Kronstadt, fuoco sui marinai ribelli

Kronstadt, fuoco sui marinai libelli MARZO 1921: LA PRIMA REPRESSIONE OPERAIA NELLA STORIA DELL'URSS Kronstadt, fuoco sui marinai libelli La base militare, già rivoluzionaria nel 1906 e punita dagli zaristi, nel 1917 divenne una «Comune» che sognava una democrazia sovietica - Appoggiò il bolscevismo, ma davanti alla sua crescente dittatura, decise la rivolta - Lenin e Trockij la soffocarono nel sangue - Ora Israel Getzler smaschera le loro menzogne, ricostruendo in un libro quella tragica storia L'insurrezione scoppiata nel morso 1921 contro il regime bolscevico nella base militare di Kronstadt — che Trockij aveva esaltato come «onore e gloria della rivoluzione» per il suo ruolo d'avanguardia nel 1917—e subito sanguinosamente repressa, rappresentò fin dall'inizio per i comunisti russi una realtà su cui non si poteva dire la verità. La storia tragicamente conclusasi dei marinai, che costituirono /'élite militare dello zarismo prima e una punta di diamante della democrazia sovietica poi, si trova ora minuziosamente ricostruita nelle pagine dello studioso Israel Getzler (già noto in Italia soprattutto per un'opera su Martov, il capo del menscevismo), il quale ha dedicato ad essa il volume L'epopea di Kronstadt 1917-1921, edito da Einaudi. Grande base militare collocata a presidio di Pietrogrado, Kronstadt aveva iniziato la propria tradizione rivoluzionaria nel corso della prima rivoluzione russa: e nel 1906 era stata oggetto di una dura repressione da parte delle autorità zariste, le quali avevano inviato nel 1909 come governatore militare un uomo tutto di un pezzo, il viceammiraglio Viren. Nella sua implacabile e ottusa severità, Viren era diventato per i marinai, che lo uccisero nel 1917, il simbolo di un regime nemico e storicamente condannato. Nel marzo del 1917 i marinai di Kronstadt diedero vita al loro pri;.*o soviet (consiglio), all'interno del quale i bolscevichi erano solo una piccola minoranza. Dopo di allora però — e Getzler scava in questo processo di significato decisivo — il bolscevismo iniziò una irresistibile avanzata, culminata nell'Ottobre e nelle elezioni all'Assemblea costituente, che diedero una schiacciante maggioranza al partito di Lenin e di Trockij. La chiave di questa avanzata non fu dovuta — qui si trova il filo rosso che occorre seguire — ad una bolscevizzazione intima dei marinai, ma piuttosto all'appoggio da essi dato alla corrente politica che loro appariva la più conseguente fautrice dell'ideale della democrazia sovietica, vera e propria stella polare della Kronstadt rivoluzionaria. A metà maggio del 1917 Kronstadt compì un passo gravido di conseguenze: si rese di fatto autonoma dal go¬ verno provvisorio e dal Soviet di Pietrogrado, considerati incapaci di dare uno sviluppo coerente alla rivoluzione. Cosi il soviet di Kronstadt diventò una sorta di vero e proprio governo locale, una «Comune» sovietica, il centro di una democrazia radicale fondata au una intensa partecipazione collettiva. La saldatura fra marinai e bolscevismo fu resa più salda dal conflitto con il governo Kerenskij, che invano tentò di sottomettere Kronstadt alla sua autorità. Marinai non bolscevichi e bolscevichi si trovarono uniti nel rivendicare il passaggio di tutto il potere ai Soviet e nella denuncia del carattere moderato del governo. Nelle famose •giornate di luglio», i marinai della base costituirono il nucleo armato essenziale delle forze antigovernative dirette politicamente dai bolscevichi, e sostennero questi ultimi nell'ondata persecutoria scatenata sotto l'accusa di essere traditori al soldo tedesco. Il connubio fra Kronstadt e bolscevismo si rinsaldò ulteriormente nella lotta contro il generale controrivoluzionario Kornilov e quindi nelle giornate dell'insurrezione che in ottobre consegnò il potere al partito di Lenin. Come già ho ricordato, le elezioni per l'Assemblea costituente sanzionarono il momento di più intenso consenso di Kronstadt al bolscevismo. Tanto saldo sembrava il rapporto che i marinai dopo l'ottobre del 1917 assunsero tal- volta persino il ruolo di guardia pretoriana del bolscevismo. Eppure si trattava di un connubio, quello fra Kronstadt e comunisti, che non era affatto incondizionato. In più occasioni, già prima dell'Ottobre, era emersa una critica diffusa verso le inclinazioni del bolscevismo a porsi come guida politica monopolistica. Nel 1918 l'insoddisfazione per le aspirazioni autocratiche del bolscevismo era molto ampia. Ma le ragioni profonde dell'appoggio ai bolscevichi