Pregetto mare pulito

Pregetto mare pulite Savona, un problema che per dieci anni ha sollevato polemiche Pregetto mare pulite Un gigantesco depuratore, costruito a Zinola. risanerà gip scarichi fognari dei Comuni da Varazze a Vado - Verrà anche utilizzato da 11 stabilimenti sulla costa e dalI'Acna di Cengio - Spesa complessiva dell'impianto: 45 miliardi e 688 milioni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAVONA — Sta per cominciare l'avventura del «maxidepuratore» che dovrebbe risanare l'ambiente costiero savonese e la Val Bormlda. I terreni sono disponibili,; la concessione edilizia viene data per imminente. Nel giro di un mese dovrebbero cominciare i lavori. Il progetto, tema di discussioni e polemiche da quasi dieci anni, è grandioso: un solo impianto, situato a Zinola, nella zona a monte dello svincolo autostradale per Torino-Ventimiglia-Ge nova, depurerà gli scarichi fognari dei comuni rivieraschi da Varazze a Vado Ligure, più gli scarichi di undici stabilimenti dell'arco costiero e quelli dell'Acna dì Cengìo. Le acque depurate finiranno in mare al largo di Vado, su un fondo di 90 metri. Spesa complessiva 45 miliardi e 688 milioni. In teoria tutti sono d'accordo sulla bonifica del mare savonese, inquinato dalle fognature del capoluogo, di Va' razze, Celle, Albissola Marina e Albissola Superiore, Quiliano, Vado. Una popolazione di 154.167 abitanti, tra residenti e fluttuanti, che in piena estate supera di gran lunga le dimensioni date dalle statisti che ufficiali. Il solo comune di Varazze passa da 15 mila a 40 mila abitanti. Nello stesso mare e pesante l'inquinamento chimico, che diminuisce la capacità di autodepurazione. Industrie siderurgiche e chimiche, cockerie, scaricano acidi e metalli pesanti, fenoli, cianuri, olii, idrocarburi, detersivi e via di seguito. La convivenza del turismo, tanto più di quello balneare, con fonti di inquinamento cosi massicce e pericolose, si era rivelata assurda da molti anni. Alle denunce segui l'iniziativa di un consorzio per la depurazione, inizialmente limitato a Savona, Vado e Quiliano. L'estensione fino a Varazze fu dettata dalla filosofia degli impiantì colossali, prevalentemente negli Anni Set- tanta e ancor oggi qui ritenuta valida in quanto consentirebbe soluzioni tecniche non raggiungìbili da piccoli comuni. L'Acna di Cengio fu aggiunta per un motivo di ordine tecnico: si dice che i suoi scarichi micidiali non possono essere depurati se non miscelandoli a grandi quantità di liquami urbani. Ma proprio l'Acna. da sempre fonte di controversie e di fondate paure tanto da essere inclusa tra le -fabbriche della morte» e sottoposta a inchieste della magistratura, ha finito con rendere più difficile il cammino del «maxidepuratore... Quali garanzie si hanno sulla qualità delle acque che finiranno in mare? Che succederebbe nel caso di un incidente alle condotte che collegano lo stabilimento di Cengio all'impianto di Zinola? Lo stesso impianto potrebbe sopportare scarichi dell'Acna contenenti sostanze chimiche diverse da quelle usate attualmente? Si sono formati gruppi di opposizione. Un gruppo di Zinola, coordinato da «Italia Nostra», ha fatto un primo ricorso al Tribunale amministrativo regionale lo scorso anno. •Stiamo per farne un secondo, fondato sul rispetto delle norme tecniche e su altre motivazioni urbanistiche e ambientali', dice l'avvocato Carlo Raggi, di Genova, che assiste il gruppo di Zinola. Contro il «maxidepuratore» lottano altri gruppi di cittadini convinti della pericolosità degli scarichi dell'Acna, di cui chiedono l'esclusio¬ ne. Intanto si profila l'ingresso deH'.Itallmpianti», che potrebbe assumere la responsabilità della parte tecnologica. La questione del depuratore gigantesco, evidentemente, riguarda l'intera collettività per i suoi effetti sull'ambiente e la salute, per i suol rischi potenziali, anche per i suoi costi. Non è un tema da dibattere nel chiuso di commissioni o di partiti. Ma per consentire alla popolazione di conoscere e partecipare mancano in Italia, non soltanto a Savona, gli strumenti e le procedure. Mancano le «udienze pubbliche» di tipo inglese, in cui il progetto viene illustrato a tutti, esaminato e giudicato col contributo di tecnici indi' pendenti, non legati all'azienda che ha l'appalto o l'ente che lo ha affidato. In attesa della «legge sull'impatto ambientale» il cittadino non può fare altro che esigere solide garanzie, o dichiarare guerra se ha avuto modo di convincersi che l'opera è sbagliata. Come giudicare? "Il progetto è a disposizione di tutti. Chiunque può venire nella nostra sede, in piazza Diaz 7, ed esaminarlo», mi dice il presidente del consorzio di depurazione, Antonio Mirinovi. Ma la consultazione sarebbe inutile per il profano, se non accompagnato da un comitato di esperti. A loro volta gli esperti interpellati in altre città rifiutano ogni giudizio senza una conoscenza diretta del progetto. In mancanza di una indagine ambientale fatta preventivamente da tecnici indipendenti, e in mancanza di una effettiva possibilità di controllo da parte del cittadino nella fase progettuale, resta aperto il problema della validità delle garanzie offerte dall'impresa «Impremovlter» che si è aggiudicata l'appalto in gara col gruppo «Vianlni» di Roma (su 14 ditte invitate due sole inviarono un progetto e un'offerta), lasciando aperta l'ipotesi di una collaborazione con l'It a! impianti. Il presidente del consorzio di depurazione riassume cosi' le garanzie: «E' pretesto un sofisticato sistema dì controllo degli scarichi. Se quelli provenienti dall'Acna dovessero modificarsi nei contenuti, il flusso si interromperebbe automaticamente. Altrettanto nel caso di incidenti, come la rottura del tubo che scende da Cengio a Zinola. Verrà costruito un bacino di raccolta degli scarichi Acna, sufficiente per 40 giorni, in caso di emergenza. Al mare non arriveranno che acque depurate e tenute costantemente sotto controllo con mezzi elettroni¬ ci». Nel caso di rotture o altri incidenti alle condotte costiere che porteranno i liquami da Varazze, Celle, Albissola e dagli altri comuni più vicini, è previsto un sistema di emergenza con scarico al largo. Il traguardo massimo sarebbe stato quello di non versare nulla in mare, riutilizzando quel fiume depurato .nelle campagne. «Non è possibile; anche dopo il trattamento le acque saranno salate. I sali contenuti nei liquami Acna non sono eliminabili* dice 11 presidente del consorzio. Ancora e sempre l'Acna: sarebbe stato preferibile eliminare l'inquinamento industriale all'origine anziché mettere in piedi un gigantesco depuratore. Ma ormai i lavori stanno per cominciare. Non resta che vigilare perché le garanzie offerte sulla carta siano effettive e durino nel tempo. L'esperienza della centrale Enel di Vado e l'incidente all'oleodotto genovese insegnano. Mario Fazio

Persone citate: Antonio Mirinovi, Carlo Raggi, Mario Fazio, Zinola