Nascosta nei lager l'altra metà della Resistenza

Memorie di Sissa Memorie di Sissa Nascosta nei lager l'altra metà della Resistenza Una storia dei Goti Per i barbari di Teodorico il miglior bottino fu la nostra cultura le chiese iberiche, ha avuto uomini dotti, come il vescovo Ulfila, traduttore della Bibbia. Come potè avvenire che proprio i Goti sapessero crescere intelletualmente, levarsi al di sopra dei loro parenti e vicini: Gepidi. Vandali, Eruli e altri .barbari»?, si chiede Hermann Schreiber. storico di indiscussa competenza e scrittore di magistrale immediatezza. La sua risposta è che nelle loro razzie, a differenza degli altri barbari, i Goti fecero anche bottino di cultura. Nel loro regno presso il Mar Nero, prima dell'arrivo degli Unni, non mieterono soltanto il grano, ma vissero anche di pirateria, razziando l'Asia Minore, che .da quindici secoli traboccava di civiltà e di attività culturali-. Le ciurme gotiche fecero bottino di tesori e anche di esseri umani, e tra questi c'erano maestri, letterati, artisti, filosofi. Presso gli Unni, gli Alani, altre genti gli schiavi non venivano integrati; i Goti offersero loro questa possibilità. Furono frequenti le unioni fra Goti e deportati (la madre di Ulfila era una schiava nata in Cappadocia, di cultura ellenica), rimasti fedeli all'universo culturale da cui erano stati strappati e che -educarono i loro figli. Goti per parte di padre o di madre, trasmettendo i valori di una cultura che, se cosi non fosse stato, le stirpi gotiche avrebbero forse raggiunto dopo secoli-. IMMAGINIAMO un ardite mercante arrivato, duemila anni fa. dal lontano Sud In quella parte della Svezia meridionale che oggi chiamiamo Gotaland. In una capanna fradicia di pioggia parla di terre calde con immense distese di grano. Lo ascoltano contadini miseri e demoralizzati, e uno chiede: dove? Il mercante indica il Sud-Est: oltre il Baltico, avanti, avanti fino a un altro mare, la i campi sono dorati di frumento. Il popolo dei Goti, nel morso della carestia, sogna i mitici campi dorati. -Se n'era parlato a lungo, durante la stagione del gelo e anche prima, se n 'era discusso a sera, a mezza voce, nelle Sippen (gruppi familiari, clan), ma ora era diventato improrogabile: una parte del popolo doveva migrare, trovare nuove terre su cui stanziarsi-. La saga dei Goti non dice quanti si sono imbarcati sui vascelli e hanno attraversato il Baltico. Nella loro marcia attraverso fiumi e steppe desolate, aprendosi la strada con le armi, si susseguono sette generazioni e. verso il 220 dopo Cristo, le Sippen baltiche giungono ai campi-granaio tanto sognati della Russia meridionale, sulla riva settentrionale del Mar Nero. E' la loro nuova patria, fino al 375 quando ne vengono cacciati dagli Unni. Nel frattempo la stirpe si è divisa in Ostrogoti e Visigoti, che dopo l'assalto unno hanno storie diverse. Popoli esuli per l'Europa, i guerrieri a cavallo seguiti im ti. mjki i/ tempo per scrivere lo seppe trovare; iva ai. unni pubblico altri titoli, e per adulti e per •-nannamio a lare l'impiegato. Ora che finalmente i •* t»w<j. na trovato anche il tempo e il coraggio ■ ir mteeku carte iche chissà quanti altri come •u-rnunu ih una fortunosa cassettina) e di scri—i jmutu eccezionale Sapore di mele: attestazione mm pei . tamenvomila soldati italiani internati dai tede* «uà* • triternate IMS mtmu mtM'j ir x-emenepubblicate al riguardo di questi non essere dalla parte del torto e della •ir metterò la fame nei Lager, le bastonate e a vol»i* ma la testimonianza raccontata da Sissa in una ■ epuuéi riguardanti il suo gruppo, ha il valore duratur*> metta ttuna cista dal basso e per noi che vi fummo diventa ■ -usi la lime di tutti vaaaéu ira la primavera e l'autunno del li)45 ritornammo dai («Trifori occupati dai tedeschi non avevamo molta voglia di parlare I allegra esuberanza dei partigiani, l'abbondanza di mezzi degli Alleati che sostavano in Italia, la rete sotterranea e assistenziale die ancora tra loro legava fascisti e nazisti ci rendevano scontrosi e appartati: le nostre cupe esperienze di fame e di reticolati non avevano lo smalto delle battaglie vinte sul campo, di sventola di bandiere: la nostra resistenza era stata oscura, intima. Non erano poi nemmeno tanti quelli che erano disposti ad ascoltarci perché tutto era ormai passato e bisog nava dimenticare e vivere. Per questo i libri che sull'argomento uscirono allora, come II campo degli ufficiali di Giampiero Carocci e La banda di DOhren (che sta a Sapore di mele come La tregua di Primo Levi a Se questo è un uomo), non ebbero molti lettori. Ora finalmente questo libro riempie un vuoto, o meglio un tempo che mancava nella nostra narrativa e alla nostra storia di uomini presi nel vortice della guerra dopo l'Ssettembre 1943. il tempo di una resistenza con morti senza medaglie e senza bandiere, fatta da tanti giovani che -in quei venti mesi maturarono in sé una forza morale, alla quale fecero ricorso durante le innumerevoli sofferenze e umiliazioni. Forza che germugliò dalla coscienza della dignità umana, come essenziale norma di vita.. Mario RjKoni stern Pietro Sissa - Sapore di mele, Vangelista. 199 pagine. 7000 lire. Teodorico in battaglia (codice miniato del XII sec.) nell'afa calabrese, piegano verso la Gallia meridionale e la Spagna, sulle fondamenta dell'Impero romano erigono il regno visigoto di fede cristiana, ma sono dispersi nell'ottavo secolo dall'invasione araba, e anche il loro nome scompare. Per qualche secolo il popolo venuto da GOtaland è stato grande protagonista della Storia. Ha compiuto scorrerie e massacri, ma ha anche fondato Stati eha lasciato grandi realizzazioni artistiche, come i monumenti di Ravenna e dai cariaggi con donne e bambini, depredano, minacciano l'Impero, sono sconfitti, stringono alleanze, vincono, fondano Stati. Con Teodorico il grande, in Italia il regno ostrogoto assurge a maggiore potenza occidentale, ma a metà del sesto secolo con Totila e Teia gli Ostrogoti combattono le loro ultime battaglie, sono annientati, la stirpe si disperde, scompare anche il suo nome. I Visigoti, che nel 410 hanno conquistato Roma con Alarico che poi è morto Luciano Curino Hermann Schreiber, I Goti. Garzanti, 317 pagine, 18.000 lire.