Dittrich: smentisco De Michelis di Eugenio Palmieri

Dittrich: smentisco De Michelis Dittrich: smentisco De Michelis E' uno dei membri della Giunta - «Mai presentato le dimissioni» ROMA — Fino a questo momento un risultato è stato sicuramente raggiunto nella vicenda del rinnovo del vertice Eni: una grande confusione che rischia di avere gravi contraccolpi sull'attività dell'ente in un momento estremamente delicato. «Il comportamento del governo è stato irresponsabile», dice il comunista Peggio. «Entro due settimane sistemeremo tutto secondo la strategia che abbiamo fissato», assicura De Michelis. Per ora la Giunta, il massimo organo decisionale dell'ente, si trova in una situazione senza precedenti: il presidente Grandi che non intende accettare l'invito del ministro a rimettere il mandato; tre membri, tra cui il vicepresidente Di Donna dimissionari; il quinto, il democristiano Dittrich, che lega le dimissioni «alla legittima rlfor ma degli enti», in contraddi- ■e-ione con quanto affermato dal ministro C«ho le quattro lettere In tasca» n.d.r.) e in polemica con i metodi fin qui seguiti. In pratica Dittrich ha smentito seccamente che De Michelis abbia ricevuto una sua «lettera di dimissioni da membro della Giunta». Un portavoce dell'Eni sostiene che l'episodio ha aperto una problematica inesplorata e che probabilmente l'assetto attuale consente di portare avanti soltanto l'ordinaria amministrazione, altri invece sostengono che con le lettere consegnate a De Michelis è di fatto venuto meno il rapporto •politico- tra il ministro e la Giunta, che tra l'altro oggi dovrebbe riunirsi. La vicenda dell'Eni, anche ieri è stata al centro di un 'animata discussione alla Commissione Bilancio della Camera. La seduta si è conclusa con un vivace scambio di battute tra il ministro De Michelis e i comunisti Peggio e Gambolato, tra De Michelis e l'indipendente di sinistra Bassanini «Faremo tutto alla luce del sole secondo la legge vigente» ha detto il ministro delle Partecipazioni Statali. «Le vostre argomentazioni non stanno in piedi», ha risposto accalo rato Gambolato. I comunisti sono particolarmente battaglieri e in una risoluzione avvertono Spadolini a non prò cedere sulla strada dei decreti presidenziali «in quanto si comprometterebbe il delicato rapporto tra governo e Parla mento». Le posizioni si sono ormai ampiamente delineate. De Mi chells sostiene che il governo è nel pieno diritto di collegare il rinnovo del vertice dell'Eni alla presentazione imminente dei due decreti presidenziali e del disegno di legge che riforma gli statuti degli enti; l'opposizione ritiene la manovra puramente strumentale, ovvero un nuovo episodio di lottizzazione, in quanto il rinnovo avrebbe senso soltanto dopo l'approvazione da parte del Parlamento dei provvedimenti che il governo presenterà. E la disputa, a vedere gli scambi di battute tra i contendenti, non è di poco conto. De Michelis ha ribadito che su Grandi non gravano appunti rmvumpslztvPidmtnEFptqmfqmQmcìflci'ma"che"è'ne7'poÌèri\del governo scegliere gli uomini che ritiene più adeguati per gestire il 'nuovo corso-. E cosi ha spiegato le prossime decisioni che porterà forse al prossimo Consiglio dei Ministri: per Eni ed Efim saranno messi a punto due decreti presidenziali che modificano in alcune parti gli statuti attuali in lìnea con la legislazione vigente ma che anticipano le linee della riforma vera e propria, mentre per Viri, per il quale non è sufficiente un provvedimento amministrativo, si dovrà attendere l'approvazione del disegno di legge. dò significherebbe, ha chiesto il comunista Gambolato, che il presidente dell'Ili Sette sarà prorogato nella carica pur essendo il suo mandato scaduto, in attesa delle statuto, oppure che il rinnovo del vertice Iti precederà la riforma? «E' probabilissimo» ha risposto subito De Micìwlis «che una volta approvato il nuovo statuto, quale che sia il tempo necessario, occorra rinnovare nuovamente il mandato del vertice». Come si vede la discussione è ormai ad un livello complicato e per molti aspetti non sempre comprensibile. Secondo l'indipendente di sinistra Bassanini, De Michelis disattende le stesse indicazioni della Commissione Amato (la Commissione che ha lavorato alla riforma delle PPSS). Anche in questo caso il ministro ha controbattuto: Ti sbagli e te lo dimostrerò e dovrai riconoscerlo pubblica mente quando avrai letto il testo dei decreti». Resta inteso cìie per i comunisti i presidenti di Irt, Eni ed Efim, cioè Sette, Grandi Fiaccavento, vanno cambiati percìié lianno dimostrato tutta la loro incapacità, ma che questo va fatto senza colpi di mano. Eugenio Palmieri

Luoghi citati: Roma