e al tempo stesso dei limiti di esso non possono essere comprese senza sottolineare adeguatamente le anime per un verso convergenti e per l'altro divergenti della demociazia sovietica di Kronstadt e del bolscevismo. In quanto fautori di un nuovo potere rivoluzionario in grado di rompere con il passato in modo radicale, i marina" di Kronstadt erano stati inuotti a dare il loro appoggio all'unico partito che prometteva la desiderata rottura e che del pari si presentava come deciso sostenitore della democrazia sovietica. In quanto però fautori di una democrazia sovietica pluralistica, gli stessi marinai (naturalmente non quelli dichiaratamente bolscevichi) erano ostili ad ogni tentativo di ridurre il sovietismo sotto la guida unica del bolscevismo. In conseguenza, il bolscevismo che predicava il potere dei soviet ottenne l'entusiastico sostegno dei marinai della »Comune» di Kronstadt, mentre il bolscevismo che, preso il potere, svuotò di significato i soviet sostituendoli con la propria dittatura doveva suscitare il risentimento e l'opposizione di essi. Getzler documenta quanto fosse radicata fra i marinai questa concezione pluralistica della democrazia sovietica, e come la formazione di un governo puramente bolscevico all'indomani dell'insurrezione di Ottobre avesse suscitato delusioni. Da ciò si passò al risentimento crescente per la trionfante mcommissariocrazia» e per l'oppressivo controllo partitico-poliziesco dall'alto. Ne derivò che, sotto la facciata di una Kronstadt bolscevizzata, covavano le ceneri del desiderio di tornare ai tempi felici di quando Kronstadt era una libera 'Comune». E' interessante notare che — come mette in luce Getzler — t marinai trovarono l'energia per ribellarsi anche grazie al regime di relativa autonomia e di relativo privilegio in cui si trovavano. Nel febbraio del 1921, sullo sfondo di una crisi di fiducia con il regime ormai profonda, il partito bolscevico perse a Kronstadt la sua capacità di controllo. I marinai erano indignati per la repressione degli scioperi degli operai di Pietrogrado. La rivolta contro la dittatura bolscevica scoppiò il 2 marzo, dopo che le autorità bolsceviche mostrarono la non volontà di venire incontro alle richieste dei marinai, il cui accoglimento avrebbe voluto dire la fine del potere comunista e l'instaurazione di una democrazia pluralistica di tipo sovietico. Il potere bolscevico cadde a Kronstadt senza che nessuno, nemmeno la base bolscevica, lo difendesse. E il confronto divenne militare. La totale incompatibilità fra Kronstadt insorta e il governo comunista fu mostrata dalla irriducibile contrapposizione fra due parole d'ordine opposte: da un lato «Tutto il potere ai Soviet e non ai partiti» e dell'altro «Non ci può essere potere sovietico senza il partito comunista»! Il potere bolscevico riuscì, mobilitando tutte le sue forze, a schiacciare i marinai di quella Kronstadt che era stata un tempo definita «onore e gloria della rivoluzione». Massimi responsabili della repressione furono Lenin e Trockij. Per Trockij il ruolo esercitato in quell'occasione fu come un macigno inamovibile e imbarazzante dopo che egli prese a denunciare il dispotismo staliniano. Il modo in cui il potere bolscevico liquidò la rivolta di Kronstadt appare di straordinario rilievo, in quanto inaugurò una linea di condotta nelle forme essenziali si sarebbe immancabilmente riprodotta in seguito ogni volta che i comunisti al potere si trovarono a reprimere una insurrezione interna. In un mare di menzogna, i marinai di Kronstadt furono denunciati come controrivoluzionari al servizio delle guardie bianche, nel tentativo di delegittimare a ogni costo politicamente e socialmente le ragioni della rivolta. Inoltre, la repressione di Kronstadt ebbe un valore decisivo nella storia del bolscevismo, poiché mise a nudo che non vi era compatibilità possibile non solo fra la democrazia parlamentare e il bolscevismo stesso, ma fra la stessa democrazia sovietica e il potere comunista, fra l'ideale dell'autogoverno delle masse e il governo centralizzato dei commissari. Il dramma di Kronstadt, come scrisse in seguito Victor Serge, si inseriva nel processo del «nascente totalitarismo» tenuto a battesimo da Lenin e da Trockij, che pure avevano distrutto il vecchio regime agitando quella bandiera della democrazia sovietica nel cui nome i marinai di Kronstadt sarebbero andati incontro alla morte nelle giornate politicamente e meteorologicamente gelide del marzo 1921. Massimo L. Salvadori

Luoghi citati: Italia, Pietrogrado