Anche il cinema di Pechino ha il suo «Uomo di marmo» di Stefano Reggiani

Anche il cinema di Pechino ha il suo «Uomo di marmo» Alla rassegna di Torino il film più discusso in Cina Anche il cinema di Pechino ha il suo «Uomo di marmo» TORINO — E' un'immersione totale nel cinema cinese, non pochi la affrontano con l'abbandono vigile di chi vuol ricostruire pezzo per pezzo il mosaico intero, dagli straordinari ed europeizzanti Anni Trenta al manifesti (strappati alla prudenza cinese) della rivoluzione culturale. E' un pubblico molto vivo, che premia nel modo migliore la rassegna torinese delle «Ombre elettriche»; ina si capisce che agli appuntamenti più importanti si raccolgano anche ospiti meno assidui, si crei un piccolo clima da evento. E' accaduto l'altra sera nella Sala del San Paolo, affollatissima per la proiezione del Racconto straordinario del monte Tianyun di Xie Jin, presentato dal solerte Ufficio stampa come il parallelo cinese del polacco Uomo di marmo. Xie Jin, autore anche dell'ottimo Sorelle del palcoscenico (1965) visto sabato, ha ottenuto l'anno scorso col suo film successi e premi in Cina e poi, per naturale contraccolpo, critiche severe e chiusura del mercato. Lo spirito cinese dell'autocritica (che potrebbe avere nel Racconto straordinario uno del suoi esempi più chiari e radicali) ha la particolarità di non esaurire mai del tutto i suoi esami, secondo un modello pedagogico della politica che va per rettifiche, verifiche, involuzioni. Cosi anche l'autocritico film di Xie Jin è caduto nel gioco delle autocritiche e per le autorità* per il partito in Cina il problema sembra essere ora: ma non si è andati troppo avanti nella denuncia degli errori passati? Soprattutto: non si è insistito troppo sull'ottusità permanente dei quadri medio-alti che garantiscono pure la continuità d'ogni politica? In una provincia del Nord, nel guardingo giro burocratico della segreteria locale del partito, neppure la caduta della banda dei quattro ha portato cambiamenti e slanci. Dice 11 segretario: .E' meglio aspettare i documen¬ ti ufficiali anche per applicate le nuove direttive del comitato centrale». Ma sua moglie, che è vlcesegretaria, approfitta della sua assenza per riaprire il caso di un militante condannato negli Anni Cinquanta come elemento di destra e durante l'impero della banda del quattro come controrivoluzionario, ma, all'opposto, Intellettuale rigoroso e pianificatore eccellente (con un. unico torto, crede che tra rivoluzionari si debba dire sempre la verità). La faccenda è complicata dal fatto che 11 reprobo è stato in gioventù il fidanzato della vlcesegretaria e che poi ha, sposato la sua migliore amica. Suggestiva per il suo uso immediatamente popolare, la formula del melodramma politico arriva con grandi ostacoli ad una conclusione necessariamente edificante: la riabilitazione dell'uomo onesto, la ripresa delle modernizzazioni nella sonnolenta provincia, la rinuncia ad impossibili romanzi d'amore. Ma tutto quello che c'è in mezzo, tra la rievocazione degli Anni Cinquanta e la riabilitazione, è un riassunto straordinario di dialettica é di prevaricazione politica: r.emarglnaziorie degli intellettuali e dei quadri sospettati ingiustamente (11 protagonista passa dall'ufficio al mestiere imposto di carrettiere e facchino), gli eccessi della rivoluzione culturale (la moglie del protagonista muore per le ■ conseguenze delle percosse), la condizione privilegiata dei quadri medi é alti Ih provincia con buoni interni borghesi, domestiche e raffinatezze culinarie. Pare sia la prima voltu che queste cose si vedono tutte Insieme sullo schermo cinese; è un segno positivo anche col suo seguito di imbarazzi. Vuol dire che l'autocritica ha superato per una volta gli schemi della liturgia che nasconde, in ogni regime, la resistenza della burocrazia at cambiamenti che la insidiano. Stefano Reggiani

Luoghi citati: Cina, Pechino, San Paolo, Torino