Non disturbiamo i bisonti di Altamira di Enrico Castelnuovo
Non disturbiamo i bisonti di Altamira Non disturbiamo i bisonti di Altamira meta degli Sposi commentava: «Riportiamola al Palazzo Ducale, fra poco potremo mostrare solo quella». Molti anni fa a Vienna, lo Hofrat professor Tietze apriva una sua confetenza affermando: «Il miglior amico dei monumenti è la mancanza di denaro». Ciò evita improvvidi restauri. Oggi potremmo aggiungere la mancanza di pubblicità, che evita furti e condensazioni. Occorre abituarsi all'idea che le opere d'arte sono fragili, deperibili, mortali. Quando sono finite sono finite e rutti gli uomini del re non potranno rimetterle in piedi. La sciagurata abitudine alla sacralizzazione e l'idolatria del capolavoro fuori dal suo contesto e turisticamente promosso hanno causato enormi danni intellettuali ma anche materiali. Oggi sappiamo come P«aura» possa addirittura distruggere materialmente il proprio oggetto. Occorrerà dunque abituarsi a diversificare le no- stre scelte, i nostri itinerari. I luoghi artistici consacrati con tre stelle dalle guide emulano per affollamento le spiagge estive. Baedeker e bikini vanno insieme e insieme compaiono nella pubblicità delle agenzie di viaggio. In Francia Chcnonceaux, uno dei celebri castelli della Loira, vede sfilare ogni anno settecentomila visitatori mentre Ancy-le-Franc, il superbo castello «Renaissance» progettato dal Serlio ma meno pubblicitariamente consacrato, ne accoglie solo 12.000. I calchi delle statue antiche studiati con passione e fervore nel Sette e nell'Ottocento vengono oggi considerati da molti sprovveduti poco più che ciarpame, a tal punto che preziose raccolte ne sono state distrutte. Eppure costituivano, e ancora costituiscono, un mezzo eccezionale di studio, di riflessione, di arricchimento culturale che il culto estetizzante dell'autografia, del tocco stregonesco dell'artista, ha fatto cadere nell'oblio. L'accesso di un numero sempre crescente di persone ai valori dell'arte, della storia, della natura è, speriamo, irreversibile. Ciò però esige un modo meno feticistico, meno pubblicitario, più modesto, più quotidiano, più culturalmente impegnato, di fruire di questi valori. Enrico Castelnuovo
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