Roma, diffida al sindaco Non intralci le indagini di Giuseppe Zaccaria

Roma, diffida al sindaco Non intralci le indagini Una lettera della procura per l'assenteismo Roma, diffida al sindaco Non intralci le indagini Perquisiti quattro uffici comunali, sequestrati fogli di presenza La risposta di Vetere al magistrato - Si apre una delicata polemica ROMA — Il sindaco non ostacoli le indagini sull'assenteismo nei suoi uffici, o sarà denunciato. Con una lunga, insolita lettera al capo dell'amministrazione capitolina (il comunista Ugo Vetere) il procuratore di Roma Achille Gallucci ha formulato chiaramente questa minaccia: e tanto per far capire che non scherzava ha mandato subito un funzionario di polizia, il commissario Carnevali, a visitare (o a perquisire?) le sedi di quattro circoscrizioni dove, senza che il sindaco ne sapesse nulla, sono stati sequestrati numerosi fogli di presenza. La risposta di Vetere è giunta ancora una volta per lettera. Del messaggio, finora, non si conosce il contenuto, ma 11 tono non è difficile da immaginare: 'Non intendo ostacolarvi — risponde In sostanza Vetere —, ma penso anche che ognuno dovrebbe fare il suo mestiere». Com'è potuto accadere che, di colpo, un'Iniziativa in un primo momento giudicata «utile» anche dal Comune, sia diventata motivo di polemiche così accese? La spiegazione è da cercarsi in diversi motivi: mercoledì scorso, con gli arresti di due medici (lo psichiatra Antonio Di Benedet- to, accusato di disertare una Usi per il proprio studio privato, e il professor Tullio Tentori Montai to, catturato al rientro dalla montagna per aver firmato certificati di comodo al dipendente di una ditta di estintori) gli arresti avevano raggiunto la cifra record di 25. Quanti in un'indagine a tappeto sul terrorismo. Non solo: quasi nelle stesse ore un vigile urbano di 49 anni, Augusto Capponi, impiegato presso il servizio cerimoniale del secondo raggruppamento di Roma, si era sparato un colpo di pistola alla tempia. Il medico di fiducia gli aveva appena rifiutato un certificato che lo esentasse dal lavoro, una volta in caserma aveva appreso che i giudici avrebbero interrogato il suo tenente, per chiedergli conto dei turni di servizio. Oggi, il vigile Augusto Capponi si trova ancora al reparto di rianimazione dell'ospedale San Camillo, in condizioni disperate. «Mi spiace che abbia tentato il suicidio — commenta il giudice Infelisi —, ma certo non lo ha fatto per colpa nostra: il suo nome non compariva nell'elenco degli inquisiti». Se il povero vigile si trovasse per altri motivi in un momento difficile, o se il timore di una denuncia abbia influito così pesantemente sul suo stato d'animo, non è ancora chiaro. Certo, il tentato suicidio aveva determinato una reazione immediata dell'amministrazione cittadina. 'Se vi sono situazioni che interessano il codice penale — aveva detto mercoledì scorso Vetere in una conferenza stampa —, ritengo che il magistrato debba intervenire. Non riesco però a comprendere perché per un'assenza, che va condannata e punita, debbano scattare le manette quando queste non riescono a scattare, per esempio, per quegli evasori fiscali che continuano ad esserlo». E alla fine del breve discorso, Vetere aveva annunciato le sue decisioni: d'allora in poi sarebbe stato lui. e lui soltanto, a trasmettere alla magistratura informazioni su orari, fogli di presenza ed eventuali inchieste disciplinari. Risposta di Gallucci: le perquisizioni scattate l'altro pomeriggio in quattro circoscrizioni, e una lettera di tre cartelle mandata, oltre che a Vetere, anche al prefetto Porpora t al procuratore generale Sisti, per conoscenza. «La invitiamo — scrive Gallucci a Vetere — a revocare le illegit¬ nazrdp time disposizioni, affinché non siano frapposte remore agli ordini dell'autorità giudiziaria. Un eventuale rifiuto, omissione o ritardo, integra il reato previsto dall'articolo 328 del codice penale (omissione di atti d'ufficio)». 'Ho inoltre l'obbligo di renderla edotta — continua l'insolita lettera—che nel caso di rifiuto o ritardo questa autorità sarà a sua volta, al di fuori dell'esercizio dell'azione penale, soggetta al dovere di procedere a perquisizioni con assistenza della forza pubblica». La lettera, dicono oggi in Procura, è maturata dopo una lunga riunione cui hanno partecipato i due magistrati che conducono l'inchiesta, il commissario Carnevali e due ufficiali dei carabinieri. E Vetere? Per il momento, il sindaco di Roma si è limitato a commentare: «Se davvero questa mattina i giornali riporteranno il testo della lettera del procuratore, avrò una ragione di piii per dire che non abbiamo a che fare con persone serie. Io non sono ammalato di protagonismo: se sarà necessario, comunque, darò una risposta pubblica e netta». Giuseppe Zaccaria

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