Niente fotografi e tante protesté al processo d'appello contro 72 br di Claudio Cerasuolo

Niente fotografi e tante protesté al processo d'appello contro 72 br Burrascoso avvio del dibattimento che si è aperto ieri mattina alle Vallette Niente fotografi e tante protesté al processo d'appello contro 72 br Il presidente spiega il divieto: «E* triste vedere gente in gabbia, come bestie» -1 legali si lamentano: «Non c'è stato tempo di parlare con gli imputati» - Assente il pentito Peci Per la prima volta, a Torino, in un processo con decine di imputati per fatti di terrorismo, è stato proibito l'ingresso in aula a fotografi ,é operatori televisivi. E' accaduto ieri mattina alle Vallette, dove è cominciato il giudizio d'appello contro 1 72 appartenenti alfa colonna torinese delle Br, già capitanata dal pentito Patrizio Peci, assente all'appuntamento; L'atteggiamento inflessibile della corte d'assise d'appello (pres. Ricca Barberis, giudice a latere Garavelli, sei giudici popolari e tre supplenti), le continue proteste dei legali per violazioni dèi diritto di difesa, l'affermazione del procuratore generale Fioravanti, che «l'esigensa fondamentale è la tutela dell'ordine pubblico», hanno reso incandescente il clima della prima udienza. Poco prima delle 13,30, la corte, ritiratasi per l'ennesima volta in camera di consiglio, ha accolto la richiesta dei legali di parlare con i propri assistiti e ha concesso tempo fino a venerdì mattina, quando si riprenderà il processo. La cronaca della mattinata registra subito l'off limits imposto ai fotografi. Interpellato, 11 presidente Ricca Barberis, un magistrato che non teme di essere impopolare, spiega la sua decisione: «E' triste vedere della gente in gabbia, come le bestie. I fotografi non devono più entrare in aula, per tutelare il diritto alla riservatezza degli imputati». Inutile replicare che i fotografi operano nell'ambito del diritto di cronaca e che limitare la loro azione vuol dire restringere pericolosamente il diritto all'informazione e quindi la libertà. La macchina processuale si mette faticosamente in moto con l'appello degli imputati. Nelle sei gabbie ci sono 46 detenuti, molti dei quali rifiutano perfino di rispondere. Nove revocano il difensore di fiducia e la corte nomina un legale d'ufficio; 10 hanno rinunciato a comparire, 7 sono dichiarati contumaci, altri 9 sono presenti a piede libero. Tra questi ultimi c'è l'avvocato Sergio Spazzali, arrestato, processato e rimesso ln"J&berta. Quando viene pronunciato il nome di Patrizio Peci, dalie gabbie si commenta: •■Sarà uscito anche lui». E' una delle poche intemperanze dei detenuti, che non hanno letto proclami o comunicati, anche perché tutte le carte in loro possesso sono state sequestrate. Non appena i legali prendono la parola, piovono sulla .corte numerose eccezioni di nullità per violazione dei diritti della difesa. Protesta l'avvocato Bianca Guidetti Serra: «Due miei assistiti svito stati colpiti da mandati di cattura del giudice romano Amato per insurrezione contro lo Stato. Ho telegrafato, scritto, telefonato, chiedendo di poter parlare con i due imputati e non mi è stato nemmeno risposto». L'avvocato Perla, che difende una trentina di imputati : « Non ho potuto parlare con nessuno dei miei assistiti. Le pili recenti misure di sicurezza hanno ridotto la possibilità di colloqui a un pomeriggio alla settimana. Così, noi legali siamo ridotti a comparse». Aggiunge l'avvocato Cirillo: •Se. la difesa è superflua ce lo dicano - e ce ne andremo». L'avvocato Fuga sostiene che «I detenuti dovevano essere tradotti nel luogo di celebrazione del processo con anticipo sull'inizio aie! dibattiménto e noti l'ultfìno'giorni, come, è invece avvenuto». La corte si ritira e respinge tutte le eccezioni. L'avvocato Bianca Guidetti Serra protesta per l'esclusione dei fotografi e il presidente Ricca Barberis spiega anche a lei che «non è bello vedere gente in gabbia». Il legale replica che lasci giudicare agli imputati e ai loro difensori quello che a loro conviene. Ricca Barberis: «Sé è il difensore che vuole pubblicità...». Guidetti Serra: «Non tollero frasi del genere, neanche a livello dibattuta». Per il procuratore generale Fioravanti, «in. questo processo conta soltanto l'ordine pubblico». Quando i legali insistono con nuove eccezioni li accusa di utilizzare «espedienti difensivi». Insorge l'avvocato Costanzo che protesta «per fatto personale», consigliando al rappresentante dell'accusa di «fare il suo mestiere senza lasciarsi andare a immotivate accuse di collusione». La corte si ritira nuovamente, interrompendo lo scontro verbale, ormai giunto al limite della rissa. Poi, la decisione di consentire i colloqui degli avvocati con i detenuti per i prossimi due giorni placa, almeno momentaneamente, gli animi. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Torino