Arriva il Sartre dimenticato

Arriva il Sartre dimenticato Arriva il Sartre dimenticato L'altra settimana la Rai aveva solennemente annunciato che il ciclo di prosa del lunedì era finito con II padre di Strindberg. Poi si è resa conto che le commedie in repertorio erano undici e che ne aveva trasmesse solo dieci. Per cui, domani, ecco la vera chiusa del ciclo con II diavolo e il buon Dio di Sartre, regia di Trionfo, protagonista lo scomparso Bruno Cirino. C'è una tendenza un po' sbrigativa a liquidare tutto Sartre drammaturgo. Piano: potrà essere a volte macchinoso e a volte troppo denso di teoremi esistenzialisti, ma è pur sempre un autore con una sostanza tale che finisce col catturare la platea volente o nolente. Nel dramma di domani si celebra la rivolta dell'uomo contro l'idea stessa della divinità, e il suo ruolo di unico e pieno responsabile dei propri atti e del proprio destino. E' un testo monumentale e complesso, bersagliato a suo tempo da accuse (prolissità e oscurità) e da polemiche. L'edizione Trionfo-Cirino arriva dal palcoscenico (dove ha ottenuto nel 79 buone accoglienze) e si porta dietro pregi e inconvenienti delle registrazioni in teatro. I pregi si riassumono nella forza di immediatezza, gli inconvenienti (superiori ai pregi) derivano dal fatto che le trovate e gli accenti che vanno bene, o sono accettabili, in palcoscenico, funzionano assai meno sul vìdeo per il quale, ad esempio, gridare e smaniare è controproducente, non serve all'approfondimento del testo cui la dimensione tv può prestarsi in modo egregio. Comunque, uno spettacolo da vedere, e per Sartre (ma quando la Rai si deciderà ad allestire A porte chiuse che pare scritto apposta per la tv?) e per Bruno Cirino che qui, spesso, usa quella che era la sua risorsa migliore, un acre sarcasmo tinto di amarezza.

Persone citate: Bruno Cirino, Cirino, Sartre, Strindberg