La grande pioggia acida che divora le città

La grande pioggia acida che divora le città La grande pioggia acida che divora le città Insieme alle polveri di solfati e nitrati è la causa del deterioramento di edifici e monumenti dei centri urbani Karen Thole, «La morte di Megalopoli», 1974 (particolare) particolari tipi di minerali metallici ad alta temperatura, ma la maggior quantità è prodotta dagli impianti di riscaldamento e soprattutto dalle centrali termoelettriche, che bruciano sia olii combustibili che carbone aventi tenori di zolfo non trascurabili. Da questa fonte e dagli scarichi delle automobili derivano gli ossidi di azoto che si formano in parte dalla reazione dell'azoto e dell'ossigeno atmosferici alle alte temperature raggiunte nella combustione e in parte dall'ossidazione di composti contenenti azoto presenti nel combustibile. Gli ossidi di azoto e di zolfo possono rimanere allo stato gassoso, ricadere sulla terra e venire poi in piccola percentuale trasformati in acidi per azione dell'acqua piovana. In parte, invece, vengono trasportati dai venti per lunghe distanze, soprattutto quando sono immessi nell'atmosfera da ciminiere molto alte; in questo caso si verificano reazioni complesse, il cui risultato finale sono acido ANCHE solo un rapido sguardo a edifici e monumenti in pietra e marmo permette di constatare segni talvolta vistosi di deterioramento. Quanto di questi danni sia da attribuire a processi di naturale invecchiamento, dovuto all'azione degli agenti atmosferici, e quanto invece sia effetto dell'inquinamento provocato dall'uomo, non è sempre facile a stabilirsi. E' indubbio comunque che i processi di disgregazione di alcuni materiali da costruzione, in particolare di quelli costituiti da carbonati, sono dovuti in notevole misura all'azione di sostanze inquinanti artificialmente immesse nell'atmosfera. I danni più gravi sono provocati dal biossido di zolfo (anidride solforosa secondo la vecchia nomenclatura) e dagli ossidi di azoto, che si generano in prevalenza nei processi in cui sono bruciati combustibili fossili. Effluenti gassosi contenenti biossido di zolfo sono immessi nell'atmosfera dalle industrie che lavorano solforico e acido nitrico che ricadono sulla terra nel corso delle precipitazioni. E' questa «pioggia acida» che disgrega i marmi, costituiti da carbonato di calcio cristallino, e i materiali di natura calcarea, in quanto si verifica il processo: acido solforico più carbonato di calcio uguale solfato di calcio più biossido di carbonio più acqua. Il solfato di calcio biidrato è il gesso e tutti sappiamo che il gesso è friabile. In questo modo, perciò, si formano incrostazioni superficiali che non aderiscono al materiale sottostante e ;jerTTv>ttono un attacco sempre più profondo della struttura. Oltre alla pioggia acida si verifica un fenomeno meno noto, ma altrettanto nocivo: la precipitazione secca, sotto forma di polveri, di solfati e di nitrati, cioè sali derivati dagli acidi solforico e nitrico. I danni provocati da questi sali sono analoghi a quelli dovuti alla pioggia acida e sono evidenti soprattutto nelle nicchie e nelle zone riparate, in cui le polveri si depositano in maggior quantità. Per un fatto di questo tipo dopò soli venti anni dalla costruzione del Palazzo di Westminster a Londra, alcuni pannelli decorativi scolpiti erano stati fortemente intaccati, mentre l'identico materiale contemporaneamente usato per la struttura del Museo di Geologia di Londra si è mantenuto inalterato molto più a lungo. Numerosi metodi sono stati suggeriti per bloccare o ridurre l'azione disgregante degli inquinanti atmosferici. Tra questi il più semplice consiste nel lavaggio con acqua delle superfici, anche se nel caso di pietre arenarie o di intonaci di sabbia e calce può portare a un indebolimento della compattezza della struttura. In taluni casi si sono dimostrate utili polveri abrasive usate con cautela, mentre quasi mai adatto è l'uso di detergenti perché troppo acidi o troppo basici.

Persone citate: Karen Thole

Luoghi citati: Londra