Un'orchestra di voci colora la strada della nostalgia

Leggera Leggera Un'orchestra di voci colora la strada della nostalgia E9 stata distribuita recentemente nei negozi una serie di incisioni dei Manhattan Transfer, un gruppo vocale famosissimo in America e tra i più importanti a livello internazionale. Gli appassionati del genere non dovranno più rivolgersi al mercato dei dischi d'importazione per rintracciare gli album- dei Manhattan, ora pubblicati anche in Italia e si spera, quindi, anche pubblicizzati e «promossi' con maggiore slancio. I Manhattan s'esprimevano agli inizi in puro «idioma Anni 40>, in bilico tra la canzone, il varietà da music hall e il jazz, uno stile di canto dove le voci, anche se dicono un testo, si preoccupano soprattutto di suonare, di armonizzare, di segnare ritmo, insomma di fare orchestra. Dunque travolgenti reinterpretazioni d'un repertorio da grande orchestra swing, senza disdegnare effetti umoristici, apertamente divertiti. In ciò i Manhattan sono stati continuatori d'una ricchissima tradizione, sulla scia di gruppi come gli Hi-lo's degli Anni 50, o Lambert, Hendricks and Bavan dei '60. In Italia questo stile di canto-orchestra non ha mai avuto grande sviluppo: possiamo ricordare solo fi dal «canto swingato», dove non si tratta solo d'armonizzare le voci, ma di «suonare con la bocca». Il fatto è che «la patria del bel canto- ha visto raramente tra i suoi divi di musica leggera dei grandi cantanti, e anche più raramente ha fatto emergere interpreti dotati di istintivo senso del ritmo. I dischi dei Manhattan Transfer meritano dunque tanto più d'essere ascoltati come esempio d'un professionismo artistico altissi¬ il Trio Lescano (che imitava le Andrew SistersJ, il Quartetto Cetra, e sul versante comico i Brutos. iVegli Anni 60, in pieno beat, i Giganti si provarono a formare un gruppo che solo sulle voci facesse affidamento, ma con scarsa fortuna. Il modello base di riferimento, dai Cetra in avanti, erano comunque i Platters, dove il gruppo si limitava a costituire un «tappeto», una «base- di coro, alla voce solista di turno, cosa assai diversa mo in un genere qui non solo raro, ma addirittura inesistente. Anche se è il caso di avvertire che negli Lp più recenti il gruppo pare essersi indirizzato verso uno stile più mieloso, troppo raramente ironico e sempre meno swing. Siamo ormai su un piano di virtuosismo spesso fine a se stesso, più preoccupato di produrre «numeri d'alta classe', che sano spasso. Se i Manhattan sono comunque in continua evoluzione, i loro maestri Hi-lo's invece (tornati recentemente sulle scene dopo anni di inattività) hanno scelto la strada del revival e della nostalgia: «Seems like old times». E' come ai vecchi tempi... dice una delle canzoni del loro ultimo album. E si continua con: My funny Valentine e Georgia on my mind. Pare un po' paradossale dunque che questo genere musicale arrivi in Italia quando dà più d'un segno di stanchezza, ma è sempre il caso di dire: meglio tardi che mai. Gianfranco Manfredi The Manhattan Transfer, Pastlches (Atlantic SD 19163): Live (Atlantic, ATL 50540); Extensions (Atlantic W 50674); Mecca for moderna (Atlantic ATL 50791). The Hi-lo's. Back agaln (Pausa 7040).

Persone citate: Back, Gianfranco Manfredi, Hendricks, Lambert