Milva tra Azucena e Madre Coraggio sarà una fona della natura per Berio

Milva tra Azucena e Madre Coraggio sarà una fona della natura per Berio Brani dell'attesissima opera (alla Scala il 9) presentati dall'autore e dal regista ' « —- Milva tra Azucena e Madre Coraggio sarà una fona della natura per Berio MILANO — «La vera storia "si dice Luciano Berlo — evidentemente non esiste; non c'è mai una "vera storia", lo sappiamo tutti, senza scomodare Pirandello». Sul palcoscenico della Piccola Scala, a una settimana dal debutto — il 9 alla Scala — ilmusicista, il regista Maurizio Scaparro, lo scenografo Carlo Tòmmasi, alcuni interpreti (fra cui Milva e Alexandrina Milcheva) hanno presentato l'altra sera Hmrótdvbró'' L'idea « dei 72; testo di Italo Calvino, legato a Berto da un'amicizia di anni. Dice Scaparro: «E' sempre difficile trovare scrittori e musicisti disposti a rischiare narrando il nostro tempo, Noi continuiamo però a credere che si possa fare teatro In modo tale da sentirsi non museo bensì ingranaggio di una società che si cerca. Ed è questa la grande ansia, la grande speranza che percorre La vera storta di Berlo». Il proposito è chiaro: attraverso quali fatti s'intenda raccontare i nostri giorni, sembra, invece, un po'meno facile da capire. «Ce anche il terrorismo» anticipa Berto, attento a illustrare (semmai) sólo la 'prima parte dell'opera, lasciando agli spettatori, il gu sto di scoprirne la seconda. La scena si apre con una fe sta popolare: folla, corteo, banda, risse, giochi, gendarmi che cercano un colpevole. Poi c'è uh condannato davanti al plotone d'esecuzione; scarica di fucili, sommovimenti, arrivo impfpwiso di Ada, che • potrebbe èssere» 'la figlia del l'ucciso. Ha in braccio un bambino che <• potrebbe essere» un figlio — da lei rapito — del comandante della città che ha ordinato l'esecuzione. (Il condizionale è della partitura: presumibilmente gli autori hanno inteso fornire solo delle indicazioni .che ogni spettatore, poi, elaborerà secondo se stesso). Ada, che sta fra Azucena e Madre Coraggio, canta «Se sai cos'è un figlio .' perchè anche le belve quésto Ió sanno, / allora ió'ff strappo / belva, questo tuo figlio...»: è una ballata, lainterpretano Milva e la soprano Alexandrina Milcheva. «Questo — spiega Berto — per sottolineare un certo conflitto fra.due mondi e, nello stesso tempo, per mettere in rapporto organico le varie componenti musicali». Infatti, nella prima parte, i mezzi della lirica (tenore, soprano, duetti, cori, bande) sono continuamente inframezzati da ballate. Durante la serata di presentazione «Se sai cos'è un figlio» viene eseguita da Milva, impeccabile esempio di «forza della natura», e dalla Milcheva, impeccabile esempio di «elaborazione tradizionale». A punteggiare la diversità, mancano i costumi: entrambe molto eleganti, la prima in tailleur- pantalone di pelle nera con camicia bianca, la seconda in abito di seta color chiamino con acarpe in tinta. ■ -'■ >■■ -■■ - Dopo il dramma del figliò, giunge Leonora (Mariana Nicolesco), contesa — fra danzatori acrobati, cantastorie, suonatori di fisarmonica e gendarmi — da Luca (Roeloff Oostwoud) e Ivo (Alberto Noli). Luca ferisce Ivo e finisce in prigione; passa un corteo di clero e gendarmi con alla testa Ivo; Ada chiede la grazia ed è respinta; Leonora e Ada si abbracciano «dominate da un'ansia disperata». Infine, Luca, Ivo, tutta la gente sono di nuovo in scena; le luci si al tenuano, il palco lentamente si vuota; Ada rimane sola, a esprimere «Ira o rassegnazione, angoscia o speranza, ri volta o rimpianto... La vera storia è composta di frammenti, «fogli che — afferma Scaparro — appartengono tutti alla nostra coscienza, passano attraverso riti di massa ricordi, lotte e confusioni di ruoli, di una societàspettacolo che rende oggi ancora più complessa e ambigua la realtà storica della festa, ancora più difficile la libertà dell'immaginazione». Ornella Rota o a , à Milva alle prove di Beno

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