«Tra l'Eni e l'Egitto possibile l'accordo» di Eugenio Palmieri

«Tra l'Eni e l'Egitto possibile l'accordo» Dichiarazione dei ministro del Petrolio egiziano «Tra l'Eni e l'Egitto possibile l'accordo» Tutto dipende dalle scelte economiche del presidente Mubarak DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE IL CAIRO — 'Non esiste ancora un accordo tra Eni e governo egiziano, ma esso e possibile». Le parole pronunciate dal ministro del petrolio Ahmed Ezzel Din Hilal costituiscono l'apertura del negoziato per lo sfruttamento del gas naturale egiziano. Per l'Agip è un riconoscimento ufficiale visto che la concorrenza delle compagnie straniere, in primo luogo della francese Total, è serrata. ■ li ministro egiziano ha pure invitato i paesi produttori di petrolio a rivedere la loro strategia di fondo, una sorta di proposta per un calmiere perché l'eccessiva offerta sul mercato del greggio non finisca per trasformarsi in un boomerang: «Comunque nei prossimi mesi i pressi dovrebbero essere più stabili: Il problema più importante resta perù il gas naturale, una fonte di energia che nei prossimi anni troverà un sicuro Prestito Imi all'Egitto IL CAIRO — L'Imi ha aperto al governo egiziano una linea di credito di 130 milioni di dollari, secondo quanto si è appreso al seminario internazionale erga ntzzato al Cairo. Il prestito sarebbe cosi suddiviso: 30 milioni per Iniziative in cooperazione e cento per acquistare prodotti e servizi da aziende italiane. 11 presidente egiziano sviluppo come è stato messo a fuoco nei vari interventi della seconda giornata del seminario che si tiene al Cairo. Tanto più che l'Egitto dopo il 1990 è destinato a diventare un paese esportatore. La partita che si sta giocando è assai complessa. Molto dipende dal tipo di sviluppo economico che Mubarak vorrà perseguire. L'Agip o meglio l'Eni, attraverso le sue consociate, è in grado di offrire una cooperazione ad alto livello perché integrata su vari settori produttivi. Un eventuale accordo per lo sfruttamento del gas richiede inoltre una assistenza finanziaria sostanziosa. Non a caso in questa seconda giornata c'è stato l'intervento del presidente dell'Imi, Luigi Arcuti. Ha dichiarato: •L'Imi è interessato a qualsiasi iniziativa dì finanziamento di grandi progetti energetici, un tipico esempio di project financing». La presenza di Arcuti è stata molto apprezzata dal ministro egiziano e del resto l'Imi ha agito da capofila nei consorzi di banche che hanno fornito crediti all'esportazione, circa 800 milioni di dollari, per finanziare il gasdotto con l'Algeria. Arcuti ha detto pure che l'Italia potrebbe seguire presto Germania e Francia nella firma per il gasdotto con l'Urss, anche se ha specificato che si tratta di un'impressione personale. La strategia dell'Eni è dunque incentrata oltre che sul petrolio sul gas naturale di cui l'Egitto potrà disporre nei prossimi anni in abbondanza. Senza contare che secondo gli osservatori se l'Egitto riuscirà ad infilare una serie di giuste scelte in politica economica, si troverà tra breve alla vigilia di un boom economico. Anche per questo (si pensi alla rete interna di metanodotti tutta da fare) costituisce un partner assai interessante. Eugenio Palmieri

Persone citate: Ahmed Ezzel, Arcuti, Hilal, Luigi Arcuti, Mubarak