Perché fumiamo

Perché fumiamo Perché fumiamo Da Casanova a Skinner, molti hanno riflettuto sul piacere del fumo. Secondo l'avventuriero italiano, la vista del fumo costituisce una parte determinante del piacere; come prova afferma che la maggior parte dei ciechi non fuma, e che i fumatori generalmente non fumano al buio. Due secoli dopo, la scienza americana si è dichiarata d'accordo con lui: il buio impedisce al fumatore di pipa di valutare lo stato della brace nel fornello, in base alla densità del fumo nell'aria. Gli psicologi hanno cercato di capire quale piacere collaterale spinga la gente a fumare, dal momento che gli esperimenti in laboratorio non hanno dimostrato che la nicotina crei assuefazione. Si sospetta che la nicotina esasperi associazioni sensoriali, forse il gusto, e che una volta instaurata questa associazione la droga ripaghi se stessa. Come nel caso di quattro scimmie crisotrici scoiattolo che hanno assorbito la nicotina per via endovenosa. Gli animali hanno subito imparato a spingere una leva che a volte, oltre ad accendere una luce gialla, inoculava loro una dose di nicotina attraverso una sonda. Le scimmie sono giunte a schiacciare la leva anche una volta al secondo; la media è perù diminuita quando alla droga è stata sostituita una soluzione neutra. Interferon anche dannoso L'interferon, la sostanza antivirale prodotta dall'organismo che negli ultimi anni è stata oggetto di molte ricerche, secondo tre medici americani può rafforzare alcuni virus. La ricerca dimostra come il virus della coriomeningite linfocitica nei topi si trasforma da benigno in maligno, se alle cavie vengono iniettate sostanze che producono interferon. La scoperta è importante, in quanto indica che se l'interferon può costituire una valida terapia per alcune malattie virali, può anche dimostrarsi una cura sbagliata per altre. L'interferon è oggetto di studi anche come possibile prodotto antitumorale. Un gene in meno per i nani La mancanza di un gene è la causa di una forma di nanismo che non può essere curato con la somministrazione dell'ormone della crescita. La scoperta, compiuta da ricercatori americani e svizzeri, si basa sull'analisi genetica di quindici membri di tre famiglie svizzere imparentate tra loro. Le tre coppie di genitori hanno statura normale, mentre quattro dei nove figli sono nani. Molti casi di nanismo sembrano essere provocati dalla mancanza del cosiddetto ormone della crescita umana, che può essere corretta 'somministrando, durante l'infanzia, un ormone ottenuto dai cadaveri. I giovani svizzeri non possono invece essere curati in questo modo perché producono anticorpi quando si inietta loro l'ormone, i cui effetti vengono cosi neutralizzati. La prova che i quattro bambini svizzeri sono del tutto privi del gene responsabile dell'ormone della crescita è stata trovata con tecniche di ingegneria genetica. I cromosomi dei quattro bambini sono privi di frammenti di DNA che corrispondono al gene responsabile dell'ormone della crescita. Secondo i ricercatori, i bambini hanno ereditato da entrambi i genitori un corredo cromosomico privo del gene responsabile dell'ormone della crescita.

Persone citate: Casanova, Skinner