Tra i polacchi di Lagos

Tra i polacchi di Lagos Il Papa dà udienza a 200 connazionali nella Nunziatura Tra i polacchi di Lagos Giovanni Paolo II ha voluto ricordare i suoi particolari legami con gli avvenimenti in Polonia, menzionando lo «stato di guerra» - Accorato richiamo alla libertà dei popoli e alla funzione dei polacchi fuori Patria - Incontro con l'ambasciatore di Varsavia LAGOS — Il Papa ha voluto ricordare i suol particolari legami con gli avvenimenti polacchi e con la sua Patria, richiamandosi ai diritti di libertà dei popoli e menzionando lo «stato di guerra» in Polonia. Lo ha fatto, indicando anche i motivi del suo assiduo parlare del proprio Paese nella sua più vasta solidarietà per tutti 1 popoli che soffrono, in un discorso che egli ha improvvisato, In polacco, dinanzi ai connazionali che lavorano in Nigeria, ricevuti coi loro bambini alle 12 nello stesso giardino della nunziatura che è sua residenza di questi giorni a Lagos. In tale occasione è stato ufficialmente salutato dall'ambasciatore di Polonia, Witold Jurasz: era il primo incontro ufficiale con un ambasciatore di Varsavia dopo i fatti del 13 dicembre. Ricordata l'importanza dell'emigrazione polacca nel mondo, da intendere non come dispersione ma come missione e, in ogni caso, come servizio solidale ad altri popoli «perché è bene che nessuno viva isolato; il Papa ha detto d'aver saputo dai vescovi nigeriani che 1 duemila polacchi presenti nel Paese, per assistenza tecnica e professionale, sono «parte molto viva della Chiesa in Nigeria» ed ha aggiunto: «E' questa una importante testimonianza, sia per la Chiesa, sia per la Patria. Gli ultimi secoli, difficili per noi, sono ulteriore prova di questa alleanza tra la Chiesa e la Nazione, in particolare negli ultimi anni: «Come primo della stirpe polacca successore di Pietro, non solo polacco ma anche slavo, sento un particolare dovere nei confronti della mia Patria e di tutti i miei connazionali. La storia della Polonia e della Chiesa mi hanno in un certo modo preparato ad essere solidale con tutte le altre nazioni del mondo. Non per nulla i polacchi hanno sempre cercato alleanze ed hanno combattuto per la libertà altrui intendendola come nostra. Per questo — ha aggiunto — mi sento solidale con uomini e nazioni che soffrono e che sono discriminati: mi è facile essere subito con tutti loro perché ho imparato fin da piccolo ad essere con la mia nazione che ha avuto una storia non facile, ed ha anche un non facile momento contemporaneo. Aggiungerò che, essendo fuori dalla Patria, quasi sempre a Roma ma anche altrove, vivo profondamente gli avvenimenti della mia Patria, specie quelli difficili più recenti e ne testimonio a voce alta, affinché ai polacchi come Nazione siano riconosciuti i diritti con i loro vicini e con le nazioni con le quali la storia degli ultimi tempi ci ha legato. L'ho detto negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, in riferimento allo "stato di guerra" e l'ho ripetuto a tutti i rappresentanti degli Stati, perché i diritti di ogni popolo e di ogni nazione siano rispettati'. • Cari fratelli e sorelle — ha detto ancora il Papa — questa è una eredità plurisecolare. L'abbiamo imparata da secoli, non solo dopo la dichiarazione dei diritti umani fatta dalle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale: fin dal Concilio di Costanza, nel 400, ambasciatori polacchi si richiamarono a questi principi. Non si può essere polacco senza portare con sé questo patrimonio della Nazione, che è destinato non solo alla nostra Patria ma che ha un ruolo nel mondo intero. Desidero rivolgermi a tutti voi, affinché rappresentiate tutto ciò che è polacco in Nigeria. Contribuite al meglio di questa Nazione che ha grandi risorse umane e che si trova all'inizio della sua fase storica, di federazione della Nigeria. Dio aiuti ciascuno di noi a porre nella coscienza quotidiana e ad assolvere questo compito*. L'incontro con i polacchi, circa duecento, in gran parte medici, ingegneri e professionisti rappresentanti la loro nazione che ha un particolare accordo di assistenza tecnica con la Nigeria fino al 1983, si è svolto nel giardino tropicale della nunziatura apostolica, nel quartiere delle ambasciate, il più elegante di Lagos e protetto da forti schieramenti di polizia. Il Papa ha parlato ai polacchi sotto un baobab, per metà difeso dal sole battente di mezzogiorno da una piccola pensilina ed ha concluso l'incontro recitando con i connazionali l'Angelus e intrattenendosi poi con ciascuno di loro a lungo, presentato dallo stesso ambasciatore di Polonia al Pontefice. Alcuni dei polacchi presenti nel giardino della nunziatura portavano il distintivo di Solidarnosc. Hanno detto però che l'ambasciata del loro Paese li aveva scoraggiati dall'organizzare attività politiche, dal portare striscioni o indossare i distintivi durante la visita del Papa. Uno dei polacchi senza distintivo ha detto di essersi adeguato alle raccomandazioni dell'ambasciata perché, come altri connazionali, non intendeva «perdere il passaporto». A Ibadan e a Kaduna. precedenti tappe del Papa in Nigeria, la polizia aveva rimosso vari striscioni di Solidarnosc per ragioni di sicurezza. / I 1 V Lagos. Giovanni Paolo II infastidito dall'intenso calore prima della Messa nella cattedrale della capitale nigeriana (Tel. Upi)

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Witold Jurasz