: Antonioni, Chung Kuo, Chung Kuo Cina, Michelangelo Antonioni