El Salvador, gli squadroni della destra di Igor Man

El Salvador, gli squadroni della destra :.-=. , ... , . . .li, ^,^K~r.±~ ~~.w~ , -t ■ v * • > • - -. ....... ... ., Gli uomini del maggiore d'Abuisson, in un confronto che non conosce pietà El Salvador, gli squadroni della destra L'assassinio di monsignor Ramerò sembrava averli isolati - Ma dopo le rappresaglie dei guerriglieri sui contadini l'Arena (il partito di estrema destra) si è rafforzato - Il comportamento «suicida» dei ribelli è dovuto in parte all'eccessivo numero delle bande, difficilmente controllabili DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAN SALVADOR — La barella è posata suìia strada, davanti a una baracca con la croce verde stinta dal sole e dalla pioggia dei Tropici Sulla barella un corpo, coperto da un panno bianco. Innumerevoli bambini, i piedi nudi arabescati dalla polvere, vecchi vecchissimi che s'appoggiano al lungo machete come ad un bastone, stringono d'assedio la barella. Ma ad un tratto la folla si apre: arriva ralcade. Ha un gesto imperioso, una mano solleva il panno, appare il volto di un'india «Pobreclta, io la conoscevo bene», dice ralcade. «E* Maria Dolores». Qualche vecchio si segna, altri gettano monetine da venticinque centavos in barattoli vuoti di conserva; servi-anno pei funerali. Ed è per Maria Dolores, contadina india, che siam venuti qui a San Sebastian, paese di diecimila anime, a mensa via, quasi, tra Cojutepeque e San Vicente, quarantacinque chilometri da San Salvador. Alle 9 del mattino tre soldati e un riservista, a bordo di una camionetta, pochi chilometri all'uscita dal paese, sono caduti in un'imboscata. I proiettili dei guerriglieri facevano secchi i quattro militari ma colpivano anche Maria Dolores che sedeva ai bordi della strada in attesa di un passaggio per San Sebastian. Maria Dolores, racconta ralcade, era una contadina «che ogni giorno veniva religiosamente —dice proprio cosi — a vendere in paese 11 pan de torta da lei fatto in casa, per buscar qualche soldo. Aveva cinquantaquattro anni, un marito e cinque figli. Una mujer limpla y inocente». All'arrivo dei giornalisti, da sotto i portici escono uomini torvi in camicia azzurra e pantaloni neri, armati di fuciloni, di mirro, grossi revolver infilati alla cintola. Oli occhi dal bel taglio obliquo scoccano sguardi di odio. Sono cupi e irati. Hanno appena appreso che il leader dell'Arena, il maggiore D'Abuisson, non terrà più comizio: è stato lievemente ferito in un attentato proprio sulla via di San Sebastian. Arena è il parfftódell'estrema destra che raccoglie la ricca borghesia, ma anche piccoli agrari. Fino a qualche settimana fa, a San Sebastian, relativamente pochi erano i simpatizzanti del maggiore D'Abuisson, un uomo dal passato fosco, accusato addirittura d'essere il mandante degli assassini di monsignor nomerò, il ^vescovo dei campasi nos». Ma dopo la -strage di San Valentino; le cose sono cambiate, l'Arena raccoglie consensi. Il 14 febbraio, giorno dedicato al santo degli innamorati, un gruppo di guerriglieri attaccarono San Sebastian; furono respinti al termine di uno scontro feroce. Ebbero il tempo, però, di tenere un quartiere periferico quel tanto che gli servì a snidare casa per casa «collaborazionisti» e massacrarli a raffiche di mitra. Naturalmente oltre ai «collaborazionisti» caddero tante Maria Dolores e anche bambini. ei naale Il caso di San Sebastian è emblematico: uno dopo l'altro i villaggi contadini cominciano a chiudere le porte e i cuori alla guerriglia, guardando agli estremisti di destra. Violenza chiama violenza. Una volta i campestrios erano pressoché tutti per la guerriglia. Ma da quando i miliziani han cambiato tattica, sparando, cóme suol dirsi, nel mucchio, incendiando raccolti, facendo saltare in aria autobus. i peones . han cominciato a voltargli le spalle. Un giovine veterinario che in forza del suo lavoro può verificare giorno dopo giorno la realtà contadina, almeno in un raggio di 200 chilometri da San Salvador, mi dice non preoccupandosi di celare la sua amarezza: «I campesinos non capiscono perché quelli che consideravano i liberatori si accaniscano contro di loro. Si fa presto a giudicare collaborazionisti poveri cristiani costretti a compromessi per sopravvivere. I guerriglieri se non tornano all'antico, rischiano di perdere l'arma più forte: 11 consenso popolare». Il presidente Duarte, al quale chiesi quali errori, a suo giudizio, commettesse la guerriglia, rispose: «Soprattutto uno, quello di trascurare il popolo». Il guaio è, aggiunse, che l'errore della guerriglia porta legna al fuoco «altrettanto cieco» dell'estrema destra. Aumentano gli «squadroni della morte» che fan giustizia sommaria di presunti sovversivi, aumentano i consensi per uomini come D'Abuisson: «Si profila un gioco al massacro che potrebbe rinnovare la tragedia della Spagna». Secondo un avvocato che si dice socialista, il «tralignamento politicamente suicida» della guerriglia può spiegarsi anzitutto con l'eccessivo numero di formazioni partigiane, spesso nate da scissioni e pertanto difficili da gestire unitariamente. Il proliferare dei gruppi ha portato sul campo «uomini estranei alla cultura del nostro Paese. Un Paese essenzialmente contadino», e; poi, sceso il livello delle varie leadership. Una volta erano intellettuali, borghesi e leaders campesinos a guidare i guerriglieri. Paradossalmente l'infoltirsi delle schiere ha, in molti casi, portato ai vertici locali uomini sprovveduti che in nome della lotta di classe consumano vendette. Così si spiega come, mentre nelle zone controllate dai « vecchi» il contadino si senta protetto, nelle altre, dove scorrazzano i nuovi quadri e uomini che non conoscono la cultura salvadoregna, si allarghi il fossato tra chi pratica la guerriglia secondo moduli stalinisti e ohi, i campesinos, la vorrebbe una vera rivoluzione popolare. E tuttavia c'è chi prevede, nonostante tutto, la vittoria, ancorché sulla lunga distanza, della guerriglia: padre Rojelio Pedraz, gesuita (.e conservatore» come precisa), un uomo minuto e tormentato, manager della civilissima Università cattolica. Perché? Basta rendersi conto di com'è fatta questa società. Al cambio ufficiale ci vogliono due colon e mezzo per fare un dollaro. Ebbene, un quarto della popolazione guadagna al mese meno di 25 colones, cioè meno di 10 dollari. Poi segue un 23 per cento che guadagna meno di 15 dollari al mese e 11 30 per cento che sta sotto i 20. n 20 per cento sta sotto i 100 dollari mensili e solo lo 0,56 è sopra 1 200 dollari. Non è quindi questione di ideologia, di rivoluzione, non c'entrano Cuba o 1 sovietici. Se alla gente avessero dato pane e lavoro non sarebbe accaduto nulla Ora è troppo tardi, la rivoluzione è in marcia. E con la rivoluzione cammina il socialismo armato con tutte le sue delizie..». Igor Man S. Francisco Gotera (El Salvador). Neppure i bimbi sono risparmiati dalla violenza delle rappresaglie

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