Anche un dirigente della Mercury arrestato per il sequestro Pasini
Anche un dirigente della Mercury arrestate per il sequestro Pasini Clamorosa svolta nelle indagini, dopo il blitz di Cervinia Anche un dirigente della Mercury arrestate per il sequestro Pasini Un dipendente della vittima, al di sopra di ogni sospetto - Il più sorpreso è proprio Giuseppe Pasini: «Ma come, era direttore di uno dei settori più importanti» - In carcere anche il contitolare di un'agenzia immobiliare al Breuil ic ui un «.gt^iixua. uiiiiivuiucuc ai untuu MILANO — Questa volta sono finiti in carcere anche due •insospettabili*. Per quanto riguarda i componenti la banda che ha sequestrato Giuseppe Pasuni, 70 anni, titolare della ditta che Importa in esclusiva i motori marini della «Mercury» (liberato a Cervinia la scorsa settimana con una irruzione nell'alloggio-prigione), i carabinieri sono convinti di aver fatto un buon lavoro. Gli arrestati sono sette e «salvo sorprese» — dicono al comando dell'Arma di via Moscova — non ce ne dovrebbero essere altri. Questo perché, stavolta, contrariamente ad altre, non sono finiti ammanettati solo i solitimanovali del crimine: sequestratori materiali, custodi dell'ostaggio o "telefonisti" della banda». Ieri infatti sono stati bloccati due incensurati che hanno lasciato a bocca aperta chi li conosceva da anni: Gianni Bonichon, 38 anni, contitolare di una agenzia immobiliare a Cervinia e Roberto Macchi, 45 anni, dirigente proprio della società del rapito. Quando a Giuseppe Pasini hanno detto che tra gli accusati di concorso nel suo sequestro c'era anche Macchi , re- sponsabile della divisione Centro-Sud Italia della «Mercury», non ha voluto credere. «Afa come, aveva l'ufficio nella stessa palazzina di via Ponte Pratomagno 9, era direttore di uno dei settori più importanti della ditta». A queste obiezioni di Pasini i carabinieri non hanno saputo che rispondere. Per loro contano solo 1 fatti e le testimonianze; e in base a queste hanno chiesto al magistrato di firmare gli ultimi due ordini di cattura che mancavano per mettere al fresco tutta la banda. Per ora non si sono voluti sbilanciare in ricostruzioni. Cosi non si sa se i due incensurati siano stati convinti a partecipare al sequestro da qualcuno della banda o se invece l'Idea sia partita da loro. Quel che secondo 1 carabinieri è certo, è che Roberto Macchi ha avuto un ruolo determinante nella prima fase del rapimento e avrebbe potuto averla anche nell'ultima. Si fanno infatti risalire sino a lui le informazioni sulle abitudini di Pasini, sui suoi spostamenti, sulla sua consistenza patrimoniale. Macchi, forse, avrebbe avuto mano anche nelle trattative sfruttando il suo ruolo nell'azienda e la fiducia di cui godeva. Non è neppure stato rivelato se Macchi sia stato coinvolto dagli altri elementi della banda con i quali, magari, era venuto in contatto per altri motivi. Per quanto riguarda Bonichon anche la sua partecipazione, secondo gli investigatori, non sarebbe stata marginale. I carabinieri sono convinti che sapeva benissimo a quale scopo servivano i due alloggi affittati attraverso l'agenzia immobiliare «San Grato» di cui è uno dei titolari. Anzi: sarebbe stato appurato che quando Giuseppe Pasini venne fatto arrivare a Cervinia ad attendere lui e i suoi carcerieri c'erano Gianni Bonichon in persona che avrebbe fatto strada sino agli alloggi destinati a diventare prigione. Per allontanare i sospetti dei suoi soci dell'agenzia, era sufficiente che il cliente, che pagava in contanti, fosse presentato da lui. I primi contatti telefonici con la famiglia Pasini parlavano di un riscatto esorbitante: 2 miliardi. Erano quindi subito circolate voci che la situazione patrimoniale della ditta «Marine Motors Italia» non era molto florida, ma sulle reali possibilità di pagamento c'erano le informazioni, molto precise, fornite forse da Macchi. m. f.
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