Bella e biondissima di nome Michele prometteva amore ma spillava soldi

Bella e biondissima di nome Michele prometteva amore ma spillava soldi E' un travestito la «rapinati ice solitaria» che colpiva vicino ai semafori Bella e biondissima di nome Michele prometteva amore ma spillava soldi Saliva sulle auto in sosta e minacciava: «O paghi, o faccio il diavolo a quattro» - La polizia indaga e scopre la verità - Confessa: «Lo facevo per amore del mio uomo» Che la bella donna fosse in realtà un maschio travestito l'ha scoperto un maresciallo della Mobile; che la «bella» rapinasse automobilisti, cogliendoli di sorpresa, l'ha confessato lei, anzi lui, dicendo che lo faceva per amore dell'amante. Che travestito e amante fossero ormai un tutt'uno l'hanno detto i parenti del lei-lui implorando: «Non arrestateli, rovinate una famiglia». Storia dell'equivoco senza dubbio finita con l'arresto della coppia per reati diversificati ma gravi: rapina e sfruttamento. Nel dettaglio ecco come sono andate le cose. Da alcuni giorni parecchi automobilisti si rivolgevano alla polizia denunciando rapine eseguite con metodo insolito: una donna li abbordava al semaforo mentre aspettavano di avere via libera, apriva la porta, si sedeva, invitava ad un convegno rapido a pagamento e se il «cliente» opponeva un rifiuto la sconosciuta minacciava di fare il diavolo a quattro. L'automobilista piuttosto di affrontare una piazzata preferiva tirar fuori il portafogli il cui contenuto veniva sfilato dalla sbrigativa signora, per altro da tutti descritta come carina e vivace. Precisa la denuncia di Michele Giobinco, 31 anni occhialuto impiegato di Orbassano: «Ero fermo al semaforo di corso Marconi angolo via Madama Cristina quando sento battere ai vetri». Una bionda in cerca di informazioni? Abbassa il vetro, l'altra infila una mano, toglie la sicurezza, apre, si siede: «E adesso facciamo l'amore». L'automobilista rifiuta e lei con mossa rapida gli toglie gli occhiali: «Se li rivuoi, fa diecimila». Il Giobinco non se la sente di affrontare una discussione, estrae il portafogli, la donna gli prende 150 mila lire. Al malcapitato non resta che denunciare e descrivere la sconosciuta. Il dott. Sassi della Mobile passa il verbale al maresciallo Gallitela, esperta volpe della buoncostume: ma si, è quel tizio che abita in via Po 27. «Lei», dunque, è un uomo, Michele Sorice, 33 anni di San Severo di Foggia in arte «Daniela». Il sottufficiale va in casa del Sorice e trova a letto Antonio Daraio, 26 anni, l'amico di «Daniela», il quale tenta una scusa: «E' la prima volta che passo di qui». Non è vero, nell'armadio ci sono quattordici vestiti suoi. La falsa donna infine confessa la rapina e giustifica la presenza del giovane in casa: «Non mi sfrutta, viviamo insieme e basta». Affetto senza l'aggravante del lucro? Vedrà meglio nei prossimi giorni la magistratura. Intanto altri confermano che tra i due c'è solo amore e telefonano: «Non rovinate questa coppia». Proprio come se si trattasse di coniugi. L'arresto per «Daniela» è motivato dalla rapina; per il suo compagno sono scattate la denuncia e le manette per sfruttamento. Michele Sorice detta «Daniela» con il convivente Antonio Daraio

Persone citate: Antonio Daraio, Michele Sorice, Sorice

Luoghi citati: Orbassano, San Severo