Per la strage di Brescia adesso si riparte da zero

Per la strage di Brescia adesso si riparte da zero Il pg ricorre contro l'assoluzione degli imputati Per la strage di Brescia adesso si riparte da zero L'inchiesta in Cassazione - Amarezza per l'incapacità dello , Stato di far luce sul tragico attentato del 28 maggio '74 DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BRESCIA — Trentamila pagine, un cumulo di fascicoli procedurali con documenti, confessioni, ritrattazioni, nuove confessioni, perizie per una strage orrenda che causò la morte di otto persone e il ferimento di oltre cento e, alla fine, l'assolutoria generale con la formula più ampia senza neppure l'ombra di quel dubbio, che già aveva accompagnato il clamoroso esito del dibattimento di Catanzaro per piazza Fontana. L'elenco di questi elementi e il loro raffronto con l'atto conclusivo del processo d'appello per 11 sangue di piazza della "la, sanzionano purtroppo, e senza equivoci, il fallimento della macchina processuale, la sconfitta della giustizia, l'incapacità degli apparati dello Stato, almeno sino a questo momento, di far luce sui più tragici eventi dell'eversione nera. Ora c'è il ricorso in Cassazione, proposto dalla Procura generale che aveva chiesto la condanna all'ergastolo di due degli imputati e per uno di essi, Nando Ferrari, una seconda condanna al carcere a vita per la morte di Silvio Ferrari, saltato in aria su una motoretta imbottita di trìtolo pochi giorni prima dell'esplosione di piazza della Loggia. Ora si profila la riapertura dell'inchiesta, si profilano nuove indagini, che devono ricominciare da zero, tentare di far confluire in un discorso logico e coerente, tracce, indizi frastagliati e disorganici. Ma la sensazione diffusa è che per i morti di Brescia e per i loro famigliari, da otto, anni in attesa di giustizia, si sia perso troppo tempo prezioso e che la verità sia ben lontana dall'essere individuata. E sono queste sensazioni, accompagnate e giustificate dalla consapevolezza dei fallimenti e delle sconfitte, a suscitare ovunque delusioni, moti di protesta e di sdegno come quelli registratisi in piazza della Loggia lunedi pomeriggio durante la manifestazione organizzata dai sindacati e ieri durante un corteo studentesco (presenti un migliaio di persone). Non suscita amarezza tanto il fatto in sé dell'assoluzione {'Non voglianw condanne avventate-, dicono i famigliari delle vittime), assoluzione che in una società fondata sui principi dello Stato di diritto non deve essere mai negata quando sussiste, la minima ombra di dubbio, quanto, appunto, le prove di inadeguatezza e d'inefficienza fornite dagli organi di polizia e giudiziari in tali occasioni. Inadeguatezze venute alla luce nell'aula della Corte d'assise di Brescia nel corso di un dibattimento, in cui, oltretutto, le parti civili, come già era accaduto a Catanzaro, non sono apparse compatte, ma spesso divise, il che non ha certo favorito il compito di chi doveva emettere il verdetto. I nomi degli imputati ora assolti, sono venuti fuori faticosamente, tra reticenze e dichiarazioni contraddittorie, dopo oltre un anno di indagini. E reticenze e contraddizioni hanno finito per pesare in modo decisivo sull'esito del processo. Ma quegli imputati venivano da un'area ben precisa, l'estremismo di destra. L'assoluzione di alcuni rappresentanti di quell'estremismo, si osserva ora a Brescia, non significa che la matrice dell'attentato debba essere cercata in altre direzioni. E si sottolinea che la strage avvenne al culmine di una serie di atti di violenza ideati e compiuti dall'eversione fascista. Contro una tale eversione' protestavano in piazza della Loggia i cittadini di Brescia quel mattino piovoso del 28 maggio 1974, in cu1 l'ordigno esplose. Verso quella matrice, ancora una volta, si indirizzeranno le indagini che ora. faticosamente, devono ripren¬ dere. ci. gr.

Persone citate: Nando Ferrari, Silvio Ferrari

Luoghi citati: Brescia, Catanzaro