A che servono gli zoo?

A che servono gli zoo? A che servono gli zoo? tuati al centro delie grandi città, i giardini zoologici sono alla portata di tutti. Consentono ai visitatori di ogni livello culturale di apprezzare gli animali nella molteplicità delle specie e delle rispettive correlazioni con i vari ambienti del globo. Spesso i nostri figli non hanno la possibilità di venire a contatto nemmeno con gli animali tipici della fauna locale. Nel Giardino Zoologico di Roma da anni la Sezione Didattica svolge un'intensa attività, contribuendo al rinnovamento dell'insegnamento delle scienze nelle scuole. Oltre alla diffusione culturale, negli zoo vengono svolte indagini scientifiche e molte discipline, oltre la zoologia, si avvalgono delle osservazioni e delle ricerche che in essi è possibile realizzare. Continui sono i contatti con le istituzioni italiane e straniere nei campi della genetica, ana¬ tomia, comparata, fisiologia, scienza dell'alimentazione, ecologia, etologia, medicina veterinaria e umana. Sarebbe maggiore la considerazione per i giardini zoologici se si tenesse conto dell'enorme e continuo lavoro sostenuto dai loro tecnici per salvare molte delle specie oggi in via di estinzione. E' bene ricordare che il Cervo di Padre David, il Cavallo di Przewalski, il Bisonte europeo, l'Oca delle Hawaii, del tutto scomparsi allo stato libero, sopravvivono grazie ai giardini ed ai parchi zoologici. Nei paesi di origine di certe specie minacciate spesso non giunge l'eco delle rumorose campagne pubblicitarie promosse in molti paesi dai vari centri per la protezione della natura. E' quindi molto più utile salvare materialmente una specie, a costo anche di allontanarla dal suo ambiente di origine, nel quale è perseguitata, piuttosto che un migliaio di esemplari, sono state istituite sinora 75 riserve, ma il governo cinese ha intenzione di crearne almeno 300. E' attualmente in corso di realizzazione un progetto WWF-Cina per studiare da vicino la biologia ancora misteriosa delia rarissima specie mediante l'applicazione di radiocollari agli individui catturati e poi rimessi in libertà. Preoccupa, tra l'altro, il problema alimentare. Il panda si nutre soltanto di rami e germogli di bambù, un vegetale che in Cina fiorisce a intervalli di un secolo e più e dopo le varie fasi l'el ciclo muore. La morte è fermarsi alle sole parole. Attualmente in molti giardini zoologici, pur dovendo superare molti problemi anche di ordine economico, si rinnovano i sistemi di contenzione degli animali, alla luce degli studi che continuamente vengono svolti in questo campo. Si tenta di riprodurre nei recinti condizioni il più possibile «naturali» per le specie che vi sono ospitate, soprattutto con riguardo alle caratteristiche fisico-climatiche adeguate alle esigenze delle specie. Negli ultimi anni nel Giardino Zoologico di Roma si è avuto, anche per animali fra i più «difficili», un notevolissimo incremento del tasso di riproduzione. Questo fatto viene ritenuto il miglior segno di benessere nei soggetti in cattività. Lo zoo è ancora un'istituzione utile. F. Baschieri-Salvadori simultanea per tutte le piante della stessa area e devono passare tre anni circa prima che le nuove generazioni di bambù riescano a sostenere la popolazione locale del panda. Nel Sichuan la fioritura di una parte delle piante si ebbe nel 1975 e, a ciclo terminato, si trovarono gli scheletri di 148 panda morti di fame. Bisogna impedire a tutti i costi che una simile catastrofe si ripeta quando le altre piante della zona entreranno in fioritura, presumibilmente negli Anni Ottanta. E sono allo studio varie soluzioni del problema, i. 1. c.

Persone citate: Baschieri, Salvadori

Luoghi citati: Cina, Hawaii, Padre David, Roma