Ucciso in carcere presunto killer del vicequestore Boris Giuliano
Ucciso in carcere presunto killer del vicequestore Boris Giuliano Gli ultimi 2 omicidi airUcciardone 30 anni fa: una vittima fu Gaspare Pisciotta Ucciso in carcere presunto killer del vicequestore Boris Giuliano PALERMO - Il presunto assassino del vicequestore Boris Giuliano (21 luglio 1979) è stato ucciso a coltellate nel carcere dell'Ucciardone. E' Pietro Marchese, 33 anni, che stava per ottenere la libertà provvisoria. I killers. quattro reclusi, sono stati identificati. Giovedì, poco prima delle 10, durante l'ora d'aria, simulando una rissa, i quattro hanno assalito Marchese e lo hanno massacrato con una ventina di coltellate; quindi, hanno infierito sul rapinatore Domenico Campora, 27 anni, che stava passeggiando con la vittima. «Del delitto non so niente», continua a ripetere Campora, piantonato nel reparto chirurgico dell'ospedale civico dov'è stato ricoverato in gravi condizioni. A causa del suo mutismo, il giovane è stato incriminato per falsa testimonianza. Gli assassini di Marchese sono Gaetano Lo Presti, 26 anni, accusato di complicità nell'uccisione del maresciallo dei carabinieri Vito le voi ella; Pietro Sorbi, 35 anni, detenuto per truffa e bancarotta fraudolenta-; Giuseppe Garabino, 50 anni, in prigione per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e Giuseppe Lo Borchiaro, 32 anni, all'Ucciardone per l'omicidio di Giovanni Riccobono. Adesso i quattro sono stati rinchiusi in celle d'isolamento. Gli investigatori pensano che abbiano ricevuto dall'esterno l'ordine di sopprimere Marchese, diventato pericoloso per l'organizzazione internazionale che traffica in stupefacenti. Forse Marchese è stato tradito dall'ansia di tornare in libertà e forse i boss dell'eroina temevano che una volta fuori egli rivelasse importanti retroscena del delitto Giuliano. Quando nel giugno del 1981, Marchese fu catturato con una grossa somma di denaro e incriminato per traffico di valuta, i sospetti su di lui, anche in relazione all'omicidio di Boris Giuliano, incominciarono a prendere corpo e la polizia si convinse che era stato proprio lui, la mattina del 21 luglio '81, ad assassinare in un bar il vicequestore. Una perizia fonica eseguita dal professor Pizzi, in seguito stabilì, con 50 probabilità su 100 che proprio Marchese poteva aver fatto alcune telefonate anonime al centralino della questura di Palermo, bisbigliando minacciosamente la frase: 'Giulianomorirà». Boris Giuliano aveva 49 anni e, quando fu ucciso, stava indagando sui mafiosi e sui trafficanti di stupefacenti. Aveva messo a segno «colpi» di prim'ordine, anche grazie ad una stretta collaborazione allacciata con la «Drug Enforcement Administration», l'Ente federale statunitense incaricato di combattere il commercio della droga. E tra le indagini più brillanti concluse da Giuliano, proprio nel 1979, fu il ritrovamento, nell'aeroporto di Punta Raisi, di due valigie provenienti da New York, contenenti 600 mila dollari. Gli ultimi due omicidi all'Ucciardone avvennero quasi trent'anni fa. Il 9 febbraio 1954, fu assassinato, con la stricnina nel caffè, Gaspare Pisciotta che aveva tradito Salvatore Giuliano, del quale era cugino. Tre mesi dopo, un altro della banda di « Turici du», Angelo Russo, fece la stessa fine: cicuta.
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