Per le liquidazioni si delinea un'intesa Oggi la «ricetta Spadolini» al sindacato di Gian Carlo Fossi

Per le liquidazioni si delineo un'intesa Oggi la «ricetta Spadolini» al sindacato Settimana decisiva per il governo nel tentativo di evitare il referendum Per le liquidazioni si delineo un'intesa Oggi la «ricetta Spadolini» al sindacato Si pensa ad un risparmio forzoso indicizzato (non si è ancora deciso come) - Gli scatti di contingenza dal 1977 non saranno però rivalutati -1 lavoratori potranno utilizzare in anticipo una quota dell'indennità per acquistare l'abitazione o per casi di particolare importanza ROMA — Spadolini intende definire al più presto, forse entro questa settimana, il problema dell'indennità di liquidazione divenuto quanto mai urgente sotto la minaccia del referendum proposto da democrazia proletaria e autorizzato dalla Corte Costituzionale; ma si propone anche di dare una spinta decisiva nei prossimi giorni al più generale accordo con le parti sociali sul contenimento del costo del lavoro e la lotta contro l'inflazione. Per l'indennità di liquidazione, il presidente incontra oggi la Federazione Cgil-Cisl-Uil e domani le rappresentanze della Confindustria e dell'Intersind, mentre i temi connessi ad un'eventuale intesa anti-inflazione saranno affrontati a Palazzo Chigi questa mattina con la Confcommercio e nel pomeriggio di domani con la Federazione unitaria. Nei due incontri sul trattamento di liquidazione saranno valutati i molti elementi offerti dalla "Commissione Giugni» in una relazione con¬ clusiva di 50 cartelle che è stata presentata ieri sera al presidente del Consiglio. La commissione (composta di esperti ministeriali, dei sindacati e della Confindustria) non ha avanzato una proposta specifica, perché questo in realtà non era il suo compito. Però, dopo aver considerato le quattro ipotesi sottoposte al suo esame (quella Baffi-Filippi con diverse alternative, quella dei sindacati scaturita dall'ultima riunione dei consigli generali a Firenze, quella dell'Ires-Cgil in parte assorbita nell'indicazione unitaria, quella del partito comunista) ha sottolineato la •praticabilità» e la •tolleranza da parte del sistema' di alcune linee direttrici che potrebbero ottenere il necessario avallo in sede politica. Lo stesso Spadolini avrebbe espresso il suo interesse, pronto a presentare sollecitamente un disegno di legge dopo aver ultimata la consultazione delle parti sociali. Le linee preferenziali prevedono: — La sostanziale trasformazione dell'indennità di liquidazione da salario differito a risparmio 'forzoso* del dipendente. — La graduale eliminazione delle differenze di trattamento tra operai e impiegati. — L'esclusione di una rivalutazione del •pregresso; cioè della parte dell'indennità di anzianità sulla quale non sono stati calcolati dal febbraio 1977 ad oggi gli scatti dell'indennità di contingenza. — L'abolizione del ricalcolo dell'indennità sulla base dell'ultima retribuzione percepita, e l'istituzione di un nuovo meccanismo di accumulo dell'indennità: il datore di lavoro non dovrebbe più accantonare ogni anno una quota di salario pari a un dodicesimo dell'intera retribuzione del proprio dipendente (13 o 14 stipendi, divisi per 12), ma una quota di retribuzione pari ad una mensilità. — La rivalutazione di ogni singola quota accantonata ogni anno in base ad un tasso da stabilirsi (una delle ipotesi Baffi-Filippi suggeriva la percentuale di interesse dei Bot) oppure in base all'andamento dell'indice del costo della vita. La liquidazione sarebbe quindi formata dalle quote di salario annuali accantonate e rivalutate. — Il prelievo anticipato di una parte dell'indennità, ma a determinate condizioni, come la maturazione di una cer- ta anzianità di servizio, la determinazione di un «plafond» annuo per azienda, la necessità di acquistare un alloggio o eventi di particolari importanza. — L'opportunità di precisare chiaramente quali norme debbano essere stabilite con legge e quali invece debbano essere affidate alla contrattazione: ad esempio, sarebbe più utile che la perequazione operai-impiegati fosse risolta nell'ambito dei diversi contratti per adattare il processo di gradualità alle esigenze dei diversi settori, mentre i criteri di base di calcolo e di rivalutazione dell'indennità non potrebbero mai essere definiti dalla legge in modo uguale e simultaneo per tutti. E' certo, comunque, che si è realizzata una convergenza di opinioni sulla necessità di riformare l'indennità di liquidazione e raccordarla più direttamente al sistema pensionistico e al quadro generale del costo del lavoro. I sindacati, in particolare, chiedono un impegno preciso del governo perché la pensione corrisponda effettivamente all'80% della ultima retribuzione percepita dal lavoratore, mentre attualmente incide al massimo per il 62-63% essendo riferita alla media degli ultimi tre o degli ultimi cinque anni. Sollecitano, inoltre, la progressiva •omogeneizzazione' dei trattamenti, che ora sono sensibilmente differenziati •Possiamo e vogliamo andare — ha commentato Lama nell'imminenza dell'incontro a Palazzo Chigi — a serrati incontri con il governo per concludere una fase troppo lunga dì discussioni finora inconcludenti». Per la Cisl, Delpiano ha sottolineato l'urgenza di arrivare a soluzioni positive e per la Uil Mattina, riferendosi all'esecutivo riunito ieri, ha ammesso che •ci sono le condizioni per giungere ad un accordo soddisfacente sull'indennità di liquidazione: è da verificare se il governo vuol fare la sua parte e se gli imprenditori intendono davvero trattare». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Delpiano, Lama, Spadolini

Luoghi citati: Firenze, Roma