Inter contro Milan, c'era una volta il derby

Inter contro Milan, c'era una volta il derby La sfida cittadina descritta e vissuta alla vigilia senza particolari coinvolgimenti emotivi Inter contro Milan, c'era una volta il derby dal nostro inviato speciale MILANO — Il derby calcistico milanese vorrà, domenica, rioccupare la zona di San Siro, come da copione. La Sei giorni, il basket, 1 cavalli, un luna park, adesso 1 campionati europei di atletica indoor, hanno tatuato il posto con le loro scritte, i loro manifesti striscioni graffiti II calcio compreso quello del derby non è, a Milano, neppure intorno al suo luogo sacro, cosi Immanente come, mettiamo, a Torino o anche a Roma. La rioccupazione non è ancora cominciata, lo stadio non appare destinato a una festa imminente, sembra monumento del passata con quelle lapidi a ricordare Meazza e le coppe vinte dalla due squadre cittadine. Il derby a Milano è sentito sempre meno. L'Inter potrebbe anche vincere Io scudetto, 11 Milan potrebbe anche andare in B: ma questo non basta a convocare folle accese. Milano ieri nel pomeriggio ha cominciato a svuotarsi per 11 week-end 11 bel sole per tutti ha come espulso dalla città tanta gente, a cercare sole speciale, esclusiva II sospetto è che domani al derby ci siano mica tantissimi spettatori, e che arrivino soprattutto quelli poveri e quelli matti rochi già prima di cominciare a gridare. Piero Bassetti, che ha lasciato da poco Roma, 11 posto alla Camera dei deputati, per prendere a Milano la presidenza della Camera del commercio, si dice interista morbido e spiega cosi il «no» di Milano ai fescennini di un derby: «Questa è una grande città policentrica. Una serata alla Scala non è più quella di una volta, un derby non è più quello di una volta. Milano è cambiata, ha assunto tantissimi interessi Ci sono città monocentriche, o capaci di farsi monocentriche per qualche evento, come appunto un derby. Persino Roma nel calcio si fa monocentrica. Milano no, e questa mi pare una sua dote, dice di come la città respira in tantimodi». La mostra «Anni Trenta», che è uno spaccato dell'Italia però con molti filtri milanesi, non «cita» lo sport, 11 calcio, non. evoca nessun Ambroslana-Milah, e questo anche se si riferisce ad anni fascisti, teoricamente pieni di sport, (con appunto l'Internazionale costretta a chiamarsi Ambrosiana). «La mostra — dice Bassetti — è in realtà espressione tipica di un filone di cultura socialdemocratica sopravvissuta in quegli anni, è il mondo mitteleuropeo di Musil visto, vissuto alla milanese. Non ci sono anche dentro le altre due culture dell'epoca, quella fascista e quella cattolica ispirata da Papa Ratti. Cosi non c'è lo sport, non c'è Ambrosiana-Milan». Si fatica, a Milano, per trovare personaggi pubblici che vogliano parlare del derby, e che non siano quelli consumatlssimi da tante interviste precedenti. Celentano anni fa cantava «Scusi lei non era a Inter-Milan?». E aggiungeva: •Eravamo in centomila: La tribuna d'onore poi faceva premio nella scalata alla bella società. Adesso niente. «La tribuna d'onore — dice Mike Bongiorno, Juventino praticante, a Milano anche domani per ragioni di lavoro, teoricamente personaglo da derby di San Siro — è un rischio dovunque, per un personaggio pubblico. La cosiddetta tifoseria ci ha tolto questo piacere. Io varrei andare allo stadio, con la radiolina per sapere della Juventus. Ma so già che .mi aggredirebbero a parole, ini insulterebbero perché sanno del mio tifo juventino. Più nessuno va allo stadio per divertirsi, vivere e lasciar vivere. A Catanzaro fischiano Qalderisi in azzurro. In America l'avversario che gioca bene e produce spettacolo è applaudito. La gente nostra ormai va allo stadio da cattiva. Mio figlio è interista, vorrei andare a San Siro con lui, con mia moglie: ma so già che loro due sarebbero più in crisi di me, per cosa la gente mi direbbe. Un fastidio, un disagio anche fisico: perchè cercarlo ?•. C'è disimpegno psicologico, nei riguardi del derby e forse anche del calcio tutto. Farina del Milan è fuori Italia, Fraizzoli dell'Inter è fuori Milano. Dai cosiddetti quartieri generali delle due squadre arrivano segnali poveri. « Già questo fatto di allenarsi a Milanello e Appiano Gentile — dice Ri vera, vicepresidente del Milan — toglie sale alle discussioni, toglie humus settimanale alle tifoserie». Rivera per anni praticò e predicò lo spettacolo calcistico, «ma mi hanno dato del cretino, e adesso dico che mi andrebbe ài pincere^H <&&-. py anche giocando male e rubando.. ■ ■' ■ 1 ": • ' Il Milan non avrà in panchina l'allenatore Oalbiati (permesso scaduto), lo sosti-, tuirà Zagatti, niente collegamenti con walkie talkie: «Si conoscono da una vita — fa Rivera — e non credo proprio ci sia bisogno di giocare con radioline da bambini». Quelli del Milan hanno deciso che l'incontro è «Jolly», sta cioè- nel due annuali da superpremio: rischiano ma preferiscono raddoppiare la quota-base, che è alta per un match difficile, anziché mettere 11 «jolly» su un incontro più facile con premio-base più basso. In caso di vittoria dovrebbero prendere tre milioni e duecentomila, cioè settecentomila più di quelli dell'Inter. L'Inter domani .ospita. Fralzzoli è fuori Milano, arriva oggi ad Appiano per la messa diclamo da campo. Ieri soltanto» bagni e massaggi.. Gian Paolo Ormexzano Malgrado l'importanza dell'avvenimento non si prevede un grandissimo pubblico. Parlano Bassetti, Mike Bongiorao e Rivera