Accetto questo pericolo solo se non è sicuro

La valutazione quantitativa dei rischi La valutazione quantitativa dei rischi Accetto questo pericolo solo se non è sicuro .TH possono essere <( Y scienziati che si specializzano nella stima dei rischi causati da fatti accaduti in passato, ma questo non significa che abbiano il monopolio sulle decisioni di quali rischi siano accettabili in futuro». Questa considerazione, formulata da un esperto in fatto di rischi, il professor Bo Holmberg dell'Istituto per la Sicurezza del Lavoro di Stoccolma, si riferisce al dibattito attuale sulla valutazione quantitativa del rischi («risfc assessmenU). che si sta rapidamente estendendo anche alle sedi non specializzate. Nello sviluppo delle società industriali ci si è sempre trovati di fronte a innovazioni tecnologiche che presentavano rischi e pericoli per l'uomo nei campi più diversi: produzione di energia, trasporti, alimenti, eccetera. Ora c'è sempre più chiara l'esigenza di scelte ragionate su quali attività promuovere e quali abbandonare o ridurre. Ciò va fatto in base a considerazioni quanto più rigorose e scientifiche, calcolando i livelli di rischio che esse presentano e rapportandoli ai benefici per la società e per l'individuo. Particolare importanza rivestono le attività che assicurano vantaggi alla collettività, ma impongono rischi individuali a una serie più o meno estesa di cittadini. Su tali temi i governi e le amministrazioni chiedono spesso il parere di commissioni di esperti, i quali devono in qualche modo «misurare» questi rischi, per fornire elementi utilizzabili nelle sedi decisionali. il processo di valutazione dei rischi implica in molti casi l'acquisizione di dati relativi a popolazioni che sono già state esposte al rischio stesso. Per esempio, nello studio del rischi legati all'u¬ so di un composto nell'industria, se una certa malattia (o disturbo) compare nel 10 per cento dei lavoratori che l'hanno utilizzato in un certo tempo, e nel 2 per cento dei soggetti di un opportuno gruppo di riferimento non esposto, si parlerà di un «rischio relativo» di 5 di contrarre la malattia, per gli esposti rispetto ai non esposti. Con altri metodi si può risalire al rischio relativo, anche senza conoscere l'incidenza della malattia fra gli esposti e i non esposti, ma individuando tutti i casi di malattia comparsi in un certo tempo in una data popolazione, stabilendo la percentuale di esposti al composto in esame, e confrontandola con la percentuale di esposti in un gruppo di riferimento. Questo metodo si è rivelato particolarmente utile nello studio di certi rari tipi di tumori. E' possibile sviluppare gli studi in modo che si riferiscano a più tipi di esposizioni o più livelli di una stessa esposizione e si possono ottenere diverse misure del rischio. individuo società 0 Probabilità' morte 1 Relazione fra la probabilità di morte legata ad una certa attività e il costo (misurato con un punteggio arbitrario) che si ritiene accettabile per rimuovere tale rìschio. Dal punto di vista della società, tra le due variabili c'è una relazione lineare; d'altra parte, dal punto di vista dell'individuo, il costo accettabile sale rapidamente quando la probabilità di morte si avvicina a 1, cioè quando il rìschio diviene quasi certezza Grazie al miglioramento delle tecniche della ricerca sperimentale, inoltre, si può prevedere in laboratorio il livello di rischio legato a un certo fattore, utilizzando animali, colture di cellule e di batteri. Se il processo di valutazione dei rischi può essere condotto dagli specialisti con risultati interessanti, problemi più complessi compaiono nel fissare i livelli di rischio accettabile. Di enorme importanza è la percezione soggettiva dei rischi, che non dipende solo dai numeri: molti ritengono più rischioso un viaggio aereo che un viaggio in macchina (nonostante la maggior mortalità per incidenti stradali), perché in aereo l'individuo non controlla i possibili pericoli, e se c'è un incidente, questo ha un carattere catastrofico. La percezione dei rischi è legata al modo di pensare delle persone. Un automobilista non si allaccia la cintura di sicurezza perché ritiene assai improbabile che un incidente debba toccare proprio a lui su un dato percorso. Il vigile che osserva un gran numero di macchine sa che è assai probabile che almeno a qualcuno capiti anche solo un tamponamento e preferirebbe vedere tutti attrezzati con cintura e poggiatesta. Il singole lavoratore esposto a dosi minime di una sostanza cancerogena può ritenere di non essere personalmente in pericolo, ma l'epidemiologo che osserva una popolazione a rischio, sa che sull'insieme dei tumori che compaiono, qualcuno è attribuite a quell'esposizione. Qual è dunque il rischio accettabile? Qualcuno mette in relazione questo concetto con quanto la società è disposta a pagare per proteggersi da un pericolo. La società non è disposta a illumi-

Persone citate: Holmberg

Luoghi citati: Stoccolma