Dozier ringrazia e abbraccia Pertini «E' un giorno che ricorderò a lungo» di Giuseppe Fedi

Dozier ringrazia e abbraccia Pertini «E* un giorno che ricorderò a lungo» Commosso incontro al Quirinale tra il Presidente e il generale Usa Dozier ringrazia e abbraccia Pertini «E* un giorno che ricorderò a lungo» ROMA — Il martedì romano di James Lee Dozier è durato appena quattro ore. Una visita lampo, che ha consentito al generale della Nato di esternare ai presidenti della Repubblica, del Consiglio e alle forze dell'ordine la propria gratitudine, di ringraziare, ancora una volta, i milioni di italiani che durante la lunga prigionia sono stati vicini alla moglie e alla figlia. Una breve sosta in una scenografia da «lieto fine», arricchita, prima degli incontri con Pertini e Spadolini, da un imprevisto ricco di significato. Un incontro fuori dal protocollo, avvenuto mezz'ora dopo l'arrivo dell'alto ufficiale, della moglie Judith e della figlia Cheryl all'aeroporto di Ciampino. Il corteo di auto era diretto a Villa Taverna, residenza dell'ambasciatore Rabb. Giunto a via Veneto, Dozier ha riconosciuto l'ambasciatore ed ha chiesto di fermarsi. Non gli è stato possibile entrare. Gli oltre duecento funzionari presenti, saputo della sua presenza, hanno infatti invaso l'ingresso, bloccandolo. A James Dozier, la cui presenza ha provocato per un quarto d'ora la paralisi del traffico in tutta la zona, non è rimasto che improvvisare un discorsino di ringraziamento, aperto da una battuta: «Mi dispiace di avere rovinato ad alcuni di voi le feste di Natale, ma non l'ho proprio fatto apposta». Al Quirinale è giunto alle 13 in punto. Ha baciato Pertini che lo ha stretto in un lungo abbraccio. Poi il presidente ha accompagnato gli ospiti nel suo studio privato alla palazzina. Pertini ha voluto sapere | dall'ufficiale alcuni particolari della sua prigionia, elogiandone il comportamento. L'ambasciatore Rabb ha ringraziato il capo dello Stato per la partecipazione con cui ha seguito la vicenda e Dozier, visibilmente commosso. se si è profuso in una serie di elogi. Nella «sala delle galere» a Palazzo Chigi, dopo il pranzo al Quirinale, verso le 15,30 si è svolto il secondo atto della visita romana del generale Nato. Presenti, oltre ad un nugolo di cronisti, fotografi e operatori, i ministri Rognoni, Formica, La Malfa, Nicolazzi e Altissimo, in rappresentanza dei cinque partiti della coalizione. Spadolini ha intrattenuto gli ospiti per un quarto d'ora nel suo studio. Quindi, il presidente del Consiglio, i rappresentanti del governo e la famiglia Dozier hanno subito di buon grado un interminabile bombardamento di foto e riprese. La morsa si è alla fine allentata e Spadolini ha potuto prendere la parola. «La sua liberazione, generale, oltre a riempirci di legittima soddisfazione, per la prova di altissima professionalità e di efficace dedizione al servizio fornita dalle forze dell'ordine, restituisce ai suoi affetti, al suo esercito, al suo Paese il soldato della nazione amica e alleata». «Riteniamo — ha aggiunto il presidente del Consiglio — di aver inferto un duro colpo alla campagna terroristica e destabilizzatrice anti-Nato scatenata da gruppi eversivi, in Italia e nella Repubblica federale tedesca, contro due Paesi, cioè, che si sono caratterizzati per il loro atteggiamento di rigorosa coerenza nell'ambito degli obblighi derivanti dalla alleanza». I risultati conseguiti, anche se di «straordinaria importanza — ha concluso Spadolini —, non ci indurranno ad abbandonarci nemmeno per un momento ad un ottimismo che sarebbe ingiustificato». — Generale Dozier, ha azzardato un reporter americano, perché i terroristi hanno scelto lei come obiettivo e non un altro? «Non mi hanno mai spiegato il motivo, così come io non ho mai posto loro questa domanda». «Pertini è una persona unica e di straordinaria qualità. La stessa cosa potrei dire del presidente Spadolini. Oggi è un giorno che ricorderò a lungo» ha detto il generale Nato prima di rientrare a Vicenza. Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Ciampino, Italia, Roma, Usa, Vicenza