II ministero dei Beni culturali si rinnova dopo anni di polemiche di Francesco Santini

II ministero dei Beni culturali si rinnova dopo anni di polemiche LE DECISIONI PRESE DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI II ministero dei Beni culturali si rinnova dopo anni di polemiche Veto del psi alla sperimentazione di 24 mesi proposta da Scorti - Deleghe al governo per il riassetto e il coordinamento, da attuare entro otto mesi dall'approvazione della legge ROMA — Il governo Spadolini ha varato lo schema che riordina il più giovane dicastero italiano. Si chiamerà soltanto ministero dei Beni culturali. Scompare, nell'intestazione, il riferimento all'ambiente. Un nome più breve, per interessi più vasti. Nel concetto di «bene culturale» la categoria «ambiente» è già compresa, mentre la nuova legge per l'arte ammette, nel suo ventaglio di competenze, anche la tutela delle tradizioni popolari che, nella dizione ufficiale, diventano «beni demoantropologici» . Ventidue articoli, non per «cancellare» una normativa vecchia di quarant'anni, ma per introdurre alcune «modifiche e integrazioni» imposte dall'esperienza «a volte sofferta» di studiosi, di tecnici, di operatori del diritto. Massimo Severo Giannini, vicepresidente del Consiglio nazionale dei Beni culturali, ha guidato la commissione per il disegno di legge. Le direttive sono venute dal ministro democristiano Vincenzo Scotti che l'ha portato in Consiglio dei ministri tra non poche polemiche. Cade nel nuovo testo di legge il concetto della «sperimentazione». Scotti ne aveva fatto un «momento qualificante». Nel timore di affidare a un esponente democristiano «una scatola chiusa», i socialisti si sono opposti. Scompaiono i ventiquattro mesi di prove, subentrano due deleghe al governo di capitale importanza. La prima riguarda il coordinamento di tutte le norme sui beni culturali; la seconda prevede il riassetto dell'intero ministero. I tempi concessi per le due operazioni sono di otto mesi dall'approvazione della legge. La riorganizzazione degli uffici centrali e periferici restringe i poteri d'intervento delle Regioni e, nella legge delega, sarà finalizzata alle esigenze della programmazione non soltanto annuale delle attività. Il nuovo ministero dei Beni culturali dovrà spendere meglio i propri fondi. Il ministro è deciso a tagliare i residui passivi che per l'82 superano il 68 per cento dell'intera disponibilità. -L'attuale struttura organizzativa del ministero — afferma Scotti — minaccia di arrivare alla paralisi se non la si dota di meccanismi funzionali alla natura particolare degli interventi». Si rilanciano il museo nazionale degli strumenti musicali, la discoteca di Stato e la galleria nazionale d'arte moderna di Roma. All'articolo 12 si stabilisce, per l'arte contemporanea, un raccordo tra Regioni e galleria nazionale per programmi ed attività. Sempre per l'arte contemporanea, il disegno di legge prevede la possibilità di sottoporre alla disciplina relativa alla dichiarazione di bene culturale le opere di epoca inferiore al cinquantennio purché di autori deceduti. E' però escluso il diritto di prelazione. Sempre a proposito di prelazione, il diritto è riconosciuto alle Regioni, qualora lo Stato non voglia esercitarlo. Altra novità la notifica: il vincolo sul bene scatta al momento della proposta di dichiarazione al proprietario e ha effetto fino all'emanazione del provvedimento. Altra innovazione: un registro dei beni mobili mentre gli atti di alienazione dei beni culturali mobili o immobili vincolati, debbono avvenire per iscritto, pena la nullità. La legge prevede una serie di convenzioni tra lo Stato e i proprietari dei beni culturali perché ne sia sancito l'uso pubblico ed arriva a concepirne anche l'esproprio -ove ricorra la necessità della immediata disponibilità per finalità di conservazione». Ancora l'esproprio qualora non possa essere altrimenti soddisfatta -la necessità di assicurare il godimento e la fruizione pubblica di un bene». L'intervento è previsto, infine, anche per zone in cui i beni ancora non sono stati portati alla luce, per le serie, le raccolte o le collezioni notificate quando l'esproprio risponde -ad un importante interesse in relazione alla conservazione o all'incremento del patrimonio culturale del Paese». Infine altre due novità: l'istituto centrale per il restauro architettonico e quello per l'inventariazione archivistica. La nuova legge prevede la preparazione professionale del personale e la valorizzazione degli istituti centrali già in funzione. All'anno zero, il ministero dei Beni culturali si prepara ad un vastissimo rilancio, interno e internazionale. Il concetto di bene culturale come investimento produttivo sembra finalmente varato per legge. Le polemiche sull'autonomia regionale o sulla gestione della cultura da parte di un ministro democristiano in Consiglio dei ministri si sono appianate. Il banco di prova si avrà otto mesi dopo l'approvazione delle Camere quando si passerà alle due leggi di delega. La rivoluzione al ministero culturale allora sarà completa. Francesco Santini

Persone citate: Massimo Severo Giannini, Scorti - Deleghe, Spadolini, Vincenzo Scotti

Luoghi citati: Roma