Il Sole è Dio e il Faraone il suo profeta di Francesco Rosso

H Sole è Dio e il Faraone il suo profeta H Sole è Dio e il Faraone il suo profeta GLI studi sull'Egitto potrebbero riempire una biblioteca di buone dimensioni, il fascino che questo Paese ha esercitato fin da tempi remotissimi deriva dalla sua ultramillenaria civiltà, ma anche dalla sua posizione geografica; una strettissima valle percorsa dal Nilo e, tutto intorno, l'arido, sterile deserto gravato da un sole implacabile. Tutta la storia dell'Egitto è impregnata di sole, come non 10 fu quella di altri Paesi che pure videro nel sole la divinità suprema. Pensiamo ai peruviani incaici, che si definivano i «figli del sole», ma soprattutto agli aztechi messicani, che al sole eressero piramidi come altari sacrificali. Eppure, il culto del sole ha. per gli studiosi tutti, la sua sede in Egitto, forse perché la storia degli egizi ci è più nota e familiare di quella dei sumeri e dei babilonesi, che furono contemporanei agli egizi nella elaborazione di una civiltà e di una cultura che ha le sue origini nel moto degli astri, al centro dei quali c'è 11 sole. E' difficile stabilire quando il culto del sole ebbe un'organica elaborazio-_ ne fino a diventare religione di Stato dell'Antico Egitto, ed anche questo libro di Rosalie David, illustre studiosa di egittologia che ha già trattato in altri volumi i rituali religiosi dell'Antico Egitto, non arriva a vederne con chiarezza scientifica le origini. ★ ★ Probabilmente si è limitata nell'indagine con l'intenzione di dare impronta divulgativa alla sua opera, che appare nella limpida traduzione di Giovanna Rosselli per cui assistiamo all'evolversi di una delle religioni più elaborate ed antiche del mondo più per induzioni che per esattezza scientifica, al punto che ne deriva un racconto più vicino al romanzo che non allo studio condotto con metodi speculativi. Ed è torse questo l'aspetto più interessante del libro, con la umanizzazione del dio Sole attraverso AmonRa. il dio della vita, che fa germogliare le piante, che matura le messi. C'è un momento in cui il sole tramonta e subentra la notte, cioè la morte, impersonata dal dio Osiride. Da una simile credenza ne derivò il desiderio di trattenere il sole, perciò di vincere la morte, almeno per i re delle grandi dinastie. Nacquero le barche solari, sulle quali il monarca defunto navigava seguendo la rotta del sole, quindi vincendo il regno della morte. In sostanza, il monarca diventava immortale. L'idea della conservazione del monarca defunto generò la complessa operazione di mummificarne i corpi e conservarli, con tutto l'arredo che gli aveva reso gradevole l'esistenza terrena, in tombe predisposte dallo stesso monarca prima di morire. * ★ Per. molti secoli furono considerati immortali soltanto i monarchi, poi ci fu un po' di democrazia e divennero immortali anche i grandi burocrati e, soprattutto, i sacerdoti di AmonRa. Più tardi, anche la plebe ebbe diritto all'immortalità. Il clero divenne strapotente, al punto che il giovane faraone Ekhna.ton, abbandonando Tebe, fondò una capitale nuova a El Amarna, dove elaborò una religione quasi monoteistica, in cui il sole, diventato Aton, cancellava con un colpo di spugna tutte le altre divinità. Ma l'eresia monoteistica di Ekhnaton fini con la morte del faraone, quando sul trono d'Egitto sali il giovane Tutankamon. Tutto rientrò nell'ordine voluto dai grandi sacerdoti, al punto che i monarchi, per liberarsi dalla loro influenza, li lasciarono padroni assoluti a Tebe, ed andarono a regnare più a Nord, a Bubastis, sul Delta. Amon-Ra, comunque, con la sua coorte di divinità minori, continuò ad essere il dio Sole padrone dell'Egitto. Poi arrivarono gli assiri, i greci con Alessandro Magno, ed infine i romani, ed il culto del sole tramontò definitivamente oltre le dune di sabbia del deserto. Francesco Rosso Rosalie David, Il culto del sole, Mondadori, 228 pagine. 14.000 lire.

Persone citate: Alessandro Magno, Giovanna Rosselli, Mondadori, Osiride, Rosalie David

Luoghi citati: Egitto, El Amarna