Londra, ultima tappa del Boeing dirottato
Londra, ultima tappa del Boeing dirottato E 737 tanzaniano fermo da ieri sera in uno scalo minore, dopo soste a Nairobi, Gedda, Atene Londra, ultima tappa del Boeing dirottato LONDRA — L'odissea del Boeing 737 tanzaniano con oltre novanta passeggeri a bordo, dirottato ieri in patria da un commando anti-Nyerere sugli aeroporti di Nairobi, Gedda (Arabia Saudita) e Atene, potrebbe avere trovato nell'ultimo scalo, quello di Stansted, presso Londra, la sua tappa conclusiva. U velivolo, di cui si riteneva probabile l'atterraggio a Fiumicino, ha sorvolato la Venezia Giulia verso le 13,30, per poi superare le Alpi in direzione Nord Ovest e posarsi qualche minuto prima delle 16 sulla pista dell'aeroporto inglese. Imponenti forze di polizia circondano l'apparecchio. Fonti britanniche tendono a escludere che il Boeing possa riprendere, almeno in tempi brevi, il volo. Le testimonianze dei sei passeggeri liberati a Nairobi e di altri due, fra cui un missionario belga, lasciati scendere mentre l'aereo era fermo nel capoluogo greco, hanno permesso di ricostruire le modalità del dirottamento e gli in- tenti dei pirati, che chiedono le dimissioni del presidente tanzaniano Julius Nyerere. n colpo di mano è avvenuto sulla rotta interna fra Mwanza e la capitale, Dar Es Balaam. Quindici minuti dopo il decollo, venerdì sera, quattro militanti della «Gioventù democratica tanzaniana» sono entrati nella cabina di comando con mitra, pistole, bombe a mano. Ferito il secondo pilota che tentava una reazione, hanno ingiunto al comandante di puntare su Nairobi. Nella capitale kenyota, raggiunta in piena notte, s'è iniziata una trattativa fra i quattro (che pare abbiano a bordo anche le loro famiglie) e le autorità, sfociata nel rilascio di sei passeggeri. L'aereo ha proseguito quindi in piena notte per Gedda. Breve sosta nella città saudita, dove i dirottatori hanno chiesto ancora una volta l'allontanamento del «tiranno» Nyerere, quindi rotta verso il Mediterraneo. L'intenzione del commando, secondo alcuni capeggiato dal tenente Wami, un ufficiale ribelle, era di raggiungere Roma, ma la mancanza di carburante ha costretto, nella prima mattinata di ieri, a un atterraggio in suolo greco. Come a Nairobi il ministro degli Esteri keniota Ouko, cosi ad Atene i responsabili di tre dicasteri ellenici hanno cercato di allacciare contatti con i pirati, ottenendo la liberazione di altri due ostaggi. Un dottore è inoltre salito a bordo per medicare il secondo pilota. n Boeing è ripartito verso le 12, mèta probabile Copenaghen. Il miglioramento delle condizioni atmosferiche sulla Gran Bretagna ha tuttavia convinto i quattro a modificare la rotta. Per l'atterraggio le autorità aeroportuali inglesi hanno scelto lo scalo di Stansted, fuori mano e destinato prevalentemente ai carghi. Non si può escludere a priori un intervento del Sas, le teste di cuoio britanniche, ma per 11 momento la sorveglianza dell'apparecchio è affidata alla polizia. I ribelli, ottenuti viveri e bevande hanno chiesto di mettersi in contatto con il ministro degli Esteri britannico, Lord Carrington, attualmente a Nairobi e con l'alto commissario tanzaniano a Londra, James Sekela. La disponibilità a trattare semora ulteriormente avvalorata dal rilascio, avvenuto in serata, di altri due passeggeri: un bimbo e una donna in stato interessante. Stansted (Gran Bretagna). Il «Boeing 737» della Air Tanzania in atterraggio (Telefoto Ap)
Persone citate: James Sekela, Julius Nyerere, Lord Carrington, Nyerere, Ouko, Wami
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