«So che mi uccideranno ma in carcere non torno»

«So che mi uccideranno ma in carcere non torno» Scrive a «La Stampa» l'uomo condannato per l'omicidio Baudino «So che mi uccideranno ma in carcere non torno» Giuseppe Cardillo, evaso da Rebibbia, lancia accuse, invoca attenuanti, racconta l'infanzia difficile - «Voglio vivere come gli altri» .5o che mi uccideranno, spero di non doverlo mai fare io» : è uno dei passi più drammatici d'una lettera inviata a La Stampa da Giuseppe Cardillo, l'uomo condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'orefice Baudino (Torino, 14 ottobre '70), evaso dal carcere romano di Rebibbia (non vi ha fatto più ritomo dopo aver ottenuto, il 30 gennaio scorso, un permesso di cinque giorni). Dal suo nascondiglio segreto. Cardillo si proclama innocente, lancia accuse, annuncia la sua maturazione ideologica, spiega errori compiuti per 'fatalità e ingenuità», grida la voglia di vivere dopo l'esperienza del carcere. Se la prende con i giornalisti, rei d'aver trasformato — a suo dire — le dichiarazioni della madre. -Nel momento della rapina — scrive — ero con lei al telefono». Ma la donna, 48 ore dopo il sanguinoso assalto, disse ai cronisti: • Quel giorno mio figlio non era qui, a Cuneo, con me». E gli stessi assistettero al drammatico riconoscimento della vedova Baudino: 'E' stato lui a sparare a mio marito», esclamò in lacrime, indicando Cardillo. Parla di armi: «in vita mia non ne ho mai avuta una, quella trovata a casa mia, in via Gottardo, non era mia». Spiega: «Sin da piccolo ero un ladruncolo, ma una cosa era vietatissima: portare armi». E nega quanto scrissero i giornali dopo l'assalto: 'Dite che avevo due pistole, non è vero. Mi hanno anche accusato di aver impugnato un mitra non funzionante. Lo imbracciava un altro (e fa un nome, n.d.r.) e non io». La lettera non è sempre chiarissima. Cardillo perde il controllo dei pensieri, tenta un'autodifesa: -Il Panizzari (suo complice nella rapina, n.d.r.) si era riproposto di dire tutta la verità». Annuncia un memoriale: 'In otto anni anch'io ho saputo molte cose su quei fatti». Spiega i cambiamenti: -Oggi di quello che ho molte cose sono mutate non solo nella sostanza, ma anche nell'ideologia». Cerca comprensione e pietà: -Non sono più il giovane ragazzino esaltato dalla giovane età — scrive — con molti grilli per la testa. Non sono rientrato in carcere per calcolo preciso: ho 37 anni, sono malato (sindrome di Menier, artrosi cervicale e lombare, non vedo quasi da un occhio). Da vivere nel vero senso della parola mi rimane poco; i più begli anni li ho trascorsi là dentro. Per voi che mi credete colpevole non c'è niente di male che uno finisca cosi». Cerca attenuanti: 'Fatalità e ingenuità mi hanno portato ad essere un colpevole eccellente». Esplode: «Vi sembra sbagliato voler vivere un po' di tempo tra gli uomini liberi, reali nel bene e nel male con tutte le paure e angosce?». Ridiventa sicuro di sé. •Spero di trovare le prove della mia innocenza. Se volete il memoriale che ho scritto, si trova a Milano (e indica un indirizzo, n.d.r.)». Poi cambia tono: .Non siate cattivi con me; io non odio nessuno e non voglio vendicarmi con nessuno'■ A In esecuzione ad un ordine di cattura della procura della Repubblica di Torino, i carabinieri di Alpignano hanno arrestato Domenico La Porta. 19 anni. Rivoli. Giuseppe Cardillo, evaso

Luoghi citati: Alpignano, Cuneo, Milano, Torino