Pupetta Maresca sfida il «boss» Cutolo «Se tocca i miei familiari lo distruggo»

Pupetta Maresca sfida il «boss» Cutolo «Se tocca i miei familiari lo distruggo» Napoli, conferenza stampa della donna che vendicò la morte del marito Pupetta Maresca sfida il «boss» Cutolo «Se tocca i miei familiari lo distruggo» NAPOLI — Pupetta Maresca sfida Raffaele Cutolo. La donna (vedova di «Pascalone e' Nola», nel 1955 vendicò la morte del marito uccidendo il presunto mandante dell'omicidio, Antonio Esposito) ha convocato una conferenza stampa per lanciare le sue minacce al boss della «Nuova camorra». -Voglio far sapere a quel signore che, se osa toccare uno dei miei, distruggerò lui e la sua famiglia fino alla settima generazione, donne e bambini compresi». -Non ho paura di nessuno», ha ripetuto Pupetta. Ma forse non è cosi: Ciro Maresca. uno dei suoi quattro fratelli, arrestato qualche giorno fa a Roma, è in carcere a Poggioreale, regno incontrastato di Raffaele Cutolo: anche se non lo ha detto esplicitamente, la donna teme per la sua vita. All'appuntamento con i giornalisti, al Circolo della stampa, è arrivata con qual¬ che minuto di ritardo: elegante, indossava un vestito nero e molti gioielli (« Voglio vedere chi ha il coraggio di scipparmeli»), Pupetta Maresca non sembra aver perso l'aspetto dei tempi migliori. Ha 45 anni, è ancora bella e aggressiva. «Noi viviamo un periodo terribile», ha cominciato. -Non è per il terremoto che Napoli sta soffrendo: il calvario per la città è cominciato quattro anni fa, il giorno in cui è comparso Cutolo. Voi non lo sapete, ma da allora ci sono centinaia di persone che pur non avendo mai fatto del male sono costrette a starsene chiuse in casa. Il "professore" non guarda in faccia a nessuno, lui calpesta tutti quelli che gli capitano a tiro: cosi c'è gente che vive nel terrore. Cutolo vuole essere l'imperatore di questa città, vuole avere le mani su tutto. Ma non le metta addosso alla mia famiglia. Io non ho paura, non sono la vedova di Antonino Cuomo (la donna che è stata uccisa dopo l'assassinio del marito a Poggio re ale)». Pupetta Maresca tace un secondo, prende respiro. E' stata minacciata?, le chiedono. -Se ho paura lo tengo per me». Hanno minacciato Ciro, suo fratello? Temete per lui? -No, il mio è un atto di coraggio, un gesto di sfida. Nient'altro». Ma allora perché avete scelto questo momento per denunciare Cutolo? -Perché può toccare la mia famiglia — ammette alla fine Pupetta —. E io lo avverto: se ci prova, non lo lascerò in pace finché campa. Io non sarò spettatrice come tante altre vittime. I suoi metodi li conoscete tutti, è un uomo senza pietà, senza rispetto per gli altri». Parlate per qualcuno? Per conto della «Nuova Famiglia», il clan rivale del «professore»? -No», risponde decisa Pupetta. Poi ci ripensa e aggiunge: -Non faccio parte di alcun gruppo, ma se qual¬ cuno la pensa come me — e voi dite che sono quelli della Nuova Famiglia — allora io mi associo a loro». Conoscete Cutolo e Rosetta sua sorella? -Lui l'ho incontrato una volta nel 79. Ho visto anche lei, ma non voglio parlarne». Che cosa sperate di ottenere da questa sfida? «Io non perdo, sia chiaro: 30 quello che faccio e quello che voglio». Alla fine della conferenza i carabinieri hanno invitato Pupetta in caserma per interrogarla. Forse non ci andrà: a chi le aveva consigliato di rivolgersi alla polizia, la vedova di Pascalone e' Nola aveva risposto: -Per la legge non sono votata, ho fatto le mie esperienze ed è sempre andata male. Gente che ha scelto questa strada appena uscita dalla questura ha ricevuto la visita degli uomini di Cutolo. La legge è un'altra cosa, qui non parliamo lo stesso linguaggio». a. i.

Luoghi citati: Napoli, Nola, Roma