Indotto auto, la sfida è già aperta

Indotto auto, la sfida è già aperta La Regione prepara un «progetto» per favorire la riconversione Indotto auto, la sfida è già aperta TORINO — La Regione Piemonte interverrà direttamente per pilotare, nei limiti delle sue possibilità, il profondo processo di riconversione che ha investito l'indotto auto. Un impegno è già contenuto negli 84 progetti che sono stati presentati recentemente a La Malfa. Ma, prima di decidere che cosa fare, una nutrita delegazione regionale (amministratori, tecnici, eie.) tra il 22 e il 27 febbraio «visiterà» tre «realtà assai diverse da quelle della Fiat e del Piemonte, quali sono la Renault, a Billancourt, la Wolkswagen in Germania e la Volvo a Gutemberg». Al termine di questa «visita sul campo» (che dovrà individuare le «vie che si stanno percorrendo» in tre centri europei dell'auto per uscire dalla crisi) la Regione incontrerà «il mondo imprenditoriale piemontese» (con gli «imprenditori della componentistica dell'auto» in testa) per •determinare» insieme «ciò che il potere pubblico, nell'ambito assai ristretto delle competenze che la Regione ha in questo campo, può proporre e fare per sostenere la trasformazione della componentistica in Piemonte secondo una linea di uscita dalla crisi». L'annuncio di questa iniziativa è stato dato venerdì a Torino dal vicepresidente della Regione Piemonte, Dino Sanlorenzo, al convegno organizzato dalla Regione stessa e dall'Istituto Gramsci (sull'.Industria del componenti per l'auto nell'attuale crisi») che ha visto riuniti un centinaio tra operatori del settore, parlamentari, sindacalisti, ricercatori di tutta Italia. Il convegno è servito soprattutto a mettere a fuoco un pianeta per lo più sconosciuto, popolato da migliaia di aziende con quasi 200 mila occupati (tra «primo montaggio» e «ricambio auto») che negli ultimi mesi è stato investito da un terremoto di intensità finora sconosciuta. Basti pensare ai casi Pininfarina (che prevede un «taglio» di 660 persone su 1540), alla Ist di Beinasco e alla Pagliani & Provenzale di Cascine Vica, che hanno dovuto chiudere i battenti; alla «sfida» di «efficienza e produttività» lanciata dalla Fiat che porterà a una razionalizzazione senza precedenti Che fare di fronte a un terremoto di cosi vasta portata? Aurelio Cardella, a nome dell'Api torinese, l'associazione che raggruppa un migliaio di aziende in gran parte legate all'auto, ha proposto una più «incisiva finalizzazione dei fondi della ricerca» e ha sollecitato strumenti finanziari molto agili per favorire la nascita di consorzi. Aldo Enrietti, dell'Università di Torino, ha dimostrato come il trazionalissimo indotto Italiano rischia di essere schiacciato da 49 imprese con sigla italiana ma capitali stranieri e quasi 58 mila occupati sparsi in 80 stabilimenti disseminati in 12 regioni. Ma il richiamo forse più realistico è venuto da Sanlorenzo, il quale ha ricordato come la «sfida dell'efficienza» sia inevitabile nella guerra commerciale ed economica che sta investendo l'auto mondiale. C. roc.

Persone citate: Aldo Enrietti, Aurelio Cardella, Dino Sanlorenzo, Gutemberg, La Malfa, Pagliani, Pininfarina, Sanlorenzo

Luoghi citati: Beinasco, Germania, Italia, Piemonte, Torino