Scomparso ergastolano condannato per l'omicidio dell'orefice Baudino

Scomparso ergasfo/ano condannato per ['omicidio dell'orefice Bendino Uscito in permesso da Rebibbia il 30 gennaio non ha fatto più ritorno Scomparso ergasfo/ano condannato per ['omicidio dell'orefice Bendino E' Giuseppe Cardillo, 37 anni, protagonista con Di Luciano e Panizzari del tragico assalto dell'ottobre '70 nel negozio di corso Agnelli - Altro fatto: metronotte sventa una rapina in villa Giuseppe Cardillo, 37 anni, condannato all'ergastolo nove anni fa per l'omicidio dell'orefice Giuseppe Baudino, è evaso dal carcere di Rebibbia. Il 30 gennaio aveva ottenuto dal magistrato di sorveglianza un permesso di cinque giorni: da allora non ha più fatto ritorno in cella. Con Giorgio Panizzari. Sebastiano Di Luciano e l'autista della banda. Vincenzo Ferrara, il Cardillo uccise nel pomeriggio del 14 ottobre il Baudino. titolare dell'oreficeria di corso Agnelli assaltata dai quattro a scopo di rapina. Due giorni dopo il bandito, allora venticinquenne, si presentò spavaldo all'allora capo della squadra mobile dott. Montesano dicendo: «So che mi state cercando-. Conosciuto nell'ambiente delia mala come «De Montel». Giuseppe Cardillo sostenne di non aver partecipato a quel tragico colpo. Ma venne smascherato prima dagli agenti che fecero crollare il suo castello di menzogne e poi dalla vedova dell'orefice, che in lacrime riconobbe proprio in lui il rapinatore che aveva freddalo, sparando con due pistole, il gioielliere. Al processo, conclusosi dopo otto ore di camera di consiglio 111 gennaio '73. Giuseppe Cardillo e Giorgio Panizzari furono condannati al massimo della pena. Trenta anni furono inflitti a Di Luciano, riconosciuto seminfermo di mente, e 19 a Ferrara. Il Cardillo. che come il Panizzari abbandonò l'aula prima della sentenza disse: «La mìa ami- cizia con Panizzari e Di Luciano era del tutto superficiale. Mi incontrai con il secondo solo perché avelia bisogno di un mio box per nascondere la refurtiva. Quando mi consegnai alla polizia credevo che mi cercassero per un furto. Il giorno della rapina ero a Cuneo, chiedetelo a mia madre-. La madre lo smenti: «Era stato qui il giorno prima-. Giuseppe Cardillo, oltre alla condanna all'ergastolo per l'omicidio Baudino. stava scontando 2 anni e 10 mesi per una tentata evasione dal carcere di Saluzzo. che innescò una rivolta all'interno del penitenziario della «Castiglia». L'episodio risale al 20 gennaio '77: alle 10, Franco Bartoli, Luigi Bosso e il Cardillo, approfittando dell'ora d'aria, riuscirono, con lenzuola annodate, ad arrampicarsi sul camminamento degli agenti di custodia. Scoperti quando già erano sul muro, si gettarono in strada ferendosi tutti, meno Cardillo. che venne catturato dopo pochi minuti, come più tardi il Bartoli, che, benché colpito dal «mitra» di un agente, riuscì a sequestrare un'intera famiglia in un alloggio prospiciente il carcere e a resistere per l'intera giornata agli agenti. A Una guardia giurata dell'Argus ha sventato, l'altra sera, una rapina alla villa dell'architetto Roberto Romano, strada Vetta della Maddalena. Verso le 23, mentre stava facendo un giro di controllo ha visto alcuni giovani che tentavano di sfondare la porta d'ingresso credendo, probabilmente, che all'interno non ci fosse nessuno. Il «vigilante», pistola in pugno, s'è avvicinato all'ingresso, minacciando di far fuoco: «La luce della mia torcia elettrica i _ ha raccontato più tardi alla Mobile — ha inquadrato cinque sagome: i banditi erano | già riusciti a entrare. Uno di loro ha portato velocemente la destra all'ascella facendo il gesto di prendere un 'arma-. La guardia giurata, allora, ha esploso un colpo in aria intimando ai 5 di allontanarsi: «Non si sono mossi. Anzi, hanno fatto qualche altro passo verso di me-. A questo punto l'agente ha sparato l'intero caricatore della sua pistola Giuseppe Cardillo, evaso

Luoghi citati: Cuneo, Ferrara, Saluzzo