Rai contro tv private nazionali giovedì match davanti ai pretore

Rai contro tv private nazionali giovedì match davanti ai pretore Italia 1 e Retequattro al contrattacco, Canale 5 prepara un colpo a sorpresa Rai contro tv private nazionali giovedì match davanti ai pretore ROMA — La «guerra dell'etere» tra la Rai e le grandi televisioni private si è spostata in questi giorni presso la Pretura di Roma. Qui sono state infatti presentate due istanze (una da parte dell'editore Rusconi, l'altra da parte della Rai), dalh. quali dipendono due opposti indirizzi del sistema televisivo italiano. Il pretore dott. Preden ha convocato le parti per giovedì prossimo ma, a giudicare dall'elenco dei convenuti (la Rai e oltre 60 emittenti, tutte con nutriti collegi di difesa), il giudizio non sarà né facile né veloce. Qual è il pomo della discordia? Come si sa, la Corte Costituzionale ha riservato all'emittenza televisiva privata un ambito esclusivamente locale (peraltro non ancora definito), mentre ha riaffermato (nella sentenza che chiudeva la causa della Rai contro Rizzoli, per il telegiornale Contatto; il suo no a trasmissioni private nazionali, «per il permanere di rischi di concentrazione oligopolistica», cioè per il timore che si rafforzino soltanto pochi grandi gruppi privati. Nel frattempo, però, la situazione è cambiata. Pur rinunciando ai vantaggi della trasmissione simultanea attraverso ripetitori e ponti radio, tre imprese televisive (Canale 5 di Berlusconi, Italia 1 di Rusconi e Retequattro di Mondadori-Caraccìolo-Perrone) hanno cominciato a distribuire i loro programmi in tutt'Italia ad un certo numero di stazioni «affiliate», usando un mezzo del tutto tradizionale (la distribuzione delle video-cassette per posta o per corrieri specializzati), ma raggiungendo lo scopo innovativo di avere lo stesso programma trasmesso press'a poco alla stessa ora in tutta la penisola. Ecco dunque il dilemma che sta di fronte al giudice Pre den: questa organizzazione distributiva dei cosiddetti «networks-a-cassetta» viola il dettato della Corte Costitu zionale oppure no? Anticipando di una setti mana il prevedibile contrattacco Rai, Rusconi ha fatto la prima mossa il 25 gennaio, chiedendo al giudice «di accertare la legittimità della fornitura di programmi televisivi da parte della Rusconi Editore ad alcune emittenti italiane, cioè dell'attività economica contraddistinta con il marchio di Italia 1». Una settimana più tardi, il 1" febbraio, è arrivato il ricorso della Rai contro tutti e tre i circuiti nazionali, o meglio contro le 67 emittenti (27 con Canale 5,22 con Retequattro, 18 con Italia 1) che li compongono. Secondo la Rai esse contravvengono al principio sancito dalla Corte Costituzionale sull'ambito locale. Quali sono le previsioni? Difficile farne, essendo la materia ormai troppo ingarbugliata. Sentiamo allora i protagonisti. Alla Rai si esprime assoluta certezza sul verdetto del giudice favorevole all'ente di Stato: «Se le sentenze della Corte Costituzionale hanno ancora un valore, allora il giudice non può che decidere proibendo i circuiti nazionali». L'editore Rusconi esprime fondate speranze: «Un primo successo l'abbiamo già ottenuto: il giudice ha convocato tutte le parti, mentre nella causa Rizzoli-Rai aveva deciso senza ascoltare nessuno. Allora, inoltre, si parlava di informazione, mentre oggi, in discussione, è un palinsesto di spettacoli e varietà». Piero Ottone, che fa parte del Consiglio di amministrazione di Retequattro, parla di una vera e propria «dichiarazione di guerra» della Rai: «Che addolora, perché è nostra convinzione che Rai e private dovrebbero convivere nel sistema italiano, distribuendosi saggiamente ruoli e competenze. Anche noi vogliamo una legge anti-trust, certo, ma un conto è regolarci e un conto è tagliarci le ali, impedendo il decollo produttivo dell'emittenza privata e creando, oltrettutto, cittadini italiani di serie A e di serie B, a seconda che vivano in zona a forte o debole emittenza privata». Berlusconi ha optato per un «no comment», promettendo per lunedì prossimo una «corposa iniziativa al riguardo». Staremo a vedere come va a finire. Poi, tra due anni, avremo in casa i satelliti, e tutto questo sarà veramente preistoria. Carlo Sartori

Persone citate: Berlusconi, Carlo Sartori, Perrone, Piero Ottone

Luoghi citati: Italia, Roma