Storia di un palazzo all'italiana

Storia di un palazzo all'italiana Salito da 6 a oltre 25 miliardi il costo della nuova sede delPÉnel Storia di un palazzo all'italiana 1 lavori si sono iniziati nel 1974; nel 1977 i dieci piani erano completati; ma gli uffici sono, ancora oggi, vuoti Svettante in un mosaico di vetro-alluminio e modernissimo nelle strutture, ma a tutt'oggi deserto, il nuovo palazzo Enel di corso Regina Margherita angolo corso Svizzera è stato festeggiato nel decennale dall'inizio lavori con una preoccupata interrogazione parlamentare. Perché i lavori hanno proceduto cosi a rilento? Quando potrà essere finalmente utilizzato? E quali imprevisti hanno dilatato di anni i tempi per la realizzazione dell'edificio, facendone lievitare il costo da 6 ad oltre 25 miliardi? Le stesse domande che si sono posti numerosi cittadini transitando di fron te a quella silenziosa catte drale di periferia, dove, dopo anni ed anni, non si riusciva ancora a scorgere un solo impiegato al lavoro. Finché qualcuno s'è deciso a chiedere informazioni seri vendo al giornale; e insieme con le perplessità sui ritardi sono emerse cosi altre insi nuazioni polemiche: si accennava a strane blindature con vetri antiproiettile, che andavano trasformando il palazzo in un bunker, e ad infiltrazioni da falde d'acqua sotterranee che avevano danneggiato, ancor prima dell'inaugurazione dell'edificio, la centrale telefonica installata negli scantinati; si accusava l'Enel di aver riscaldato per due anni i locali deserti (con costi di decine dì milioni), e infine veniva ricordata l'enorme spesa per gli affitti dei vari uffici decentrati che l'ente continua ad occupare in attesa del trasferimento in corso Regina Margherita. Per distinguere la verità dalle calunnie abbiamo girato questi interrogativi ad un funzionario dell'Enel, il dottor Giuseppe Piglia, ripercorrendo a ritroso la storia del palazzo. -In effetti — Ticorda Piglia — i lavori s'iniziarono nel 71, su un'area di 4930 metri quadrati di proprietà dell'ente: ma per due anni, dopo i sondaggi del terreno, furono portate avanti solo opere preliminari, come le paratoie di contenimento perimetrali die dovevano proteggere le fondamenta da infiltrazioni d'acqua. La scoperta di falde alimentate dalla Dora non è certo stata una sorpresa, e i lavori per la costruzione del palazzo hanno preso il via regolarmente nel 74: nel 77 la^truttura di 10 piani era completata, ma gli impianti di climatizzazione e gli altri apparati tecnologici avevano già portato ad un incremento del 25-30, per cento sui costi. Da 6 a 7 miliardi». Una cifra ancora ben distante dagli oltre 25 miliardi attuali, senza calcolare 1 risparmi che avrebbero potuto essere realizzati trasferendo con anticipo nel nuovo edifi¬ ciò tanti uffici ospitati tutt'ora in locali d'affitto: è infatti previsto che la nuova sede venga occupata dall'intera direzione compartimentale di via Bertola (dove resteranno soltanto gli uffici destinati all'utenza di Torino-centro) e dagli organici di altre sei o sette grandi sedi decentrate, per cui oggi l'Enel paga canoni elevati. Nello stesso tempo potrebbe essere finalmente trasferita nel palazzo di via Bertola (di proprietà dell'ente) la direzione esercizio distrettuale, che occupa oggi quattro piani, in affitto, del grattacielo di piazza Solferino. Perché si è dovuto attendere altri cinque anni, arrivando ad una spesa di quasi tre volte e mezzo superiore al preventivo iniziale? «// motivo principale del ritardo — spiega Piglia — è stata l'esigenza di adeguare gli p impianti interni a nuove apparecchiature di elevata tecnologia che verranno ospitate nel palazzo; s'è poi dovuto rivedere il progetto per le misure di sicurezza, visto che i tempi sono cambiati e il servizio di sorveglianza nel cantiere lia 'segnalato più volte atti di teppismo o intrusi sconosciuti sorpresi a fotografare le strutture dell'edificio; infine è stato necessario progettare a parcheggio una vicina area di proprietà, su corso Appio Claudio, giacché quella prevista inizialmente, alla Pellcrina, ospita ora circhi equestri e spettacoli viaggianti. Comunque non è vero die abbiamo riscaldato i muri vuoti, e neppure che vi siano stali danni alla centralina telefonica per infiltrazioni d'acqua: è vero, invece, che abbiamo contestato la realizzazione di questo impianto poiché si danneggia¬ va con la polvere. Una cosa del tutto diversa». Il balzo a 25 miliardi, ovvia conseguenza della lievitazione prezzi in tutti questi anni, non avrebbe portato in ogni caso, secondo l'Enel, a livelli fuori mercato. «Circa 200 mila lire a metro cubo per un edificio cosi moderno, che ospiterà mille persone, sono una cifra assolutamente equa — conclude Piglia —. //16 novembre abbiamo ottenuto l'abitabilità, e nell'ultimo sopralluogo, un mese fa, i vigili del fuoco hanno chiesto solo piccole varianti. Tra poco cominceremo a trasferire l'arredamento degli uffici e, un po' alla volta, anche gli organici: non dico entro l'estate, per scaramanzia, ma di certo entro l'anno il palazzo sarà certamente abitato al completo, con buona pace di tutti». Roberto Reale Centro Donati — Organizzata stasera, ore 20,45, via Giolitti 26/A, la tavola rotonda •Polonia, solidarietà e prospettivecori l'intervento del vice direttore di Solidarnosc e. amico di Walesa, Bohdan Cywinski. ca L'edificio di corso Regina è inutilizzalo; l'Enel continua a pagare milioni d'affitto i>cr altre sedi

Persone citate: Bohdan Cywinski, Giuseppe Piglia, Piglia, Walesa

Luoghi citati: Polonia