La «Jupiter» di Mozart e il «Poema del fuoco» di Scriabin furono le prime musiche a essere registrate in stereofonia e ad alta fedeltà

La «Jupiter» di Mozart e il «Poema del fuoco» di Scriabin furono le prime musiche a essere registrate in stereofonia e ad alta fedeltà La «Jupiter» di Mozart e il «Poema del fuoco» di Scriabin furono le prime musiche a essere registrate in stereofonia e ad alta fedeltà LA riproduzione dei suoni ad alta fedeltà è nata esattamente cinquantanni orsono e la stereofonia ha esattamente cento anni. E' una sorpresa di questi giorni, registrata soltanto dal «New Scientista. Chi ha passato i cinquantanni non può dimenticare il senso di magico che si provava, bambini, davanti ai grammofoni a tromba o a valigia degli anni Trenta. Soltanto i grandi potevano compiere l'operazione quasi rituale di appoggiare sul disco di bachelite la puntina d'acciaio del «diaframma» di un vecchio grammofono a manovella. Un lacerante graffio era il prezzo dell'apprendimento. Oggi i bambini di due anni maneggiano disinvolti i mangiadischi, mentre per gli adulti che ricordano fa ancora una certa impressione l'automatismo che fa scendere una testina magnetodinamica sul disco, con il preciso movimento di un robot. Le parole «stereo» e «alta fedeltà» non sono nemmeno più dei neologismi, tanto sono entrate nell'uso. Ma cento anni fa che cosa mosse l'immaginazione dell'ingegnere francese Clément Ader a inventare la prima trasmissione in stereofonia? Fu durante l'Esposizione Elettrica di Parigi alla fine del 1881. il telefono funzionava da cinque anni, eppu¬ re, con uno strumento cosi imperfetto. Ader ottenne un risultato sensazionale, secondo le cronache. L'ingegnere mise ottanta trasmettitori telefonici in fila davanti al palcoscenico dell'Opera di Parigi e li collegò per cavo a ricevitori sistemati in alcune sale dell'Esposizione a parecchi chilometri di distanza. I visitatori potevano ascoltare l'orchestra dell'Opera dal vivo, avvicinando due ricevitori del telefono agli orecchi, l'equivalente di una cuffia odierna. Fu un successo enorme. cuffia. Fu quando i laboratori americani e inglesi nei primi Anni Trenta cercarono di riprodurre la stereofonia con altoparlanti, che ci si accorse dell'illusione. La «prospettiva uditiva» sembrava irraggiungibile, la stereofonia impossibile. Va ricordato che Clément Ader cinquant'anni prima aveva fornito la trasmissione del suono dall'Opera di Parigi in tempo reale e benché avesse brevettato la sua invenzione, non aveva mai fatto un tentativo per registrare l'effetto stereofonico. La soluzione venne trovata cinquant'anni fa dall'ingegnere inglese Alan Blumlein che giovanissimo aveva cominciato a lavorare per una famosa casa di dischi, la EMI. Il suo brevetto per la registrazione di dischi in stereofonia è valido e usato ancora oggi. Aveva meno di trent'anni quando applicò gli studi di un illustre scienziato. Lord Rayleigh. alla produzione del suono con alta fedeltà stereofonica. Fin dal 1800 Reyleigh si era dedicato all'analisi della localizzazione del suono nell'orecchio umano. Aveva concluso cl»e il sistema cervello-orecchio localizza una fonte di suono raccogliendo un insieme di dati convergenti diversi. Fra questi, a parte la vista, i fattori principali sono l'ampiezza e il tempo o differenza di fase tra gli orecchi. In sostanza. le onde sonore vengono ricevute in modo differente a causa della distanza tra gli orecchi e dell'effetto di risonanza della testa. Ciò permette che un orecchio riceva un suono prima e più forte dell'altro. Pertanto è facile trasmettere e riprodurre questi effetti con ricevitori applicati direttamente agli orecchi, come nelle cuffie, ma è impossibile farlo con altoparlanti, a meno che l'ascoltatore non stia rigidamente immobile in una posizione precisa davanti ad essi. La trovata di Blumlein fu di differenziare i suoni in partenza, ingannando in qualche modo l'orecchio dell'ascoltatore. Abbandonata l'idea di riprodurre l'ambiente sonoro cosi com'è, applicò segnali ritardati e differenze di fase ai suoni originali, sia con accorgimenti elettronici, sia con microfoni direzionali opportunamente usati. Quando i segnali con differenze artificiali di ampiezza vengono riprodotti da due altoparlanti, ognuno di essi comunica con un orecchio. L'ascoltatore ha cosi l'illusione che il suono si estenda tra i due altoparlanti. E l'effetto stereo. La prima registrazione musicale di Blumlein avvenne nel 1933 e fu la Sinfonia Jupiter di Mozart, diretta da Thomas Beecham. Quasi contemporaneamente, nel¬ l'inverno 1931-32. in America, i laboratori della Bell stavano incidendo con un sistema di alta fedeltà i concerti di Leopold Stokoswski alla guida della Philadelphia Orchestra. Fra questi. Il poema del fuoco di Scriabin. fu registrato parzialmente in stereo, il 12 marzo 1932. anticipando così la registrazione di Blumlein. Ma di fatto la Bell chiese il brevetto soltanto nel 1936. sebbene sul ritardo sia poi sorta una contestazione storica. Lo scienziato della Bell. Arthur Keller, sostiene che l'ufficio brevetti della società non lo depositò prima perché non vedeva l'utilità commerciale della stereofonia. I primi dischi stereo commerciali americani della Bell, con le registrazioni di Stokowski del 1932. erano stati incisi su matrici d'oro perché era considerato il metallo più adatto. Ma la maggiore stranezza storica forse è un'altra, l'incisione avvenne all'insaputa degli orchestrali, perché secondo il maestro le attrezzature in mostra li avrebbero distratti. Prima dei giganteschi effetti che si ottengono oggi con le orchestre e i complessi che suonano negli stadi, amplificati fino alle stelle, i suoni più eccezionali ottenuti in stereofonia erano considerati quelli di una trasmissione stereo a tre vie per cavo tra Filadelfia e Washington avvenuta nell'aprile del 1933. Cento orchestrali suonarono sotto la direzione di Stokowski e con speciali sistemi la loro musica venne ascoltata alla Constitu tional Hall della capitale americana attraverso tre enormi altoparlanti stereo, che rendevano l'orchestra di dieci dB più rumorosa di quanto fosse in realtà. 1100 orchestrali sembravano 1000, come un tuono, con un'estensione di frequenza da 40 Hz a 15 Hz, paragonabile a quella di una grossa stazione a modulazione di frequenza e una portata dinamica di 75 dB, vicina alla sonorità digitale dìù moderna. Franco Pierini

Luoghi citati: America, Filadelfia, Parigi, Washington