Il Cancelliere, sicuro di vincere ha posto la questione di fiducia di Tito Sansa

ff Cancelliere, sicuro eli vincere ho posto lo questione ai fiducia Schmidt mette con le spalle al muro i critici del suo partito ff Cancelliere, sicuro eli vincere ho posto lo questione ai fiducia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Il cancelliere Helmut Schmidt ha posto al parlamento di Bonn la questione di fiducia. Per la prima volta nella storia della Germania Federale un capo di governo ricorre a questa misura, se si fa eccezione per un voto di fiducia chiesto da Willy Brandt nel 1972 per venire bocciato e poter in tal modo ottenere nuove elezioni, dato che allora i socialdemocratici erano sulla cresta dell'onda. Ora la situazione è diametralmente opposta. I partiti della coalizione (socialdemocratico e liberale) sono in disaccordo, e la socialdemocrazia, scossa da lotte intestine, è al limite inferiore della popolarità: se si dovesse votare uscirebbe sconfitta. Helmut Schmidt è ricorso a questo passo eccezionale (definito -drammatico- da diversi giornali) per ricondurre all'ovile le pecore nere nel proprio partito e per impegnare i liberali, alleati di governo. In un momento di debolezza e di paura, il Cancelliere fa un atto di forza, quasi un ricatto, ben sapendo che gli riuscirà. Infatti il voto, per appello nominale, è palese, e soltanto un deputato suicida potrebbe azzardarsi a mettere nell'urna una scheda rossa, che significa -no-. Con una solida falange di 269 voti (20 più della maggioranza semplice dei 249 necessari) Helmut Schmidt non rischia. L'inattesa iniziativa del Cancelliere, venuta pochi giorni dopo la sua minaccia di dimissioni nel caso che il programma di riassorbimento della disoccupazione non venisse varato, ha lo scopo specifico di far approvare dal parlamento il programma stesso. Si tratta di un compromesso, per molti deludente, che prevede un impegno governativo di 12,5 miliardi di marchi (circa 6500 miliardi di lire), per il rilancio dell'economia. E' stato approvato, dopo settimane di liti al governo proprio nel giorno in cui l'Ufficio del lavoro annunciava le nuove cifre primato della disoccupazione: 1 milione 950 mila senza lavoro (82 per cento) e 539 mila persone in cassa integrazione. Si lamentano i sindacati, protestano i partiti dell'opposizione, mugugnano molti deputati della coalizione di governo (anche perché Schmidt li ha messi dinanzi al fatto compiuto, sema cosultarli, per giunta con lo smacco di informare prima la stampa). « O prendere o lasciare- è la sostanza della mossa — peraltro abilissima — di Helmut Schmidt, sicuro di uscire vincitore. E' certo anche — lo hanno ammesso diversi maggiorenti socialdemocratici — che Schmidt pensa non soltanto agli effetti immediati, ma anche ai futuri. Schmidt mette in guardia i suoi critici all'interno del partito anche per votazioni future, in politica estera e soprattutto sul discusso problema dell'installazione dei missili nucleari in Germania. D'ora innanzi, quando si sentisse in pericolo, Schmidt potrebbe ripetere la sua minaccia. E non rischierebbe mai, perché l'articolo 68 della Costiuzione prevede che qualora il Cancelliere non ottenga la fiducia, «il presidente della Repubblica può, su proposta del Cancelliere, sciogliere il parlamento». Può, non deve: in sostanza, una decisione che porti a elezioni anticipate è esclusivamente nelle mani del capo del governo. La votazione avverrà oggi alle 17,02. Un'ora strana (soprattutto di venerdì, quando solitamente i parlamentari hanno già abbandonato precipitosamente Bonn) dovuto a un incidente tecnico. Infatti soltanto alle 17,02 di mercoledì, era terminata la distribuzione del testo della mozione di fiducia, chiesta da Schmidt già alle 14£6. E, siccome la Costituzione impone «48 ore tra la mozione e la votazione» i deputati sì sono piegati, a denti stretti. E a denti stretti -dovrannooggi votare per Schmidt anche parlamentari socialdemocratici e liberali (e non sono pochi) che ben diversamente vorrebbero esprimersi: affinché quello odierno non sia (come dice Strauss) «l'ultimo tango a Bonn». Tito Sansa B D C Bonn. D Cancelliere federale Helmut Schmidt

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