Tre scivoloni di Reagan sulla storia del Vietnam
Tre scivoloni di Reagan sulla storia del Vietnam Tre scivoloni di Reagan sulla storia del Vietnam DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Per la seconda volta consecutiva i giornali americani hanno accusato Reagan di avere riferito nella sua conferenza stampa dati errati (o di averli alterati) a sostegno delle proprie tesi. Secondo i mass-media la penultima volta il Presidente aveva fatto cinque sbagli, l'ultima ne ha fatti tre. Siccome anche nelle precedenti conferenze stampa era spesso caduto in equivoci, Reagan si è creato la fama del gaffeur, che incomincia a danneggiarlo. «La sua credibilità — ha scritto ad esempio la "Washington Post" — ne va di mezzo». E il «New York Times»: «fi Presidente parla troppo a ruota libera». Che cosa ha detto Reagan giovedì scorso? In primo luogo, che il Nord e il Sud Vietnam erano stati storicamente sempre separati, e cosi li aveva colti, all'inizio della colonizzazione, la potenza francese: in realtà all'arrivo delle truppe di Parigi, la regione era già divisa in tre parti, la Cocincina, l'Annam e il Tonchino. Reagan ha anche sostenuto che nel '56 fu Ho Chi Minti a rifiutare la partecipazione di Hanoi nelle elezioni previste dagli accordi di Ginevra del '56: documenti del Pentagono, ricerche storiche, testimonianze dirette dei protagonisti indicano invece che fu il Presidente sudvietnamita Ngo Dinh Diem a boicottare il processo elettorale. Infine, il Presidente ha detto che fu Kennedy a 'autorizzare l'invio di una divisione di marines nel Sud Vietnam» : al contrario, il diretto impegno militare americano incominciò nel 1965, sotto Johnson, con l'invio di una divisione. Interpellato sulle gaffes, il direttore per le comunicazioni della Casa Bianca. Gergen, le ha definite 'irrilevanti». •Stiamo discutendo di questioni che non attengono ai problemi contemporanei — ha affermato —, non mi pare che gli interessi del popolo americano si dirigano oggi verso Hanoi o Saigon». Reagan ha però mostrato di preoccuparsi delle polemiche sulla sua attendibilità. Proprio nell'ultima conferenza stampa, prima di «cadere» sul Vietnam, ha polemizzato con i giornalisti su questo argomento. Ha ricordato che la volta precedente i mass-media gli avevano rimproverato cinque errori. •Ma di quei cinque, uno solo era autentico — ha protestato —. negli altri quattro casi avevo ragione io. Nel match siete voi a perdere 4 al». Il duello tra il Presidente e la stampa è stato condotto finora sul filo dell'umorismo e della bonarietà. Nel tradizionale messaggio sullo stato dell'Unione, Reagan ha citato George Washington e poi ha aggiunto: •Voglio che i mass-media sappiano che non ho sentito parlare Washington». Ma questo fair play rischia di degenerare.
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