Rinvio per il vertice Begin-Mubarak Shamir torna dal Cairo a mani vuote di Giorgio Romano

Rinvio per il vertice Begin-Mubarak Shamir torna dal Cairo a mani vuote Rinvio per il vertice Begin-Mubarak Shamir torna dal Cairo a mani vuote NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Il ministro degli Esteri Itzhak Shamir è tornato a Gerusalemme dopo tre giorni di permanenza in Egitto, dove ha avuto colloqui con tutti gli esponenti della vita politica e soprattutto con il collega Khamal Hassan Ali, che ha annunciato una sua visita in Israele per il 10 marzo. Ma il viaggio del presidente Mubarak (già annunciato per il febbraio, poi rinviato alla seconda settimana di marzo, poi limitato a un soggiorno di ventiquattr'ore) resta nel limbo. E' vero che Shamir — che ha avuto giovedì un colloquio di novanta minuti con il Reìss —si è detto convinto che la visita avrà luogo prima del 25 aprile e che l'incontro con Begin potrà contribuire alla soluzione dei problemi in sospeso, ma. sulla durata dell'ipotetica visita, il suo carattere, la data e il luogo dove si svolgerà, non si sa niente e Shamir è stato mol;o evasivo nel rispondere alle domande dei giornalisti quando è tornato a Gerusalemme nella notte tra giovedì e venerdì. Che cosa ha concluso Shamir al Cairo, a parte la riaffermazione della buona volontà di entrambe le parti? Sul problema dell'autonomia, i due ministri degli Esteri hanno francamente ammesso di essere su posizioni antitetiche e di non vedere la possibilità di giungere nemmeno a una dichiarazione di principi in comune entro i prossimi due mesi. Sulla questione giordana, Ali ha respinto la tesi di Shamir che essa rappresenta lo Stato palestinese e che è impensabile un terzo Stato tra la Giordania e Israele affermando che il regno ascemita è sovrano e nessuno ha il diritto di decidere in suo nome. Circa i confini nella regione di Rafah e a Sud di Eilat, gli egiziani si sono dichiarati intransigenti, decisi a non cedere nemmeno un pollice di terreno, sì che in questi due settori, possono ancora sorgere delicate questioni che si sperava di veder risolte nell'incontro Begin-Mubarak. Restano le questioni della normalizzazione dei rapporti, dell'apertura di consolati ad Alessandria e a Haifa, del miglioramento delle relazioni commerciali e culturali o d'intese turistiche. Ma, dal punto di vista politico, nessun passo avanti. Mentre il ministro degli Esteri era in Egitto, il premier ha offerto al Fronte del lavoro di entrare in un governo di unione nazionale, in considerazione della gravità dell'ora, assicurando Peres che anche gli altri partiti della coalizione sono d'accordo su questo. I laboristi hanno risposto negativamente sottolineando i contrasti che esistono in campo politico, economico e sociale tra i due partiti Giorgio Romano 11 presidente egiziano 11 presidente egiziano

Luoghi citati: Alessandria, Cairo, Egitto, Gerusalemme, Giordania, Israele