Chi vuol minare il Cancelliere? di Tito Sansa
Chi vuol minare il Cancelliere? OSSERVATORIO Chi vuol minare il Cancelliere? Lo scandalo dei «fondi neri» per il finanziamento dei partiti, nel quale sono coinvolti tre personaggi di primo piano del governo tedesco, sta segnando il passo e nello stesso tempo diventa sempre più misterioso. La magistratura, che venerdì scorso ha confermato i sospetti sul ministro delle Finanze, il socialdemocratico Hans Matthoefer, sul ministro dell'Economia, il liberale Otto Lambsdorff, e sul capo della cancelleria Manfred Lahnstein, braccio destro di Schmidt, tace e si rifiuta di permettere agli indiziati di dare un'occhiata ai documenti che li riguardano. Mentre i tre membri del governo respingono ogni responsabilità e il Cancelliere dichiara loro la sua assoluta fiducia, a Bonn si comincia ad analizzare il comportamento per lo meno strano della magistratura che per molto tempo ha permesso una continua fuga di notizie riservate e non è mai intervenuta, né per impedirne la pubblicazione, né per identificare la falla. Molto cautamente perfino lo stesso Cancelliere Schmidt comincia a mettere in dubbio il lavoro dei magistrati e ricorda che anche lui, nel 1963, fu pubblicamente sospettato di alto tradimento e dovette aspettare ben quattro anni prima che l'accusa risultasse priva di fondamento. «Anche i magistrati — ha detto Schmidt —possono sbagliare». Dello stesso avviso è — una volta tanto — il più acceso rivale del Cancelliere, il cristiano-sociale Franz Josef Strauss. In un'intervista ha detto: «Tutto la vicenda potrebbe fir.ire con una terribile brutta figura della Procura di Stato. Ho l'impressione che, per motivi abbastanza trasparenti, dei falsi puritani in miniatura abbiano iniziato un'offensiva ge¬ nerale contro le forze-guida della Germania Federale. E' incredibile che, da molli mesi, settimanali come Spiegel e Stern ricevano estratti di documenti autentici dalla Procura di Stato». A chi giovi la campagna di rivelazioni scandalistiche contro membri del governo di Bonn è una domanda che non trova risposta soddisfacente. Nessuno è finora riuscito a scoprire chi manovra dietro le quinte. Secondo la Frankfurter Ailgemeine i documenti riservati sarebbero stati forniti ai giornali dalla Germania comunista, evidentemente interessata a screditare il governo di Helmut Schmidt, ma all'unisono smentiscono tanto il servizio segreto tedesco a Monaco di Baviera che la centrale del controspionaggio a Colonia, e contemporaneamente il governo di Bonn e l'agenzia di informazione Adii della Germania Orientale. Respingono la tesi dello spionaggio comunista anche i partiti dell'opposizione, i democristiani e i cristiano-sociali, ricordando che i settimanali autori delle rivelazioni simpatizzano per i partiti di governo (il che accresce il mistero). L'agenzia ufficiale della Germania comunista dal canto suo scrive: «Si tratta chiaramente di una manovra concordala tra l'editore di destra Axel Springer e lo Spiegel con oscure mire contro il governo». Di sicuro c'è soltanto un fatto: alla magistratura di Bonn o al ministero della Giustizia esiste una talpa che sottrae documenti autentici, sulla cui attendibilità si nutrono tuttavia seri dubbi. L'obiettivo di screditare il governo e i partiti politici in blocco è — per il momento — raggiunto. Ma chi è il fantomatico deus ex machina che mira a una crisi di governo a Bonn? _.. „ Tito Sansa
Persone citate: Axel Springer, Franz Josef Strauss, Hans Matthoefer, Helmut Schmidt, Manfred Lahnstein, Schmidt, Stern
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