Alghe «rétro» di Franco Lucentini

Alghe «rétro» L'AGENDA Dì F. & L. Alghe «rétro» Uno spento si aggira per l'Europa televisiva, lo spettro delle alghe. Verdissime e brune. Filiformi e frastagliate. Fluttuanti come i capelli di Ofelia, dure e crespe come la chioma di Otello. Ciuffi, mucchi, grovigli, distese di alghe. Si lascia per qualche giorno l'Italia, si scende in un albergo diciamo di Basilea, si accende il televisore diciamo verso le sette di sera, e si capita infallibilmente sul più noioso dei vegetali. Piante primigenie — informa una solenne voce fuori campo — da cui tutto è cominciato. Piante utilissime, che un giorno nutriranno miliardi di uomini e che già oggiSi cambia città (diciamo Lione), si cambia ora (diciamo le dieci p.m.) e sul teleschermo appaiono alghe in campo lungo al tramonto, e poi in primo piano, in sezione, al microscopio. Barconi carichi di alghe. Camion traboccanti di alghe. Bambini che corrono sulle alghe. Cani che raspano in mezzo alle alghe. i~* Spettro non nuovo, addirittura rétro. Tra le folle in fila a Milano e altrove per visitare la cultura degli Anni Trenta come se fosse lontana anni-luce dalla nostra, quanti sospettano che proprio allora nacque il documentario sulle alghe, il docucu, come lo immortalò Raymond Queneau nel suo Lontano da Rueil? In quel romanzo di struggente ironia che ogni cineamatore dovrebbe leggere, il docucu, premessa obbligatoria a qualsiasi film, aveva per tema la pesca delle sardine, a dire il vero. Ma ogni cineamatore sa che nel 1936 o '37 un ente pubblico inglese finanziò una serie di documentari divenuti in seguito dei «classici» da cineclub: e tra questi il più famoso, il più classico, era dedicato (non a caso! non a caso!) alle alghe. Rudi rastrellatoti di alghe, in stivaloni e berrettoni. Loro mani nodose. Loro capanne e tuguri. Loro mogli macilente e sdentate. Un'oretta buona tutta di alghe, per di più in bianco e nero. Si poteva pensare che l'argomento fosse esaurito per sempre, ma cosi non è stato. Oggi, nei menù pomeridiani e serali delle tv nazionali europee le alghe non mancano mai, sono al primo posto nella hit-parade dell'intrattenimento serioso e formativo. Mai state così bene da trenta milioni di anni a questa parte; ringiovanite, ringalluzzite dal colore, dalle riprese subacquee, da raffinatissimi filtri e marchingegni tecnici. Solo la voce fuori campo è rimasta la stessa: grave, baritonale, vagamente predicatoria, come se stesse parlando in chiesa a un servizio funebre. Si abbassa ancora, a evocare il mistero della creazione delle alghe. Risale a illustrare i pregi innumerevoli delle alghe. S'illanguidisce un attimo a sottolineare la poetica eleganza delle alghe. Si anima sbarazzina a raccontare certe spassose (chi l'avrebbe mai detto?) stravaganze comportamentali delle alghe. E recede infine ?J tono ecclesiastico-sepolcrale per prendere congedo dalle alghe, queste nostre umili, sconosciute compagne sul pianeta Terra, che un giorno... Il primo impulso è di fare adeguati scongiuri. Tanta deferenza verso le alghe sembra infatti implicare qualcosa di minaccioso, di iettatorio, tratteggiare un futuro non troppo lontano in cui saremo costretti a cibarci dei preziosi procarioti (yum, quante buone proteine!); ma neanche questo basterà, e mentre noi saremo cancellati come specie, spazzati via dalle nostre stesse colpe e follie, le alghe camperanno tranquillamente per altri trenta milioni di anni, sempre uguali, sempre verdi, azzurre, nere, brunastre... Ma tali moralismi ecologico-carducciani (si concepisce benissimo il vate maremmano che dà alle stampe un'Ode all'alga) hanno inoltre per effetto di far rimpiangere allo spet- tatore italico le pellicce, gli amari, i mobilifici, le auto, le creme, i detersivi di casa sua. Se la scelta, come quasi sempre nella vita, è tra due afflizioni, meglio di gran lunga la pubblicità martellante delle tv private, meglio i telefilm polizieschi e le soap-operas, che non queste istruttive divagazioni sulla lattuga di mare. L'alga è statale o parastatale, l'alga non ha scopo di lucro, non frastorna il fanciullo, non corrompe la massaia, non spinge l'adolescente sulla via del crimine; il consumatore televisivo non sta su fino alle due di notte per vedere come l'alga va a finire, e il mattino dopo è fresco, riposato, pronto al lavoro. L'alga produce buoni cittadini. L'alga è per la legge e l'ordine. L'alga e amica dei generali, c'è da presumere che stia andando forte in Polonia, oggi come oggi. ★ ★ Perché nulla più si sa di quello sventurato Paese a due passi da noi, come se avesse subito una fantastica regressione nel tempo e nello spazio. Ti volti, e la Polonia è sparita, è laggiù, lontana quanto la Gna di Marco Polo, l'Africa di Livingstone. Rispunta la figura anacronistica del Viaggiatore, dell'Esploratore, e le notizie tornano a correre da bocca a orecchio, superando a fatica monti e foreste, mari e corsi d'acqua. Un ingegnere che è arrivato ieri da Danzica mi diceva... Una signora che ha un cugino appena tornato da Cracovia mi raccontava... Passano perigliosamentc le frontiere ambasciatori clandestini, messaggi a mano, biglietti sbrindellati, voci, sussurri... Una colossale operazione rétro, ecco cos'hanno organizzato quei militari. Stupisce, e sgomenta, l'irrisoria facilità con cui in Polonia tutti i più sofisticati strumenti di comunicazione su cui qui siamo abituati a contare come sull'acqua corrente sono stati messi .a tacere. Tra un convegno e l'altro sullo strapotere dei media, sulla invadenza della telematica, dei satelliti, dei ponti-radio, delle miao-telecamere, dei networkt commerciali, ci siamo scordati di quanto siano fragili, impotenti, soffocabili questi temuti mostri. Basta un decreto, una notte, per trasformare il troppo che c'è di qua nel niente che c'è di là. E in quel niente, in quel brodino organico primigenio, possono prosperare soltanto le alghe, care, vecchie, innocue, silenziose amiche del PoCarlo Frutterò Franco Lucentini

Persone citate: Barconi, Ciuffi, Raymond Queneau