Ergastolano rivela un'altra verità sull'assassinio dei due carabinieri

Ergastolano rivela un'altra verità sull'assassinio dei due carabinieri Al processo di Farre Figueras si susseguono i colpi di scena Ergastolano rivela un'altra verità sull'assassinio dei due carabinieri Il principale imputato aveva detto nell'ultima udienza: «Li ho uccisi solo io, perché mi sfottevano» - Ma il teste: «Macché: la decisione fu presa da tre potenti boss della droga» Un'altra verità, un altro supertestimone al' processò per l'omicidio di Tonino Gubbioni e Giuseppe Terqiiniello, i due carabinieri di Moncalieri caduti in un agguato Ja notte del ,2 magglp 77, Ieri è toccato a Saivatore-Sanfilippo, 27 anni, palermitano, condannato all'ergastolo, un detenuto comune che da mesi collabora con gli inquirenti anche su episodi di terrorismo. « Tutto -~uello che dico — ha precisato appena arrivato in aula — non è dettato da rancore verso qualcuno. Non mi aspetto in cambio nessun beneficio, ho già l'ergastolo sulle spalle». Sicuro e a tratti arrogante, ha spiegato: Sono stato nell'estate 77 in cella a Saluzzo con Carmelo Puglisi che mi confidò di aver preso parte con Farre Figueras all'agguato teso ai due carabinieri. Mi spiegò anche che lui non sparò perché la pistola si inceppò». Perché fu deciso l'omicidio? Sanfilippo: «Gubbioni e Terminillo stavano per mettere le mani sul traffico di droga organizzato dai Miano e Messina, legati al clan siciliano dei Greco. Proprio in quel perìodo erano arrivati dalla Sicilia 5 chili di droga». Secondo Sanfilippo dell'organizzazione criminale faceva parte anche l'ex carabiniere Antonio Chessa, la «talpa» infiltrata nella caserma di Moncalieri che in questo processo risponde però solo di associazione per delinquere. Ka spiegato il teste: «La condanna a morte dei carabinieri fu decisa in un "summit" dai tre Miano, i due Messina e Chessa. A far cadere nella trappola mortale Gubbioni e Terminiello fu proprio Chessa». L'ex carabiniere avrebbe detto ai due colleghi che quella notte c'era una persona disposta a chiarire molti loro dubbi sul traffico dJL droga. All'appuntamento t^oy; invéce lapistola guéràs. Qualche sorriso ironico in aula ma il teste imperterrito ha continuato: «Tutto quello che mi disse Puglisi a Saluzzo lo confermò mesi dopo lò stesso Farre Figueras nel carcere di Porto Azzurro. Aveva con sé un ritaglio di giornale con le fóto dei carabinieri uccisi e si compiaceva di essere riuscito a farti fuori con una rapidità eccezionale». Poi, tra la sorpresa generale, Sanfilippo ha invitatoli Figueras a «dissociarsi, a collaborare con la giustizia». «Ricordati che quelli che ora difendi — ha detto al Figueras — sono gli stessi che ti hanno condannato a morte». Silènzio in aula mentre il teste continuava: «Nel carcere di Foggia, durante una rivolta nel settembre '81, io, Antonino Farro e Vincenzo Andraus do¬ vevamo uccidere Farre assieme ad un altro detenuto», i Anche in questo caso l'ordine di morte, sarebbe partito dai Miano, delusi del loro killer .p^efftrijq <Farne Flgueraa* «lo mi sono però dissociato rrt ha spesato ancora Sanfilippo — ho consegnato il coltello che avevo ricevuto al direttore del carcere». Di Farre Figueras ha aggiunto: «E'preparato ad azioni di guerriglia, è stato legionario e mercenario in paesi stranieri». Puglisi e Farre Figueras hanno negato tutto. -Mai fatto confidenze al teste. E' un mitomane». Ma chi è in realtà Salvatore Sanfilippo? Nel novembre '79 è stato condannato all'ergastolo dal giudici di Genova: avrebbe ucciso su commissione-della mafia siciliana un certo Giuseppe Torchia Secondo gli inquirenti mentre era nel carcere di Bad e Carros a Nuoro avrebbe assassinato nell'ottobre '80 con altri reclusi Biagio Iaqulnta («garrotato») e Francesco Zarrillo, sgozzato. Nel settembre '81 nel carcere palermitano dell'Ucciardone sequestrò per un'ora una guardia e un sostituto procu¬ ratore della Repubblica E torniamo al processo.l.d^rifensori. hanno attaccato .con estrema durezza la deposizione del Sanfilippo. Per Badellino e Manuello (legali di Santo Miano) sono tutte frottole. Della stessa opinione gli avvocati Zancan, Dal Piaz, Festa, Ronco, Albanese, Lo Greco, Foti, Gallo, Renzo Mazzola e Giorgio Merlone. Per tutti il teste non è credibile, è un simulatore. Una domanda che si pongono i legali è questa: perché Puglisi e Farre Figueras si sarebbero confidati con uno come Sanfilippo? Perché Santo Miano avrebbe parlato con Antonio Ribaudo,' altro superteste di questo processo? Il processo, difficile e lungo, ha registrato anche * scontri duri tra difensori, pm (che ha chiesto 7 ergastoli) e parti civili. Zancan, in un intervento durato 5 ore, ha attaccato con asprezza l'istruttoria. "L'accusa — ha dettò — procede con cieca e aprioristica presunzione. Non c'è stato un agguato». E' la tesi sostenuta anche da Fai-re Figueras che ha confessato di aver ucciso da solo i carabinieri, scagionando gli altri. Il processo riprenderà il 17 marzo. Nel frattempo saranno acquisiti dati su Sanfilippo che nel '73-74 e stato in tre manicomi diversi. «Ma l'ho fatto apposta — ha spiegato —, darò in escandescenze per farmi ricoverare e incontrarmi con amici». Nino Pietropinto

Luoghi citati: Bad, Genova, Messina, Moncalieri, Nuoro, Porto Azzurro, Saluzzo, Sicilia