Le due eredi contro Agatha

Le due eredi contro Agatha VIAGGIO TRA LE INQUIETANTI SIGNORE DEL BRIVIDO Le due eredi contro Agatha Sembra che le donne siano più brave degli uomini nel narrare curiosità, mistero e paura - Tra il '700 e ì'800, agl'inizi del romanzo «nero» e «fantascientifico» si affermarono Ann Radcliffe e Mary Shelley - Morta la Christie, molte scrittrici aspirarono all'eredità: le maggiori e terribili sono D. P. James e Patricia Highsmith - Cos'hanno di meno? Cos'hanno di più? Perché le donne sono brave almeno quanto gli uomini nello scrivere gialli? Almeno quanto gli uomini, lo dico per rispetto ai pregiudizi ancora correnti. Se volessi essere sincero, però, dovrei riferirvi la mia convinzione che le donne in questo genere di narrativa sono senz'altro più brave degli uomini. E non solo nel giallo propriamente detto, insomma, l'enigma criminoso da risolvere all'insegna del •chi è stato», ma anche in tutte le specie narrative che implicano la curiosità del mistero e la manipolazione della paura per sfida e consolazione dalla noia, per passatempo più o meno esistenziale. Non è un caso che agli inizi del 'romanzo nero* si sia affermata con tanta pertinenza l'inglese Ann Ward Radcliffe (1764-1822) in I misteri di Udolpho (1794). Ann Radcliffe cominciò a scrivere i suoi romanzi per riempire le troppe sere lasciatele libere dalla puntuale assenza del marito proprietario dell'*English Chronlcle*. E' vero, in Inghilterra Walpole aveva già espresso certe fantasticherie goticheggiantl in n castello d'Otranto e in Germania Bùrger aveva già da un pezzo dato alle stampe i suoi deliri macabri in Lenore. Afa Ann Radcliffe non cedette mai all'abbandono totale nel soprannaturale, anzi sfruttò il presunto soprannaturale per portare il lettore, di paura in paura, sino alla spiegazione finale. Walter Scott, nel tracciare un commosso elogio dell'autrice di I misteri di Udolpho, afferma, tra l'altro, che Fielding, Richardson, Smollet e Walpole, per quanto abbiano scritto su soggetti d'immaginazione, devono essere considerati decisamente prosatori, mentre Ann Radcliffe dovrebbe essere celebrata come la prima poetessa del romanticismo. Credo sinceramente che esageri, e tuttavia quest'elogio sperticato e goffo è appoggiato dalla constatazione di quanto romanzieri come appunto Scott, e di riflesso persino il nostro Manzoni, possano essere riconoscenti all'attività di Radcliffe &C. Non è un caso che agli inizi del *romanzo fantascientifico* si sia affermata con tanta suggestione l'inglese Mary Godwin Shelley in Frankenstein o il Prometeo moderno (1818). Mary Shelley, per la verità a quel tempo non ancora sposata all'inquieto poeta, volle accettare una sfida di un gruppo d'amici, tra cui Byron, durante una noiosa villeggiatura svizzera, a scrivere una storia orripilante. Oltre le fonti classiche, c'erano a disposizione molti testi di Radcliffe AC. Comunque, Mary Shelley, narrando in Frankenstein o il Prometeo moderno le peripezie dello scienziato che si trova a dover fronteggiare la reazione della creatura da lui creata, riuscì a inaugurare una nuova corrente di brivido. E cosi la creatura ribelle ha addirittura usurpato per la pubblica opinione il nome del suo creatore, soprattutto dopo la gran voga cinematografica lanciata nel 1931 dalla prima trasposizione per lo schermo di Frankenstein, operata da Florey e Whale.

Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Otranto